Un grande e commosso applauso per il debutto al Teatro Massimo di Palermo del nuovo allestimento di Tristan und Isolde di Wagner e l’addio al ruolo della straordinaria protagonista Nina Stemme. Sul podio Omer Meir Wellber, regia di Daniele Menghini.
È stato salutato da un lungo e commosso applauso il debutto a Palermo del nuovo allestimento di Tristan und Isolde, l’opera monumentale di Richard Wagner diretta al Teatro Massimo dal direttore musicale Omer Meir Wellber con la regia di Daniele Menghini e un cast di grandissimi interpreti wagneriani. L’ovazione del pubblico ha festeggiato il soprano Nina Stemme, straordinaria Isolde che a Palermo canta per l’ultima volta il ruolo on stage, e insieme a lei il tenore Michael Weinius (Tristan), Violeta Urmana (Brangäne), René Pape (Re Marke), Andrei Bondarenko (Kurwenal), Miljenko Turk (Melot), grandi interpreti chiamati più volte dagli applausi del pubblico insieme al regista, a tutto il cast e al direttore musicale che ha invitato sul palcoscenico l’intera Orchestra.
La scena, firmata da Davide Signorini, offre al pubblico la vista a nudo del maestoso palcoscenico del Teatro Massimo, disegnato dalle luci di Gianni Bertoli, dove tutti i cambi di scena sono operati a vista. I costumi sono di Nika Campisi, la drammaturgia è di Davide Carnevali, la drammaturgia dell’immagine è di Martin Verdross che è anche assistente alla regia insieme a Giovanni Ciacci. Assistente del direttore musicale è Tohar Gil. A istruire il Coro è il Maestro Salvatore Punturo, mentre il Corpo di ballo è diretto da Jean-Sébastien Colau.
Prima dell’inizio dello spettacolo una rappresentanza dei lavoratori del Teatro Massimo ha issato davanti al palcoscenico un grande striscione con la scritta “Cessate il fuoco” per esprimere il dissenso alla guerra e chiedere a gran voce l’immediato cessate il fuoco in tutti i teatri di guerra che stanno infiammando il mondo e in particolar modo l’Europa orientale ed il Medio Oriente: “Un massacro senza fine - ha detto al microfono una rappresentante dei lavoratori - per finanziare le spese militari tagliano quelle per la cultura”.
(la foto è di Franco Lannino)
Nessun commento:
Posta un commento