È nata una nuova rivista di attualità
culturale che, partendo dal teatro e dalla musica, allarga lo
sguardo per approfondire temi e problemi di oggi, contraddizioni e
tensioni del presente: dal razzismo alle questioni di genere,
dall'orientalismo al postumano. È Calibano, la nuova
rivista del Teatro dell'Opera di Roma, realizzata in
collaborazione con la casa editrice effequ, il cui primo
numero viene presentato al Circolo dei lettori di
Torino mercoledì 3 maggio alle ore 18 (Sala grande), ingresso su
prenotazione su torino.circololettori.it. Parteciperanno il
direttore responsabile Paolo Cairoli, il direttore editoriale
di effequ Francesco Quatraro, la musicologa Ilaria Narici,
direttrice scientifica della Fondazione Rossini, e l'egittologo e
curatore del Museo Egizio di Torino Enrico Ferraris.
Ogni sei mesi circa, Calibano porta nelle librerie italiane un volume monografico su un tema legato a un titolo d’opera: un modo per attualizzare la fruizione di una forma artistica, mostrarne la vivacità e la capacità di dialogare con il presente. Il primo numero, Aida / Blackface, parte dal celebre capolavoro di Giuseppe Verdi e affronta le tante forme di razzismo implicite o esplicite ancora presenti nel mondo odierno.
"Vogliamo che il pubblico si interroghi con noi" dice il Sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone "Perché il teatro è il luogo dove affiorano e si pongono domande, dove si ragiona insieme su risposte possibili e impossibili. Calibano è quindi uno spazio di democrazia che emana da un luogo, il teatro, che per definizione, per origine e tradizione è arena di scambio e partecipazione democratici”.
“Un tema come quello del blackface può sembrare lontano dalla nostra cultura” dice il direttore di Calibano Paolo Cairoli “ma non lo è. Perché in un’epoca in cui possiamo interagire in ogni momento con persone che hanno storie e provenienze diversissime dalle nostre, è necessario interrogarsi sul nostro modo di relazionarci con gli altri. È un dovere per ognuno di noi mettere in discussione parole, gesti, atteggiamenti, attitudini che possano risultare offensivi o lesivi per la dignità altrui. Magari di quella del nostro vicino di posto a teatro. Perché una battaglia per l’uguaglianza non è mai per qualcuno in particolare, ma per l’umanità intera”.
Dopo il primo numero, già disponibile, Calibano tornerà in libreria a maggio con un volume dedicato a Madama Butterfly e alle discriminazioni di genere tra oriente e occidente, e poi a novembre per parlare di Mefistofele e di postumano. “Se vi siete chiesti perché Calibano” conclude Paolo Cairoli “non ce la caveremo dicendovi che Shakespeare è sempre un ottimo riferimento per chi si occupa di teatro. Innanzitutto Calibano vuole essere un omaggio ai coraggiosi esempi di riviste-laboratorio che ci hanno preceduto dandosi lo stesso nome. E poi nella Tempesta Calibano è il figlio di una strega, o di una donna presunta tale; è considerato un’anomalia, è escluso, marginalizzato, disumanizzato. Ecco: noi vogliamo partire rimettendo la sua voce al centro”.
Calibano è realizzato dall’Opera di Roma e da effequ; si avvale inoltre della collaborazione con il master di giornalismo dell’Università LUISS di Roma. La redazione, diretta da Paolo Cairoli, è composta da Christian Raimo, Cosimo Manicone, Giuliano Danieli e dagli studenti della LUISS Alissa Balocco, Caterina di Terlizzi Benassati e Mattia Giusto Zanon.
Ogni sei mesi circa, Calibano porta nelle librerie italiane un volume monografico su un tema legato a un titolo d’opera: un modo per attualizzare la fruizione di una forma artistica, mostrarne la vivacità e la capacità di dialogare con il presente. Il primo numero, Aida / Blackface, parte dal celebre capolavoro di Giuseppe Verdi e affronta le tante forme di razzismo implicite o esplicite ancora presenti nel mondo odierno.
"Vogliamo che il pubblico si interroghi con noi" dice il Sovrintendente dell’Opera di Roma Francesco Giambrone "Perché il teatro è il luogo dove affiorano e si pongono domande, dove si ragiona insieme su risposte possibili e impossibili. Calibano è quindi uno spazio di democrazia che emana da un luogo, il teatro, che per definizione, per origine e tradizione è arena di scambio e partecipazione democratici”.
“Un tema come quello del blackface può sembrare lontano dalla nostra cultura” dice il direttore di Calibano Paolo Cairoli “ma non lo è. Perché in un’epoca in cui possiamo interagire in ogni momento con persone che hanno storie e provenienze diversissime dalle nostre, è necessario interrogarsi sul nostro modo di relazionarci con gli altri. È un dovere per ognuno di noi mettere in discussione parole, gesti, atteggiamenti, attitudini che possano risultare offensivi o lesivi per la dignità altrui. Magari di quella del nostro vicino di posto a teatro. Perché una battaglia per l’uguaglianza non è mai per qualcuno in particolare, ma per l’umanità intera”.
Dopo il primo numero, già disponibile, Calibano tornerà in libreria a maggio con un volume dedicato a Madama Butterfly e alle discriminazioni di genere tra oriente e occidente, e poi a novembre per parlare di Mefistofele e di postumano. “Se vi siete chiesti perché Calibano” conclude Paolo Cairoli “non ce la caveremo dicendovi che Shakespeare è sempre un ottimo riferimento per chi si occupa di teatro. Innanzitutto Calibano vuole essere un omaggio ai coraggiosi esempi di riviste-laboratorio che ci hanno preceduto dandosi lo stesso nome. E poi nella Tempesta Calibano è il figlio di una strega, o di una donna presunta tale; è considerato un’anomalia, è escluso, marginalizzato, disumanizzato. Ecco: noi vogliamo partire rimettendo la sua voce al centro”.
Calibano è realizzato dall’Opera di Roma e da effequ; si avvale inoltre della collaborazione con il master di giornalismo dell’Università LUISS di Roma. La redazione, diretta da Paolo Cairoli, è composta da Christian Raimo, Cosimo Manicone, Giuliano Danieli e dagli studenti della LUISS Alissa Balocco, Caterina di Terlizzi Benassati e Mattia Giusto Zanon.
Nessun commento:
Posta un commento