sabato 4 maggio 2024

ACCADEMIA DI SANTA CECILIA - EMANUEL AX IN RECITAL - LUNEDI 6 MAGGIO

 
Lunedì 6 maggio ore 20.30 
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
 
pianoforte Emanuel Ax 
 
Beethoven Sonata op. 13 "Patetica"
Schönberg Drei Klavierstücke op. 11
Beethoven Sonata op. 2 n. 2
Schönberg Drei Klavierstücke (1894)
       Sechs kleine Klavierstücke op. 19
Beethoven Sonata op. 57 "Appassionata"
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biglietti: da € 18 a € 38

Torna con un recital dedicato a Beethoven e  Schönberg  ̶  lunedì 6 maggio alle ore 20.30 (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica)  ̶   il pianista statunitense Emanuel Ax (nlla foto di Nigel Parry). 
Nato da genitori polacchi a Leopoli, in Ucraina, Ax ha vissuto brevemente a Varsavia per poi trasferirsi prima in Canada, a Winnipeg, e poi a New York. Nel 1974 ha vinto il concorso pianistico Anton Rubinstein di Tel Aviv e nel 1979 il prestigioso Avery Fisher Prize. Da allora la sua carriera è decollata e il pianista si è esibito, oltre che in recital e in ambito cameristico, con le orchestre più blasonate del mondo, come i Berliner e i Wiener Philharmoniker. A Santa Cecilia ha debuttato nel 1988, mentre la sua ultima presenza risale al marzo del 2019.
Nel concerto romano eseguirà tre Sonate di Ludwig van Beethoven: la giovanile Sonata op. 2 n. 2 del 1795 dedicata a Haydn e la Sonata "Patetica" op. 13, composta tra il 1798 e il ‘99 e prima manifestazione matura di quello che è un nuovo orientamento sulla concezione del genere della Sonata. Il terzo brano in programma del genio di Bonn è la celebre “Appassionata” op. 57 del 1805: questa Sonata, in cui il musicista tende alla semplificazione dei contenuti e alla spettacolarità della forma, è considerata il primo capolavoro del periodo “eroico” di Beethoven.
In occasione dei 150 anni della nascita di Arnold Schönberg (1874-1951), Emanuel Ax eseguirà anche tre brani del compositore viennese trasferitosi negli Stati Uniti nel 1933. I Tre pezzi per pianoforte op. 11 furono scritti intorno al 1909 dopo capolavori come Notte trasfigurata e Pelleas und Melisande; i precedenti Tre pezzi per pianoforte del 1894 seguono ancora la scia del tardo Brahms, mentre nei Sei piccoli pezzi per pianoforte op. 19 l’Autore aspira a un’arte completamente libera dalle forme, come rivelò in una lettera del 1909: “Aspiro a una liberazione completa da tutte le forme, da tutti i simboli, dalla coerenza e dalla logica”.


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