Verdi e Puccini sono stati gli autori
della vita di Renzo Giacchieri, che però vantava una conoscenza
enciclopedica e un repertorio sterminato, guide fondamentali delle
sue proposte artistiche come Sovrintendente. Diversi i riconoscimenti
ottenuti per la sua attività, tra cui i premi Illica, Truffaut, Una
vita per la musica. Solo negli ultimi anni ha firmato regie a
Caracalla, Trieste, Genova, Salerno, Catania, Torre del Lago,
Salisburgo, Siviglia, Tel Aviv, Avenches, Tokyo, San Pietroburgo; ha
infine inaugurato la Stagione Lirica 2020 al Teatro Filarmonico
con Lucia di Lammermoor di Donizetti, a quarant’anni
esatti dal suo esordio sul palcoscenico veronese con la regia della
rara Turandot di Busoni.
«A nome di tutti i lavoratori della Fondazione Arena e degli artisti ad essa legati, desidero esprimere il più profondo cordoglio per l’inaspettata scomparsa di Renzo Giacchieri – dichiara il Sovrintendente Cecilia Gasdia. – Al dolore della notizia si aggiunge il mio sgomento personale: solo pochi giorni fa nulla la lasciava presagire. Come molti altri professionisti oggi in carriera, devo moltissimo all’incontro fortunato con la sua persona, estremamente discreta e riservata, eppure attentissima, esigente e arguta. Lui c’è sempre stato, da quel Concorso Callas che fortissimamente volle nel 1980 e che fu per me l’inizio: la sua vicinanza e i suoi consigli vigili sono sempre stati fondamentali, fino alle nostre più recenti collaborazioni in Fondazione. Se ne è andato un uomo di teatro d’altri tempi, un regista di scuola tradizionale ma mai ignaro dei progressi nel mondo dello spettacolo, un uomo di cultura a tutto tondo, di competenza, misura e polso eccezionali. Alle sue nipoti e alle loro famiglie vanno le nostre più sentite condoglianze».
«A nome di tutti i lavoratori della Fondazione Arena e degli artisti ad essa legati, desidero esprimere il più profondo cordoglio per l’inaspettata scomparsa di Renzo Giacchieri – dichiara il Sovrintendente Cecilia Gasdia. – Al dolore della notizia si aggiunge il mio sgomento personale: solo pochi giorni fa nulla la lasciava presagire. Come molti altri professionisti oggi in carriera, devo moltissimo all’incontro fortunato con la sua persona, estremamente discreta e riservata, eppure attentissima, esigente e arguta. Lui c’è sempre stato, da quel Concorso Callas che fortissimamente volle nel 1980 e che fu per me l’inizio: la sua vicinanza e i suoi consigli vigili sono sempre stati fondamentali, fino alle nostre più recenti collaborazioni in Fondazione. Se ne è andato un uomo di teatro d’altri tempi, un regista di scuola tradizionale ma mai ignaro dei progressi nel mondo dello spettacolo, un uomo di cultura a tutto tondo, di competenza, misura e polso eccezionali. Alle sue nipoti e alle loro famiglie vanno le nostre più sentite condoglianze».
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