Direttore Ospite Principale dell’Accademia di Santa Cecilia, Jakub Hrůša giovedì 20 aprile alle ore 19.30 (repliche venerdì 21 aprile alle 20.30 e sabato 22 alle 18, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone) torna sul podio dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia, istruito da Piero Monti, per il suo secondo concerto di stagione, interamente dedicato a compositori della sua Terra. Hrůša, “l’arma segreta della musica cèca”, come ha scritto una rivista del suo Paese nel 2006, è anche Direttore principale dei Bamberger Symphoniker e recentemente è stato nominato nuovo Direttore musicale del Covent Garden di Londra.
Hrůša aprirà la serata con il Te Deum di Dvořák per soli, coro e orchestra, composizione in cui il coro è protagonista assoluto, mentre i soli emergono con evidenza solo nel secondo movimento e nel finale. Il brano fu composto ed eseguito nel 1892 per commemorare il 400° anniversario della scoperta dell'America. Seguirà, dalle Dieci leggende op. 59 di Dvořák considerate una sorta di sequenza di meditazioni sulla vita dei santi, la n. 6 Allegro con moto: notturno romantico e appassionato. Quindi sarà la volta di due composizioni di Janáček, il “Musorgskij moravo”, secondo la definizione di Fedele d’Amico. Il Vangelo eterno (Leggenda per soprano, tenore, coro e orchestra) ha per tema l’amore universale; composta nel 1914 ed eseguita per la prima volta il 5 febbraio 1917 a Praga, utilizza i versi del poeta Jaroslav Vrchlický (1853-1912), e si basa su una leggenda medievale in cui un angelo annuncia all’abate e teologo calabrese Gioacchino da Fiore (1130-1202, collocato da Dante, nella Divina Commedia, in Paradiso fra i beati) la venuta sulla Terra del Regno dell’Amore; Janáček organizza il testo come una scena drammatica articolata in quattro movimenti con un epilogo ricco di effetti spettacolari. Le visioni di Gioacchino da Fiore sono affidate alla voce del tenore, mentre il coro assume la funzione di commento alla visione profetica di Gioacchino e il soprano interpreta le parole dell’angelo. Chiude il programma una delle più celebri e ardite pagine sinfoniche del compositore ceco, la rapsodia per orchestra Taras Bul’ba, ispirata al romanzo di Gogol’ che narra la leggenda ucraina di Taras Bulba, morto nel 1628 al termine della vittoriosa lotta contro i polacchi.
I solisti, tutti affermati in campo internazionale, sono il soprano Kateřina Kněžíková, già ospite di Santa Cecilia lo scorso maggio, il tenore Nicky Spence al suo debutto ceciliano e il basso Vito Priante, premiato nel 2009 con il XXVIII Premio Abbiati come “Migliore Voce Maschile”.
Nessun commento:
Posta un commento