domenica 5 maggio 2024

33° MILANO MUSICA | Teatro alla Scala | 9 maggio 2024

 
33° Festival Milano Musica
L’ASCOLTO INQUIETO
Dal 23 aprile all’8 giugno 2024
TEATRO ALLA SCALA
GIOVEDÌ 9 MAGGIO


ORE 19
RIDOTTO DEI PALCHI A. TOSCANINI
Geneviève Strosser, viola
Heinz Holliger (1939)
Trema per viola sola (1981, 13')
György Kurtág (1926)
Selezione di brani per viola sola (12') da
Jelek (1961, rev. 1992)
Signs. Games and Messages


ORE 20
TEATRO ALLA SCALA
Filippo Gorini, pianoforte
György Kurtág (1926)
Selezione di brani pianistici (25') da Játékok (1973-2010)
Miharu Ogura (1996)
Sillage de lignes (2022, 8')
Prima esecuzione in Italia
Franz Schubert (1797-1828)
Sonata in si bemolle maggiore D 960 (1828, 45')

In collaborazione con
Teatro alla Scala
Società del Quartetto di Milano
Sponsor istituzionale
Intesa Sanpaolo


La riflessiva concisione delle brevi pagine pianistiche dal ciclo Játékok di György Kurtág, non a caso accostate all’ultima Sonata di Schubert e a una novità per l’Italia della ventisettenne giapponese Miharu Ogura, è al centro del concerto del giovane pianista Filippo Gorini, realizzato in collaborazione con la Società del Quartetto di Milano (giovedì 9 maggio ore 20).
Si pone in dialogo con il pianoforte di Filippo Gorini (sempre giovedì 9 maggio, un’ora prima del suo concerto nel Ridotto dei Palchi A. Toscanini) la viola di Geneviève Strosser, in un programma che accosta Trema di Heinz Holliger ad altre pagine di György Kurtág, in cui il compositore raggiunge, ancora una volta, il massimo dell’espressione con i mezzi più minimali.
Del suo recital scrive Filippo Gorini: «Il programma di questo recital è in continuità totale con il mio lavoro negli ultimi anni, e affianca all’ultima Sonata di Schubert, una retrospettiva sulla musica di quello che sento essere il più grande compositore vivente, György Kurtág, e un affascinante brano di una compositrice della mia stessa generazione, Miharu Ogura.
La Sonata D960 di Schubert è una delle pagine più toccanti del repertorio pianistico, un lungo viaggio invernale sospeso sul crinale tra questo mondo e il mondo inconscio, che si regge più sulle logiche del sogno che su un percorso razionale e chiaro. Non mancano gli elementi perturbanti, e il fascino di una cantabilità in cui il riso può sprofondare nell’abisso e risollevarsi teneramente anche in una sola battuta, o nel collegamento di due armonie.
Gli Játékok di Kurtág (nella foto) che ho scelto per questo concerto, invece, ripercorrono tutta la vita di questo grandissimo artista. Se Schubert morì a 31 anni, a quell’età Kurtág non aveva ancora pubblicato un’opera. Cesellatore capace di creare aforismi di profondissima umanità, negli Játékok troviamo il suo linguaggio più intimo, come se aprissimo pagine di un diario, tra omaggi ad altri artisti ammirati o amici (tra cui, ad esempio, quelli meravigliosi a Schubert e Luciana Pestalozza), fino a un ultimo brano del 2022 dedicato alla moglie Márta mancata nel 2019. Il suo linguaggio musicale è estremamente personale, e sempre fortemente poetico.
Volevo però anche “rompere” la sicurezza di questi due autori, ormai giustamente passati alla storia, e provare a scommettere anche su un brano veramente giovane. La pianista e compositrice giapponese Miharu Ogura ha composto Sillage de lignes nel 2022 in occasione del concorso di Orléans, dove vinse il premio come miglior brano in prima esecuzione. È una scrittura piena di fascino, nervosa, virtuosistica, serrata, che con giochi imitativi e un gusto timbrico per sonorità secche disegna un brano molto intenso».
In stretta connessione con le pagine di Kurtág scelte da Gorini per il suo concerto quelle proposte da Geneviève Strosser, che apre la serata nel Ridotto dei Palchi A. Toscanini. La raccolta per viola sola Jelek (Segni) op. 5, risalente al 1961 [...], è tra le prime opere del catalogo di György Kurtág, [...] incentrate intorno allo sviluppo di strutture musicali minimali – come per esempio le varie modalità di connessione di due note – in pezzi di piccole dimensioni per organici ridotti [...]. In particolare il primo e il secondo pezzo (che recano le indicazioni rispettivamente Agitato e Giusto) entreranno a far parte del progetto Jelek, játékok és üzenetek (Segni, giochi e messaggi) per strumenti ad arco (violino, viola, violoncello e contrabbasso) impiegati da soli e in varie combinazioni [...]. Iniziato nel 1989, Jelek, játékok és üzenetek [...] è un progetto in progress come altri di György Kurtág, che si riallaccia, tanto nella forma quanto nella sostanza, a quello pianistico generativo di Játékok (Giochi, 1973-2010), l’immenso diario compositivo che rappresenta una sorta di quintessenza dell’arte dell’autore ungherese [...]. Costituito dai «pezzi più brevi possibili, in cui il materiale è sfruttato al massimo grado possibile», il progetto Jelek, játékok és üzenetek [...] è divenuto dalla fine degli anni Ottanta un nuovo e altro Játékok [...] nell’ambito della musica da camera [...]. La raccolta per viola sol (1998-2005) comprende a oggi ventotto pezzi, la cui natura è diversificata appare comunque riconducibile alle tipologie presenti anche in Játékok: lettere musicali, tributi e omaggi, esperimenti di tecnica strumentale e performativa, ricreazioni di musica popolare, pezzi in memoriam [...].
In apertura di concerto è Heinz Holliger con Trema, composto nel 1981 per la violista e pittrice Rivka Golani (nella foto), che lo suona in prima esecuzione assoluta il 1° luglio dello stesso anno a Parigi nel quadro del festival Musique vivante [...]. L’idea alla base del pezzo è l’impiego di diversi livelli temporali su un solo strumento [...] in Trema “a un’armonia che procede in un tempo estremamente lento si sovrappone una tecnica precisamente definita di arpeggi e tremoli d’arco, come se si trattasse di setacci sonori che oscillano costantemente e si muovono in direzioni diverse. Ciò che percepiamo attraverso queste griglie è una musica che si evolve a grande velocità e comprende una molteplicità di strati sonori: difficilmente sembra prodotta da un solo musicista, su un solo strumento”. [...]. (Cesare Fertonani)

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