Domenica 19 maggio 2024 ore 11
Teatro Gerolamo, Piazza Beccaria, 8
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia n. 40 per flauto, violino,
violoncello e pianoforte in Sol minore K 550 (arr. J.N. Hummel)
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 1 in Do maggiore per
flauto, violino, violoncello e pianoforte op. 21 (arr. J.N. Hummel)
Nicolò Manachino Flauto
Luca Santaniello Violino
Mario Shirai Grigolato Violoncello
Young Sun Choi Pianoforte
Le matinée di musica da camera a cura dell’Orchestra Sinfonica di Milano al Teatro Gerolamo sono ormai un grande classico della programmazione culturale milanese. Una collaborazione duratura e prolifica quella tra Orchestra Sinfonica di Milano e Teatro Gerolamo, vero e proprio gioiello nel cuore di Milano che da più Stagioni ospita il cartellone dedicato alla musica da camera che vede protagonisti gruppi da camera della compagine di Largo Mahler.
L’ultimo appuntamento di Stagione, in programma per domenica 19 maggio alle ore 11, rappresenta il Gran Finale di questa programmazione, quando la musica sinfonica incontra la musica da camera, e si affrontano le sinfonie di Mozart e Beethoven trascritte per piccolo organico. Fu Johann Nepomuk Hummel a cimentarsi nella delicata trascrizione delle sinfonie di Mozart e Beethoven per organico da camera, e in particolare per flauto, violino, violoncello e pianoforte. Al Teatro Gerolamo, domenica 19 maggio, avremo Nicolò Manachino (flauto), Luca Santaniello (violino), Mario Shirai Grigolato (violoncello). Al pianoforte Young Sun Choi (nella foto), vincitrice del Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo, che completa la formazione cameristica impegnata nell’esecuzioni “ridotte” da Hummel della Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550 di Wolfgang Amadeus Mozart e della Sinfonia n. 1 in Do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven.
Da una parte, con Mozart, una composizione filtrata dalle terribili avversità degli ultimi anni di vita del compositore. Pagina sinfonica descritta dal Manzoni come un «canto amaro e sublime», definizione che ben riassume la sua perfezione formale, la sua divina levigatezza di tratti, oltre all'intimo clima, come di una confessione. Indimenticabile è il tema d’apertura dell’Allegro molto iniziale, che con il secondo dà vita a un forte contrasto. L’Andante è avvolto in un’atmosfera di nobile tristezza, che il Minuetto successivo non riesce a fugare per il tono raccolto che lo caratterizza. Chiude la Sinfonia un Allegro assai trascinante nell’andamento ma drammatico nel tono, che tale rimane anche nelle battute
finali. Dall’altra, il primissimo Beethoven sinfonico, quello della Sinfonia n. 1 in Do maggiore op.21, composta nel 1800, sinfonia in cui sono ancora forti gli echi del classicismo, e da cui emerge la sua postura rispetto al genere sinfonico, che lo vede ancora quasi moralmente costretto a dimostrare di essere perfettamente in grado di rispettare i modelli dell'età di Mozart e Haydn, prima di cimentarsi nel radicale rinnovamento della sinfonia (i primi abbozzi dell’ Eroica sono del 1802, appena due anni più tardi).
Si conclude con questo appuntamento la programmazione da camera della Stagione 2023/2024 dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Quale miglior Finale, se non un concerto dedicato all’incontro tra i due generi, sinfonico e da camera?
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