Nel 1921, Giacomo Puccini faceva ascoltare per la prima volta, al pianoforte, ad alcuni scelti amici ospiti a Torre del Lago, il primo atto della sua nuova opera, Turandot, alla quale stava lavorando dall’anno precedente. Le successive vicende creative, tuttavia, furono molto più tortuose e tormentate, e il 29 novembre 1924 il compositore morì lasciando l’opera incompleta. La parte da lui compiuta (i primi due atti e metà del terzo) resta comunque uno dei suoi più alti capolavori – forse il più alto – e rappresenta insieme l’ultima testimonianza della grande tradizione dell’opera italiana e uno dei momenti fondamentali del teatro musicale del Novecento. Al suo interno il primo atto è un organismo perfetto. Esso ci dona un’infinita ricchezza di elementi tematici, una costruzione drammaturgica irresistibile, un impeccabile equilibrio formale, un’audace tensione architettonica nella quale Puccini sa unire la sapienza della tradizione con le soluzioni più moderne mutuate, per esempio, dal cinema.
Il primo atto di Turandot è anche un grande spettacolo al quale concorrono un’orchestra enorme, un coro vastissimo, otto cantanti solisti, schiere di figuranti nei costumi di guardie imperiali, servi del boia, sacerdoti, mandarini, popolani e chi più ne ha più ne metta. È un insieme di accecante bagliore che rischia di mettere in ombra la trama fitta e lucidissima del tessuto compositivo. Proprio quest’ultimo è invece l’unico motore della “scarnificata” trascrizione per due pianoforti, commissionata dal duo Maurizio Barboro – Claudio Proietti e realizzata dal compositore Gianluca Verlingieri con l’autorizzazione di Casa Ricordi. Audacemente essa rinuncia perfino alla parola cantata per puntare dritto all’essenza musicale del dramma nella certezza che la pregnanza della lingua di Puccini sappia raggiungere l’immaginario profondo di ogni ascoltatore.
I due appuntamenti “Domenica pomeriggio in musica” sono ideati dal Teatro Verdi e sostenuti da Fondazione Friuli, nell’ottica del condiviso obiettivo di accrescere le competenze e la possibilità di fruizione della musica per il pubblico e per il territorio.
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