Giunge
alla nona
edizione il
festival Donizetti
Opera –
festival internazionale dedicato al compositore bergamasco,
organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio
Berta con
la direzione generale di Massimo
Boffelli,
la direzione artistica di Francesco
Micheli e
quella musicale di Riccardo
Frizza –
che si svolgerà a Bergamo “Città
di Gaetano Donizetti” dal
16 novembre al 3 dicembre 2023.
In
attesa dell’autunno, due altri appuntamenti da non perdere: il
prossimo venerdì
5 maggio,
al Teatro Donizetti, Francesco Micheli, insieme ad alcuni ospiti,
presenterà il programma del festival con la
conferenza-spettacolo Donizetti
Revolution vol. 9.
Mentre sabato
3 giugno,
dopo le ristrettezze pandemiche, tornerà finalmente la Donizetti
Night.
Quella 2023 sarà un’edizione speciale del festival Donizetti Opera poiché l’impianto ormai consolidato verrà arricchito dalle iniziative per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, le cui aree tematiche e il concept attraverseranno a più livelli le produzioni. I tre weekend si allungano e si comincia il giovedì con LU OpeRave (16, 23 e 30 novembre), nuova creazione ispirata alla più celebre delle opere donizettiane, che debutterà in un luogo non teatrale ma aperto alla convivialità e che lancerà uno sguardo verso la contemporaneità e l’innovazione; quindi al Teatro Donizetti andranno in scena due rarissimi titoli di Gaetano Donizetti – Il diluvio universale (17 e 25 novembre e il 3 dicembre) e Alfredo il Grande (19 e il 24 novembre) – quindi la farsa di Giovanni Simone Mayr Il piccolo compositore di musica (2 dicembre) in prima moderna; al Teatro Sociale invece si rappresenterà Lucie de Lammermoor (18 e 26 novembre e 1 dicembre) che da un lato contiene la musica più celebre di Donizetti, dall’altro la presenta in una rara versione dell’autore stesso, la cui esecuzione è compito precipuo di un festival, specialmente nel caso di un titolo così frequente nel repertorio di tutti i teatri del mondo, considerato uno dei paradigmi del melodramma romantico.
Fondamentale
come sempre – nella stesura del programma festivaliero, nella
scelta delle edizioni e nella restituzione filologica dei testi
musicali – è l’attività di studio e ricerca sull’eredità e
sull’individualità stilistica di Donizetti, affidata alle cure
della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti diretta
da Paolo
Fabbri.
Prosegue
la collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala con la presenza
del suo Coro diretto da Salvo Sgrò, cui si affiancherà il Coro
della Radio ungherese diretto da Zoltán Pad. Come di consueto, in
buca ci saranno l’Orchestra Donizetti e l’Orchestra Gli
Originali, con cui prosegue l’esplorazione di pagine donizettiane
su strumenti d’epoca. Si apre poi un nuovo progetto di
collaborazione con il neonato Politecnico delle Arti costituito a
Bergamo dal Conservatorio “Gaetano Donizetti” e dall’Accademia
di Belle Arti “Giacomo Carrara”.
Non mancheranno alcuni
appuntamenti concertistici, il programma per il Dies Natalis, le
attività di formazione e divulgazione per gli studenti, le
iniziative per la città, a formare un intenso calendario che verrà
reso noto nei prossimi mesi.
LU
OpeRave al
Balzer Globe
Il
programma 2023 del festival Donizetti Opera – già vincitore nel
2019 dell'”Oper! Award” come miglior festival europeo per la
critica tedesca e con quattro nomination all’International Opera
Award sempre come miglior festival dell’anno – si apre con la
nuova creazione LU
OpeRave (16,
23 e 30 novembre) in cui la musica di Donizetti incontra
l’elettronica e le nuove tendenze e si colloca nella tematica di
Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 “La città che
inventa”. Il titolo richiama Lucia
di Lammermoor,
alla quale gli autori di questo nuovo progetto sperimentale si sono
ispirati e che è il fulcro di tante attività del festival. Lo
spettacolosi svolgerà al Balzer Globe, nel cuore del Centro
Piacentiniano di fronte al Teatro Donizetti, un luogo non
convenzionale in cui il pubblico sarà parte integrante
dell’azione. LU
OpeRave è
uno sviluppo di Mixopera
vol. 1 e vol.
2,
gli EP di musica elettronica ispirati alla musica di Donizetti e
realizzati da alcuni fra i più importanti musicisti elettronici
europei raccolti intorno all’etichetta Fluidostudio, disponibili su
tutte le piattaforme di streaming (Spotify, iTunes, Amazon Music,
YouTube Music). Fra gli artisti degli EP coinvolti in LU
OpeRave ci
sono Stefano
Libertini Protopapa (direttore
creativo del progetto), ilromantico, H.E.R. autori
delle musiche. Il libretto è dei Maniaci
d’amore.
La regia e la coreografia sono di Mattia
Agatiello,
che porta in scena la sua Fattoria
Vittadini pluripremiata
e celebre compagnia di danza con sede a Milano alla Fabbrica del
Vapore. Le scene e i costumi sono di Andrea
Cammarosano e Leonardo
Persico che
coinvolgeranno i giovani partecipanti ai laboratori del progetto
TOOLS da loro ideato e portato avanti a Milano con la Direzione
Welfare e Salute del Comune e alcune aziende del settore tessile, per
trasformare il proprio studio in un laboratorio sociale
collaborativo. Gli interpreti sono di formazione ed esperienze
musicali diverse – il soprano Laura
Ulloa (allieva
della Bottega nel 2021), il noto vocalist David
Blank e
la performer M¥SS
KETA come
voce narrante – e rappresentano una fusione pensata per parlare al
pubblico di ogni generazione, confermando la forza innovativa e
rivoluzionaria della poetica donizettiana.
Tre
opere al Teatro Donizetti
Quindi
saranno tre i titoli che andranno in scena al Teatro Donizetti, due
legati dal comune debutto a Napoli, Il
diluvio universale (1830)
e Alfredo
il Grande (1823),
il terzo Il
piccolo compositore di musica è
invece un lavoro di Giovanni Simone Mayr, prima tappa di un progetto
pluriennale pensato per la Bottega Donizetti.
L’arte
contemporanea irrompe nell’opera nell’anno di Bergamo Brescia
Capitale Italiana della Cultura. Cornice dell’esperimento che
unisce per la prima volta la Fondazione Teatro Donizetti con la GAMeC
di Bergamo è Il
diluvio universale di
Donizetti, un’opera di soggetto sacro composta nel 1830 per il Real
Teatro di San Carlo di Napoli; al centro del libretto di Domenico
Gilardoni, le vicende bibliche si mescolano con quelle dei sentimenti
personali dei protagonisti e il cataclisma finale diventa lo spunto
per un’articolata riflessione su uno dei temi oggi più attuali: la
sostenibilità dell’impronta umana sul pianeta Terra, in linea con
il tema “La città natura” del progetto della Capitale. Sul
podio Riccardo
Frizza,
mentre progetto, regia, regia in presa diretta e costumi sono
di MASBEDO con
la drammaturgia visiva di Mariano
Furlani e
le scene di 2050+.
Duo artistico formato nel 1999 da Nicolò Massazza e Iacopo
Bedogni, MASBEDO è
celebre per la creazione di video che diventano parte integrante di
performance e installazioni, con selezionatissime collaborazioni di
grande successo nella vita musicale. In Italia sono riconosciuti tra
i più importanti video artisti e innovatori nel campo dell’arte
contemporanea e le loro opere d’arte sono state acquisite da musei
e fondazioni private. La vicenda vede protagonista Noè e la sua
famiglia in un intreccio di vicende sentimentali, rivalità e gelosie
che si conclude con una pagina sinfonica caratteristica che
rappresenta il diluvio. Il linguaggio multidisciplinare di MASBEDO è
sembrato quindi adatto a valorizzare la complessa rete di metafore e
simboli che sostanzia questa rara e preziosa «azione tragico-sacra»
la cui edizione (per la versione Napoli 1830 che si vedrà in scena)
è a cura di Edoardo
Cavalli,
studioso della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti.
Protagonisti vocali sono Nahuel
Di Pierro (Noè), Enea
Scala (Cadmo)
e Giuliana
Gianfaldoni (Sela),
Nicolò Donini (Jafet) e gli allievi della Bottega Donizetti 2023. I
movimenti scenici di Sabino
Civilleri e Manuela
Lo Sicco;
le luci sono di Fiammetta
Baldiserri.
Per il ciclo #donizetti200, con il quale il festival propone ogni anno un titolo di Donizetti che compie i due secoli, sarà la volta del dramma eroico Alfredo il Grande (Teatro Donizetti, 19 e 24 novembre) con una nuova edizione controllata sulle fonti dell’opera, curata sempre da Edoardo Cavalli riferendosi alla tematica della Capitale Italiana della Cultura 2023 “La città dei tesori nascosti”. Il titolo fa parte di quel gruppo di opere nelle quali Donizetti sperimenta e affina i propri mezzi compositivi misurandoli su vari generi operistici; tra gli elementi caratteristici, la presenza imponente di una banda in palcoscenico, testimone delle finalità encomiastiche della partitura. Alfredo segue a meno di un anno l’andata in scena di Chiara e Serafina, ma si orienta su un soggetto di carattere storico cioè le vicende dell’omonimo sovrano medievale inglese – venerato come santo dai cattolici e dagli anglicani – la cui rilevanza si deve all’ampia cultura, all’incoraggiamento dell’istruzione e della legislazione, oltre che a un ruolo positivo svolto in ogni ambito della vita civile e religiosa. Il libretto è di Andrea Leone Tottola, già “poeta teatrale” di Rossini (anche per Mosé in Egitto che è a sua volta il riferimento più vicino a Il diluvio universale). Alfredo il Grande verrà presentato in forma semiscenica, con la regia affidata a Stefano Simone Pintor; la direzione è affidata al bergamasco Corrado Rovaris, musicista ricorrente nella programmazione del festival. Le scene sono di Gregorio Zurla, i costumi di Giada Masi, le luci sempre di Fiammetta Baldiserri, il video design di Virginio Levrio. Nei ruoli principali Antonino Siragusa (Alfredo) e Vanessa Goikoetxea (Amalia), Valeria Girardello (Enrichetta), Lodovico Filippo Ravizza (Eduardo) e Adolfo Corrado (Atkins).
Terzo titolo al Teatro Donizetti per una sola serata (2 dicembre) Il piccolo compositore di musica di Giovanni Simone Mayr, prima tappa di un progetto pluriennale curato da Francesco Micheli con gli allievi della Bottega Donizetti e quelli del Politecnico delle Arti “G. Donizetti – G. Carrara”; sul podio Alberto Zanardi; il lighting designer è Alessandro Andreoli. L’opera, sul cui recupero della partitura sta lavorando Candida Mantica della sezione scientifica del festival, andò in scena il 13 settembre 1811 come saggio finale delle Lezioni Caritatevoli. Nello spirito della farsa originale, Micheli insieme a Giorgio Pesenti, sta approntando una versione appositamente progettata per il festival, finalizzata a mettere in luce i talenti di oggi, prima tappa di un work-in-progress che si svilupperà nel tempo. Come per altre simili occasioni Mayr, adottando un modello formale settecentesco, mette in scena gli stessi allievi delle Lezioni caritatevoli che interpretano sé medesimi alle prese con l’allestimento del saggio finale. Donizetti è il protagonista, presentato ironicamente come un giovane aspirante compositore convinto del proprio talento (celebri i versi: “Vasta ho la mente, rapido l’ingegno | pronta la fantasia, e nel comporre | un fulmine son io”). Nonostante il tono comico, appare chiaro l’intento promozionale di Mayr, che crede realmente nelle capacità del suo giovane allievo. Donizetti è affiancato da quattro compagni nei panni di loro stessi: Antonio Dolci, Giuseppe Manghenoni, Giuseppe Pontiroli e Antonio Tavecchi. Musicalmente l’opera alterna sezioni originali e brani preesistenti che sono oggetto di studio dei ragazzi in scena. Questo progetto rientra nella tematica della Capitale “La cultura come cura”.
Lucie
de Lammermoor al
Teatro Sociale
Al
Teatro Sociale (18 e 26 novembre, 1 dicembre) sarà messa in scena
invece Lucie
de Lammermoor versione
francese del celebre capolavoro, preparata per il Théâtre de la
Renaissance di Parigi dove debuttò trionfalmente nel1839; l’opera
resta in repertorio in Francia per tutto il XIX secolo, diventando un
caposaldo della cultura nazionale come dimostra il capitolo di Madame
Bovary che
Flaubert ambienta al teatro di Rouen durante una recita, appunto,
di Lucie.
Per questa versione francese di Lucia
di Lammermoor,
Donizetti intervenne sulla partitura preesistente modificando i
recitativi, escludendo il personaggio secondario di Alisa, eliminando
l’aria di Raimondo «Ah! Cedi, cedi, o più sciagure» nel secondo
atto nonché i suoi interventi nella cavatina di Enrico «Cruda,
funesta smania» nel primo atto, e posticipando una scena. Sostituì
inoltre la cavatina di Lucia, «Regnava nel silenzio», con «Que
n’avons nous des ailes», una traduzione di «Perché non ho del
vento», dalla sua Rosmonda
d’Inghilterra (1834).
La stesura del libretto di Lucie fu
affidata ad Alphonse Royer e Gustave Vaëz, che solo in pochi
passaggi si discostarono da una traduzione letterale del testo
italiano di Cammarano, presumibilmente con l’intento di renderlo
più adatto alle scene francesi. L’opera sarà messa in scena
da Jacopo
Spirei,
già allievo e assistente del compianto Graham Vick e oggi uno dei
registi d’opera italiani più richiesti, che sottolineerà gli
aspetti più crudi della vicenda messi in luce anche dalle scelte
donizettiane nella trasposizione parigina; sul podio il
giovane Pierre
Dumoussaud al
suo debutto italiano, dopo vari successi e incisioni discografiche
dedicate soprattutto al repertorio romantico francese. Le scene sono
di Mauro
Tinti,
i costumi di Agnese
Rabatti e
le luci di Giuseppe
Di Iorio. Caterina
Sala (Adina
accolta trionfalmente nell’Elisir
d’amore del
2021) sarà impegnata come Lucie, mentre Patrick
Kabongo sarà
Edgard e Alex
Duhamen Henri,
Antonio Mandrillo invece sarà Gilbert (personaggio “nuovo”,
fondamentale in questa versione francese dell’opera). Lo spettacolo
è coprodotto con il Teatro
Comunale di Bologna.
Il capolavoro donizettiano si lega al concept della Capitale Italiana
della Cultura “Città illuminata” prendendo come riferimento il
legame etimologico Luce-Lucia e il culto di Santa Lucia, molto forte
a Bergamo.
Anticipazioni
sul programma per le scuole
Lucia
di Lammermoor sarà
inoltre la protagonista dei progetti
per le scuole 2023 (che
saranno presentati nelle prossime settimane in dettaglio): l’opera
infatti sarà presentata al Teatro Sociale anche in una versione
partecipata (in italiano) firmata dal regista Manuel Renga –
esperto di spettacoli musicali per bambini e ragazzi – e dedicata
alla scuola primaria e la secondaria di I grado. Quindi la storia di
Lucia sarà al centro di un nuovo spettacolo ideato sempre da Renga
con i Burattini di Daniele Cortesi. Infine gli studenti delle scuole
secondarie di II grado inizieranno l’anno scolastico partecipando
a Lucia
Off,
conferenza spettacolo di Francesco Micheli, pensata per svelare i
punti di contatto tra i sentimenti, le emozioni e le difficoltà
della giovane scozzese Lucia e gli adolescenti di oggi. Lucia
Off,
insieme alle anteprime delle opere del festival, è alla base del
progetto Opera
Wow,
in collaborazione con ATS (Agenzia di Tutela della Salute) di Bergamo
e con l’Ufficio Scolastico Provinciale, in cui l’opera diventa
uno strumento per accompagnare gli studenti ed i loro educatori nel
percorso di vita con laboratori di espressione e la creazione di un
brano ispirato a una melodia di Donizetti.
Donizetti
Revolution vol. 9 al
Teatro Donizetti il 5 maggio
Com’è
ormai tradizione, l’avvio delle attività ufficiali 2023 dedicate a
Gaetano Donizetti è segnato dalla Donizetti
Revolution,
in programma al Teatro Donizetti venerdì 5 maggio alle ore 20.
Ideata e realizzata dal direttore artistico Francesco
Micheli in
collaborazione con Alberto
Mattioli,
Dramaturg del festival, questa nona edizione vedrà in scena il
basso Nahuel
Di Pierro che
al festival sarà Noè nel Diluvio
universale, il
soprano Marilena
Ruta e
il baritono Eduardo
Martínez (ex
allieva e nuovo partecipante della Bottega) con la pianista Hana Lee.
Ci saranno anche Paolo
Fabbri, Riccardo
Frizza e… Gustave
Flaubert. Presenting
partner della
serata è Automha. Per l’occasione sono stati coinvolti diversi
istituti scolastici superiori della bergamasca i cui studenti hanno
creato alcuni contributi video che faranno parte dello spettacolo e
saranno disponibili sui profili social del Donizetti Opera. Inoltre
un gruppo di circa cinquanta studenti avrà un ruolo significativo
all’interno della serata. «Donizetti rivoluzionario dell’arte,
inventore del romanticismo musicale italiano – sottolinea Alberto
Mattioli – sempre avanti sul suo tempo, geniale creatore di storie
in cui ancora crediamo perché sono dinamite emozionale che ci
esplode nel cuore e nel cervello. Rivoluzionare il rivoluzionario,
metterlo in contatto con la contemporaneità, spiegare che le sue non
sono vecchie storie, ma storie eterne, è il compito del Festival.
Donizetti non è una rassicurante icona del passato ma uno stimolo
per il presente, un nostro contemporaneo che da due secoli ci spiega
come siamo, e perché. Ma anche che scoprirlo insieme a lui è uno
spettacolo, una festa e una gioia. Rivoluzionari».
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 nei giorni feriali e alle ore 15.30 la domenica.
Ulteriori informazioni: www.donizetti.org/it/festival-donizetti/
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