A distanza di sei anni dall’ultima volta si rinnova la collaborazione fra il Teatro del Maggio e l’ensemble de L’Homme Armé, che da oltre quattro decenni svolge un’intensa attività di ricerca e di esecuzione concertistica e discografica del repertorio, principalmente vocale, dal ‘300 al ‘600, dedicando particolare attenzione al repertorio fiorentino. Sul podio, il maestro Fabio Lombardo, che sempre alla guida de L’Homme Armé ha debuttato nelle stagioni del Maggio nella primavera del 2011.
Il concerto in programma martedì 21 maggio 2024 alle ore 20 in Sala Mehta - che prende il nome “In terra pax, musica per i signori di Firenze e Ferrara” – è volto alle composizioni di Heinrich Isaac e Josquin Després: musiche indicative dell’eleganza di due corti italiane, ossia Firenze e Ferrara, che attiravano fra i più raffinati compositori da ogni luogo d’Europa; in cartellone troviamo quattro brani di Heinrich Isaac connessi alla famiglia fiorentina dei Medici e uno di Josquin Després composto su un tenor estratto dalle parole “Hercules dux Ferrariae”.
Protagonista al fianco de L’Homme Armé l’ensemble UtFaSol che a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 2013, si dedica alla ricerca, allo studio e all'esecuzione della musica rinascimentale e barocca su strumenti storici.
L’ensemble de L’Homme Armé è formato da Giovanna Baviera e Marta Fumagalli nella sezione Cantus; Alberto Allegrezza e Andrés Montilla come Altus; Paolo Fanciullacci e Riccardo Pisani sono i Tenor mentre Gabriele Lombardi e Davide Benetti sono i Bassus.
L’ensemble UtFaSol è formato da Pietro Modesti – fondatore inoltre del gruppo musicale – al Cornetto; Elina Veronese, Fabio De Cataldo e Andrea Angeloni ai tromboni e Andrea Perugi all’organo.
Il concerto:
Musiche indicative della raffinatezza di due corti italiane che attiravano compositori da varie parti d’Europa: quattro brani di Heinrich Isaac connessi alla famiglia Medici e uno di Josquin Després composto su un tenor estratto dalle parole “Hercules dux Ferrariae”, evidenziando le vocali (re-ut-re-ut-re-fa-mi-re); una sequenza sonora che potrebbe apparire problematica per la limitata gamma e la ripetitività di alcuni suoni, ma che per Josquin, soprannominato da Lutero “il padrone delle note”, divenne l’architrave di un’articolata costruzione musicale per celebrare la magnificenza del committente Ercole I d’Este. Di Isaac, il mottetto Rogamus te, due lamenti per la morte del suo signore, Lorenzo il Magnifico (1492), su testi elaborati da Poliziano, e il solenne mottetto Prophetarum maxime, probabilmente composto per il rientro dei Medici a Firenze nel 1512, dedicato al patrono san Giovanni e al cardinale Giovanni de’ Medici, futuro papa Leone X, già allievo di Isaac.
Il programma:
Heinrich Isaac
Rogamus te
Josquin Després
Missa Hercules Dux Ferrariae: Kyrie, Gloria
Heinrich Isaac
Quis dabit pacem populo timenti?
Josquin Després
Missa Hercules Dux Ferrariae: Credo
Heinrich Isaac
Quis dabit capiti meo aquam?
Josquin Després
Missa Hercules Dux Ferrariae: Agnus Dei
Heinrich Isaac
Prophetarum maxime
Di origine fiamminga, Heinrich Isaac (1450 ca. - 1517) fu tra i più stimati musicisti del periodo rinascimentale. Il suo nome è legato a doppio filo alla corte dei Medici di Firenze dove ricoprì vari incarichi: cantore della cattedrale, organista, maestro del coro e insegnante di musica dei figli di Lorenzo il Magnifico, tra cui Giovanni de’ Medici, futuro papa Leone X. Dopo la morte del Magnifico, Isaac si trasferì per qualche anno in Germania dove fu musicista di corte di Massimiliano I d’Asburgo, per poi tornare a Firenze nel 1502 e rimanervi fino alla morte. Il vasto corpus di musiche di Isaac comprende una quarantina di messe, più di settanta mottetti, il Choralis Constantinus, antologia di composizioni sacre commissionata dalla Cattedrale di Costanza, oltre a composizioni profane in italiano e tedesco. I quattro brani in programma sono tutti connessi all’attività di Isaac a Firenze e ben rappresentano la sua grande maestria nell’arte del mottetto. Composizione polifonica liturgica nata nel XIII secolo nell’ambito della Scuola di Notre-Dame, il mottetto è una forma prevalentemente politestuale, dove le varie voci cantano testi diversi, spesso di origine differente. Questa caratteristica lo rende ben presto una delle forme predilette per la sperimentazione di nuove tecniche di scrittura da parte dei compositori fiamminghi, che ne aumentano la complessità strutturale svincolandolo talvolta dall’uso liturgico e declinandolo in ambito profano. Tra le intonazioni in programma figurano il mottetto Rogamus te, due lamenti per la morte di Lorenzo il Magnifico su testi del Poliziano Quis dabit pacem populo timenti? e Quis dabit capiti meo aquam?- e il mottetto solenne Prophetarum maxime, composto in occasione del rientro dei Medici a Firenze nel 1512 e dedicato al patrono della città San Giovanni e al cardinale Giovanni de’ Medici.
Definito ‘il signore delle note’ da Martin Lutero, Josquin Desprez fu uno dei più grandi rappresentanti della scuola franco-fiamminga, il movimento musicale predominante in epoca rinascimentale a cui si deve l’invenzione e lo sviluppo della polifonia. Nato in Piccardia (1440 ca. - 1521), Josquin fu allievo di Ogkeghem e come altri suoi illustri colleghi frequentò le corti italiane più in vista. Giunse in Italia giovanissimo e prestò servizio a Milano presso il duca Galeazzo Maria Sforza per passare poi alle dipendenze del di lui fratello, il cardinale Ascanio Sforza, con cui ebbe occasione di soggiornare a Roma. Musicista assai prolifico, realizzò una ventina di messe, composte secondo varie tecniche e basate anche su musiche profane, come la celebre melodia L'homme armé, oltre a un centinaio di composizioni vocali tra mottetti e chansons. Tra le molte doti riconosciutegli dai contemporanei vi erano la chiarezza espressiva e la capacità di adattare il senso delle parole alla melodia in maniera plastica. Grazie alla padronanza indiscussa nell’arte del contrappunto, Josquin riuscì a sedurre la committenza più esigente, come la corte di Ferrara presso la quale lavorò come maestro di cappella al servizio di Ercole I d’Este. Per ingraziarsi i favori di colui che sarebbe diventato il suo signore, il maestro fiammingo compose la celebre Missa Hercules Dux Ferrariae secondo la tecnica del ‘soggetto cavato’. Tale tecnica, assai praticata all’epoca, consisteva nell’estrapolare le altezze dei suoni dalle lettere di una o più parole per comporre il cantus firmus. Nel caso specifico, sillabando il nome e il titolo nobiliare del duca, Josquin ricava i suoni relativi di ogni vocale ( re – ut (do) – re – ut – re – fa – mi – re).
L’ensemble Homme Armé
Fondato nel 1982, L’Homme Armé svolge un’intensa attività di ricerca e di esecuzione concertistica e discografica del repertorio, principalmente vocale, dal Trecento al Seicento, dedicando particolare attenzione al repertorio fiorentino, ma senza tralasciare grandi opere della letteratura antica (tra cui Vespro della Beata Vergine, Intermedi della Pellegrina, Rappresentazione di Anima et di Corpo). Nel corso degli anni ha collaborato con vari musicisti e direttori quali Frans Bruggen, Andrew Lawrence-King, Christophe Coin, Andrew Parrott, Kees Boeke, Alan Curtis. Da molti anni la direzione artistica del gruppo è affidata a Fabio Lombardo. Negli ultimi anni, il gruppo ha sviluppato una riflessione sulle affinità tra alcune delle problematiche sollevate dalla “musica antica” e alcune forme di pensiero musicale attuale, ricercando analogie tra la ricerca della prassi esecutiva del repertorio antico e di quello contemporaneo. Tale riflessione ha stimolato L’Homme Armé ad estendere il proprio campo di ricerca ed esecuzione anche alla musica contemporanea.
L’ensemble UtFaSol
Fondato nel 2013 da Pietro Modesti con la partecipazione di Susanna Defendi e Valerio Mazzucconi (sackbut) UtFaSol Ensemble si dedica alla ricerca, allo studio e all'esecuzione della musica rinascimentale e barocca su strumenti storici. I suoi tre membri si sono conosciuti durante gli studi al Conservatorio di Bergamo, loro città natale, per poi specializzarsi in prassi esecutiva storica presso la "Schola Cantorum Basiliensis" di Basilea, in Svizzera. Il repertorio dell’ensemble spazia dalla fine del Quattrocento alla fine del Seicento. A seconda del programma del concerto, la sua strumentazione si amplia includendo bombarde, ciaramelle, percussioni, violini, viole e organo.
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