La programmazione dell’86esimo Festival del maggio Musicale si arricchisce con la proposta di uno spettacolo di danza messo in scena il sala Mehta il 30 e 31 maggio alle ore 20 – La trilogia dell’estasi.
Il progetto, ideato da Roberto Zappalà con la collaborazione di Nello Calabrò, è una grande co-produzione fra la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Compagnia Zappalà Danza, Scenario Pubblico, il Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape di Lione, i Teatri di Reggio Emilia, MilanOltre Festival di Milano, il Teatro Massimo Bellini di Catania e in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni e il Teatro del Giglio di Lucca.
Protagonista delle due serate - di cui Roberto Zappalà ha curato regia, coreografia, scene costumi ( in collaborazione con Veronica Cornacchini) e luci - la Compagnia Zappalà Danza, al debutto al Maggio. La drammaturgia è firmata da Nello Calabrò.
I danzatori in scena sono Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno,Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona e Erik Zarcone.
Lo spettacolo – che partendo dal Teatro del Maggio toccherà nei prossimi mesi anche Milano, Catania, Bolzano, Pesaro, Piacenza, Reggio Emilia, Ravenna e Lucca – è basato su tre fra le più celebri composizioni dell’ultimo secolo e mezzo: Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude Debussy, il Boléro di Maurice Ravel e Le Sacre du printemps di Igor’ Stravinskij. Chiave della trilogia è il lavoro sullo spazio, nel quale si va creando un “dispositivo scenico” che, volta per volta, limita, amplifica, e modifica la coreografia, curata da Roberto Zappalà e pensata per un unico set scenico. Le tre creazioni che hanno come comune denominatore il linguaggio chiaro e ‘selvaggio’ di Zappalà, vengono tutte presentate nella stessa serata. La sfida e la scommessa di questa trilogia è quella di trovare un nuovo immaginario che senza negare il passato vuole non modernizzare ma, forte della maturità acquisita, personalizzare un mondo che ha già un potere evocativo immenso. Per Zappalà l’accento nelle sue creazioni, è sulle relazioni umane, sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.
Il progetto:
Il progetto vede Roberto Zappalà affrontare tre grandi composizioni classiche e per lui anche “sacre” che hanno segnato il percorso coreografico (e anche musicale) dello scorso secolo. Il rispetto che ha avuto per questi lavori lo ha fatto riflettere per più di 10 anni. Oggi il momento è maturo per metterli in scena. Le tre creazioni che hanno come comune denominatore il linguaggio chiaro e selvaggio di Zappalà sono Il pomeriggio di un fauno, Boléro e La sagra della primavera. La sfida e la scommessa di questa trilogia a posteriori è quella di trovare un nuovo immaginario che senza negare per partito preso il passato vuole non modernizzare ma, forte della maturità acquisita, personalizzare un mondo che ha già un potere evocativo immenso. Oltre al linguaggio specifico del coreografo, diventa così importante se non fondamentale il lavoro sullo spazio, creando un “dispositivo scenico” che, volta per volta, performance per performance limita, amplifica, modifica, la danza creata dal coreografo.
Per fare un esempio il primo tassello della trilogia, già rappresentato in forma di studio, nella versione pianistica suonata da Leonardo Zunica, L’après midi d’un faune di Debussy, viene danzato in uno spazio ristretto, con quello che questo comporta in limitazione dello spazio scenico e coreografico. Come sempre per Zappalà l’accento è sulle relazioni umane, sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.
Il primo mobile concettuale della creazione, trae ispirazione da un tragico fatto di cronaca accaduto durante una festa in una villa nella campagna romana agli inizi del 2021 sul quale si innesta un’evocazione dell’iconica sequenza della festa/rito in Eyes wide shut di Stanley Kubrick. Il riferimento/omaggio a Kubrick esplicito nell’impianto visuale del Boléro, coniuga l’ossessività della melodia di Ravel a una danza dove l’aspetto rituale presente nel film è trasfigurato ed esaltato dall’immaginario visivo e coreografico di Zappalà.
Un unico set scenico ospita la creazione, creazione che al contempo racchiude rispettivamente l’esclusione, il corteggiamento e l’erotismo nel L’après midi d’un faune; l’inclusione, il vizio, la lussuria nel Boléro e infine la persecuzione e il sacrificio nel Le Sacre du Printemps. Per citare il titolo di un film di Lelouch che si conclude appunto con le riprese del Boléro di Ravel/Béjart si tratta sempre di danzare con e per “gli uni e gli altri”.
Compagnia Zappalà Danza:
Compagnia importante del panorama italiano, da oltre 30 anni portatrice del pensiero artistico di Roberto Zappalà, si distingue per la disponibilità di un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico del coreografo, del suo drammaturgo di riferimento Nello Calabrò e dei danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre 80 produzioni, ospitate in tutto il mondo da teatri e festival di rilievo internazionale. Caratteristica delle creazioni è anche un rigoroso lavoro sul linguaggio che nel tempo è stato costruito, denominato MoDem.
Tra i premi ricevuti, il Premio Danza&Danza per “A.semu tutti devoti tutti?” e “LA NONA”.
Dal 2002 la Compagnia Zappalà Danza è residente a Catania presso Scenario Pubblico, una struttura che ha consentito alla compagnia e al coreografo di ampliare e approfondire il lavoro di ricerca coreografica e di radicarsi sul territorio con attività di produzione, promozione, ospitalità, residenze, formazione e una programmazione ricca e articolata. Nel 2015 Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza viene riconosciuto dal MIC Centro Nazionale di Produzione della Danza, e nel 2022 ottiene un ulteriore riconoscimento come Centro di Rilevante Interesse Nazionale.
La locandina:
Compagnia Zappalà Danza
Trilogia dell’estasi
Après-midi d’un faune | Boléro | Le Sacre du Printemps
Regia, coreografia, scene costumi e luci Roberto Zappalà
Claude Debussy, L’après-midi d’un faune
Maurice Ravel, Boléro
Igor Stravinskij, Le Sacre du Printemps
altre musiche AA.VV
Danza e collaborazione: Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona, Erik Zarcone
Drammaturgia: Nello Calabrò
Costumi: Roberto Zappalà in collaborazione con Veronica Cornacchini
Realizzazione costumi: Majoca | Realizzazione scene Peroni S.p.a.
Goatmask: Giada Russo Art Atelier | Direzione tecnica: Sammy Torrisi | Tecnico luci: David Garaffo
Assistenza tecnica: Maka Dansoko, Muthoor Oma
Una co-produzione Scenario Pubblico/CZD Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza; Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; Centre Choréographique National de Rillieux-la-Pape (Lione); Fondazione I Teatri (Reggio Emilia);
MILANoLTRE Festival (Milano); Teatro Massimo Bellini (Catania)
In collaborazione con
Fondazione Teatri di Piacenza; Fondazione Ravenna Manifestazioni; Teatro del Giglio (Lucca)
Con il sostegno di MiC Ministero della Cultura; Regione Siciliana Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo
(le foto sono di Serena Nicoletti)
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