venerdì 24 marzo 2023

MARZO 2023: BACH nei dieci anni di NOEMA

Appena pochi giorni fa, mercoledì 15 marzo, Raffaele Mellace, tra i più influenti studiosi e conoscitori della musica di Bach, presentando il suo ultimo libro “La voce di Bach” spiega a un certo punto come occorra sempre mettersi nella luce del tempo e del pensiero del musicista di Eisenach per comprenderne più a fondo l’arte compositiva. Tra i tratti definitori di quell’epoca, in quella terra impregnata di Lutero, Keplero e Leibniz, compare la considerazione della musica come arte totale e immaginifica dell’ordine del cosmo, dell’armonia di natura, e dunque del pensiero divino che ne è stato artefice, architetto.
È una considerazione che spesso dimentichiamo di fare quando la musica che ascoltiamo rientra nella nostra categoria di arte “profana”, ma è una mancanza importante, forse volutamente attuale e che Bach oggi non comprenderebbe, tale era l’unitarietà di intenzione nella sua produzione musicale, qualunque fosse la destinazione o il pretesto – sua come di molti suoi contemporanei.
Ecco perché abbiamo deciso di far precedere la locuzione che Bach ha apposto a moltissime sue opere, S. D. G. (Soli Deo Gloria), a questo focus su una delle forme più libere e aperte di cui sia stato compositore di assoluta genialità: la Toccata.

Potrebbe sembrare di facile conquista comunicativa ricordare, tra le molte, la Toccata e Fuga in re minore più famosa, quella BWV 565 che è diventata jingle, colonna sonora di film e cartoni animati, suoneria di cellulare: ma proprio da lì partiamo per ricordarla nella sua completezza, nella sua dinamicità, in un ascolto complessivo che, per una banale facilità che tanto l’ha investita, è spesso sconosciuto ai più. Una facilità che però ugualmente richiama un'evidenza, quella di un gesto musicale cui evidentemente nessuno riesce a sottrarsi: impossibile non riconoscere l’attrazione impressionante verso ogni passaggio, ogni nuova variazione, ogni nuova proposta linguistica. Moltiplichiamo questa capacità per cinque esemplari di Toccate con pedale, inframezzati dai quattro Duetti per organo che sono parte della Terza parte della Clavier-Übung, e avremo il programma che Alessio Corti eseguirà per la sesta edizione del Progetto BACH venerdì 31 marzo alle 20.30 all’Organo Tamburini della Chiesa di S. Maria Segreta a Milano. A questa forma, così esplorata da Bach con impressionante varietà, rigore e immaginifica fantasia, e a queste opere organistiche Carlo Fiore ci introdurrà mercoledì 29 marzo alle ore 19, nell’Auditorium di via Bazzoni 2 (Milano) in un’ora di viaggio, percorso, ascolto.

Un programma, dunque, che partendo dal divino dono dell’armonia che imperversa nella musica e nell’universo di Bach, finisce per esaltare il genio e l’arte umana dell’invenzione e dell’equilibrio, dell’estro e del modo in cui incanalarlo in un discorso che giunga a chiunque. Perché ancora, come spiegava Christoph Wolff in una intervista a Repubblica del 2004, riflettendo sulla prospettiva umanistica insita nella musica di Bach: «La sua è una musica che parla all'individuo. Pur derivando da strutture astratte, sa esprimere amore e dolore, sentimenti vasti e profondi. Il suo non è mai soltanto un bel suono: è un universo carico di significati». (G. C.)

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