martedì 7 maggio 2024

La grandiosa Sinfonia “Eroica” di Beethoven e il Concerto per oboe e piccola orchestra di Strauss: l’Orchestra Sinfonica di Milano racconta in musica l’alfa e l’omega della cultura tedesca tra Otto e Novecento


Venerdì 10 maggio 2024 ore 20
Domenica 12 maggio 2024 ore 16
Auditorium di Milano, Largo Mahler
Richard Strauss
Concerto per oboe e piccola orchestra TrV 292
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 55 'Eroica'
Orchestra Sinfonica di Milano
Luca Stocco Oboe
Claus Peter Flor Direttore

“Posso comporre musica, grazie a Dio, ma non posso fare nient’altro che questo, sulla Terra.” Così parlava di sé Ludwig van Beethoven, uomo investito forse da qualcosa di più grande per esprimere l’inesprimibile e comunicarlo al resto dell’Umanità. Richard Wagner ebbe a dire, a proposito della Sinfonia n.3 in Mi bemolle maggiore op.55: “Soltanto col linguaggio musicale delMaestro era possibile dire l'indicibile.”
Venerdì 10 (ore 20) e domenica 12 maggio (ore 16) in Auditorium si suona questo incredibile monumento sonoro, l’“Eroica” di Beethoven, un'esaltante pagina sinfonica che ispira i più alti valori morali dell'Uomo, che nelle sue enormi dimensioni rappresenta quasi un compendio delle emozioni umane. Sul podio Claus Peter Flor (nella foto a destra), Direttore Emerito dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Fa da pendant a questo capolavoro il Concerto per oboe e piccola orchestra di Richard Strauss, con Luca Stocco solista (foto in basso). Un programma esaltante, a partire dal capolavoro beethoveniano, il cui attributo “va inteso in un senso molto lato e non è affatto da riferire a un eroe militare”, come ci ricorda sempre Wagner. Per “eroe” s’intende qui l'uomo completo cui sono proprie tutte le sensazioni puramente umane - amore, dolore, energia - nella loro massima pienezza e potenza. A partire da una idealizzazione del Generale Napoleone Bonaparte, Beethoven si riferisce alla figura dell’Eroe, dedicando proprio a lui questa grandiosa composizione. Ne deriva un’opera smisurata sia per la lunghezza che per la densità dell’elaborazione tematica, in cui Beethoven dà espressione ai propri ideali rivoluzionari, che conserva nonostante la delusione per il tradimento di Napoleone e il conseguente ritiro della dedica. A partire da questo lavoro sinfonico, vero e proprio punto di svolta nella storia della musica, Beethoven stabilisce un nuovo canone, il nuovo paradigma dell’intero sinfonismo tedesco da Schumann a Bruckner.
Ma è con l’ultimo Richard Strauss che questa parabola si conclude. Le ultime opere del compositore tedesco rappresentano una presa di coscienza del declino della cultura tedesca, quasi un crepuscolo dello spirito forgiato proprio a partire da Beethoven. Basti pensare che Metamorphosen, una delle ultime composizioni di Strauss, si conclude proprio con un tema mutuato dall’“Eroica”, trasfigurato e piegato ormai su sé stesso, a rappresentare questa crisi identitaria. Di questa fase compositiva fa parte il Concerto per oboe e piccola orchestra, brano scritto alla fine della sua carriera, nel 1946. La genesi dell’opera è molto singolare: il brano fu richiesto da John De Lancie, oboista americano della Philadelphia Orchestra, che conobbe Strauss poco dopo la sconfitta della Germania nazista nel 1945. L’esercito americano era rimasto in territorio tedesco, e in varie azioni di controllo delle città, sembra che l'oboista americano, allora al servizio dell'esercito americano, conobbe il grande compositore tedesco. Non sappiamo se si tratta di una leggenda o di una storia vera, però certamente i due si incontrarono e dal loro incontro nacque questo brano solistico. Concerto estremamente difficile dal punto di vista tecnico, vero e proprio punto di arrivo per ogni oboista, come afferma Luca Stocco, primo oboe dell’Orchestra Sinfonica di Milano e solista per l’occasione: “Ho visto tutti i più grandi oboisti diventare paonazzi alla fine della prima pagina e mezzo del Concerto, perché si tratta di un un atto inumano dal punto di vista dell'apnea. Dall’altra parte, tuttavia, bisogna anche ricordare che Strauss ha scritto questo Concerto insieme ai Vier letzte Lieder per orchestra e a Metamorphosen poco prima di morire, doni meravigliosi di questo grande compositore nell'ultima sua fase creativa.”

La Stagione 2023/2024 dell’Orchestra Sinfonica di Milano è realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia, del Comune di Milano, di Fondazione Cariplo e dei Fondatori Promotori Città Metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM e Intesa Sanpaolo.

Conferenza introduttiva
Venerdì 10 maggio alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva nel Foyer della Balconata, intitolata “Il Grand uomo di Beethoven. Un cesello mozartiano di Strauss”. Relatori Matteo Marni e Valentina Trovato.
“Lo zenit della musica tedesca con il Beethoven dello “stile eroico”; il momento del suo esaurirsi con lo Strauss delle composizioni dopo la sconfitta in guerra della Germania. Nella Terza sinfonia (1802-04) Beethoven dà espressione ai propri ideali rivoluzionari, che conserva nonostante la delusione per il tradimento di Napoleone e il conseguente ritiro della dedica al “Grand uomo”. Insieme, vi definiva il paradigma dell’intero sinfonismo tedesco da Schumann a Bruckner. Per paradosso, fu su invito di un soldato nemico, oboista nell’Orchestra di Filadelfia, che Strauss compose nel 1945 il Concerto per oboe. Il vecchio maestro vi ritornò al mondo amato del Settecento, cioè a Mozart, di cui risalta la brillantezza; ma insieme traspare la vena intima e malinconica delle prossime Metamorfosi e dei Quattro ultimi Lieder.”


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