sabato 11 maggio 2024

Riccardo Chailly dirige Čajkovskij e Prokof’ev alla Scala e in tournée. Al pianoforte Alexander Malofeev


La Stagione della Filarmonica della Scala prosegue con il secondo concerto di Riccardo Chailly in cartellone. Lunedì 13 maggio Chailly dirige il Concerto n. 1 in si bemolle minore per pianoforte op. 23 di Pëtr Il’ič Čajkovskij interpretato da Alexander Malofeev e la Sinfonia n. 3 in do minore op. 44 di Sergej Prokof’ev, proseguendo il percorso di riscoperta della musica del compositore russo iniziato nel 2023 con le Sinfonie n. 1 e n. 7. Malofeev, giovane pianista classe 2001, ha debuttato con la Filarmonica nel 2017: proprio il Concerto n. 1 op. 23 è il suo cavallo di battaglia, con il quale ha vinto il Concorso Čajkovskij di Mosca per giovani musicisti a soli tredici anni dando inizio alla sua carriera. Il concerto è trasmesso in diretta LaScalaTv. Riccardo Chailly e Alexander Malofeev sono protagonisti al Teatro alla Scala anche della Prova Aperta benefica di domenica 12 maggio alle ore 20, a sostegno di Associazione Mercurio. Nell’ambito dei progetti destinati al contrasto alla povertà educativa, sostenuti dalla nuova stagione, Associazione Mercurio propone il programma educativo La Palestra delle emozioni, che aiuta giovani e giovanissimi a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, aspirazioni e potenzialità. Con lo stesso programma Chailly e Malofeev affiancano la Filarmonica in tournée la settimana successiva, per due date alla Smetana Hall di Praga (20 maggio) e alla Philharmonie di Lussemburgo (21 maggio).
 
«Di Prokof’ev mi ha sempre affascinato la scomodità, sia caratteriale che musicale», dice Chailly. Nel 2023 ha deciso, insieme ai musicisti della Filarmonica, di intraprendere un percorso di riscoperta della musica sinfonica di Sergej Prokof’ev, cominciando dalla prima e dall’ultima Sinfonia della sua produzione (n. 1 in re maggiore e n. 7 in do diesis minore). Nella Sinfonia n. 3 in do minore Prokof’ev racchiuse le pagine più robuste dell’Angelo di fuoco, opera che suo malgrado non riuscì a mettere in scena. I ritmi ossessivi che percorrono la sinfonia sono gli stessi che ritraggono l’ossessione di Renata, innamorata dell’Angelo di fuoco e rinchiusa in un mondo di incubi, estasi e spettri. Chailly continua: «Fino alla fine della sua vita Prokof’ev ha cercato la provocazione, che tradotta in senso ritmico, può diventare ossessione, angoscia – pensando all’Angelo di fuoco. Ha sempre avuto questo senso di ribellione al sistema formale. Pur rimanendo in un regime tonale ha adoperato la tonalità da vero Maestro, all’insegna di tutto ciò che è imprevedibile. Quando dopo quattro note sai dire chi è l’autore, vuol dire che è un gigante. E lui è uno di questi».

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