Virginia Zeani in Lucia di Lammermoor, 1961 con Zanasi
Si è spenta ieri all’età di 97 anni Virginia Zeani, soprano romeno dalla brillante carriera, significativamente presente anche nella storia dell’Arena di Verona. Nata nel 1925 a Solovăstru, piccolo paese transilvano, compì gli studi in Italia, dove avviò dall’immediato dopoguerra un percorso artistico ai massimi livelli, sui palcoscenici più importanti del mondo e con i migliori interpreti del suo tempo, fino al ritiro dalle scene nel 1982.
Suo primo ruolo fu Violetta ne La Traviata di Verdi, nonché il più ricorrente in una carriera lunga, densa e aperta a diversissimi stili e repertori, dal barocco alla musica contemporanea, affrontati tutti con vocalità sapiente e grande carisma, doti scolpite nell’affetto di pubblico e critica insieme ad una memorabile avvenenza. In oltre 70 ruoli, accanto ai grandi titoli del repertorio ottocentesco, dedicò particolare attenzione ad opere meno note, a capolavori non italiani in traduzione, fino a prime assolute (come i Dialogues des carmélites di Poulenc alla Scala).
Sulle scene conobbe il basso Nicola Rossi-Lemeni (1920-1991), che sposò e con cui si trasferì già negli anni ’70 negli Stati Uniti, dove affiancò alla carriera solistica l’attività di insegnamento presso l’Università di Bloomington (Indiana), lanciando diversi talenti tuttora attivi. Tra i numerosi riconoscimenti, in piena carriera fu nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
«Virginia Zeani è stata una grande artista proiettata verso le massime altezze e allo stesso tempo una buona persona con i piedi per terra – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena. – La discografia documenta solo in piccolissima misura la sua arte e la sua voce opulenta e duttile come poche altre. Non a caso, nell’empireo dei più grandi che hanno calcato il palcoscenico dell’Arena di Verona, Virginia Zeani è menzionata già dal primo annuncio del nostro 100° Festival, un anno fa. Non mancheranno occasioni per ricordarla adeguatamente e in modo approfondito. A nome di tutti i lavoratori e del pubblico di tutte le età, porgo al figlio e ai suoi cari l’affetto e la vicinanza dell’Arena».
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