È uno dei capolavori assoluti del repertorio operistico a inaugurare la Stagione artistica 2025-2026 della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova: il dramma giocoso Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte in scena da venerdì 3 ottobre alle ore 20 (repliche: sabato 4 ottobre ore 15, domenica 5 ottobre ore 15, venerdì 10 ottobre ore 20, sabato 11 ottobre ore 20 e domenica 12 ottobre ore 15) nel teatro progettato da Aldo Rossi che comincia un nuovo percorso sotto la guida del sovrintendente Michele Galli e del direttore artistico Federico Pupo.
«Inaugurare la Stagione con Don Giovanni – sottolinea il sovrintendente Michele Galli – significa confrontarsi con un’opera che ci fa interrogare sul senso stesso del teatro e sulla sua importanza. È un titolo fondativo della nostra identità culturale, e al Carlo Felice si inserisce come apertura di un percorso di rinnovamento che desideriamo condividere con la città e con il nostro pubblico, caratterizza la ripartenza delle attività tradizionali ma anche le novità, costituite dalla divulgazione e dalla sezione Education. L’allestimento – ormai “classico” e pluripremiato a livello internazionale – che metteremo in scena testimonia la volontà di sottolineare la vocazione di Genova come porto di arrivo e di partenza per nuove rotte e nuove riflessioni artistiche. La gioia per questa inaugurazione è poi accresciuta dai risultati di biglietteria: gli abbonamenti sono aumentati di oltre il 20% rispetto alla stagione precedente, sia per il cartellone operistico che per quello dei concerti. Questo non può che renderci fiduciosi verso il cammino intrapreso».
«Il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte nella messa in scena di Damiano Michieletto – aggiunge il direttore artistico Federico Pupo – è uno spettacolo che ha saputo rinnovare la lettura di un classico senza mai tradirne l’essenza. Portarlo a Genova significa aprire la stagione con un segnale forte: radicare il Teatro Carlo Felice nella tradizione e, al tempo stesso, nell’attualità di letture contemporanee. È un lavoro che dialoga con la nostra idea di teatro come spazio capace di raccontare, attraverso Mozart, i conflitti e le ambiguità dell’uomo moderno. È la prima tappa della nostra traversata tra epoche, linguaggi, emozioni diverse».
Per questa occasione inaugurale, arriva per la prima volta a Genova una delle più celebri, premiate e apprezzate produzioni del regista Damiano Michieletto e del suo “dream team” – costituito dallo scenografo Paolo Fantin, dalla costumista Carla Teti, dal light designer Fabio Barettin – cioè quella ideata per il Teatro La Fenice di Venezia e che negli anni ha collezionato riconoscimenti – nel 2011 Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali per le scene e i costumi e ben cinque International Opera Awards per regia, scene, costumi e miglior spettacolo in Europa nel 2010 – e numerose riprese nel teatro lagunare sempre di grande successo.
Sul podio ci sarà Constantin Trinks, direttore tedesco con un’importante carriera internazionale, chiamato a guidare l’Orchestra e il Coro (diretto da Claudio Marino Moretti) del Teatro Carlo Felice, e un cast che unisce interpreti di solida esperienza e voci emergenti: Simone Alberghini (Don Giovanni), Desirée Rancatore (Donna Anna), Ian Koziara (Don Ottavio), Jennifer Holloway (Donna Elvira), Giulio Mastrototaro (Leporello), Mattia Denti (Il Commendatore), Alex Martini (Masetto) e Chiara Maria Fiorani (Zerlina). Nelle recite del 4 e 11 ottobre ci saranno nei ruoli principali Gurgen Baveyan (Don Giovanni), Irina Dubrovskaya (Donna Anna), David Ferri Durà (Don Ottavio), Monica Zanettin (Donna Elvira, anche nella recita del 12 settembre), Bruno Taddia (Leporello). La regia di Michieletto è ripresa da Elisabetta Acella.
Chi è Don Giovanni, chiedeva nel 2010 il musicologo Michele Girardi a Damiano Michieletto durante le prove prima del debutto a Venezia? «Un personaggio sul quale puoi dire tutto e il contrario di tutto. Sul quale sono state scritte migliaia di cose, che ti sfugge continuamente, e quando vuoi cercare di definirlo lo stai limitando. […] Quando sei regista devi scegliere, non puoi restare nel vago perché è un classico, ed è ciò che sto facendo, e approfondendo mentre provo. Mi premeva trovare una lettura che non lo riducesse a dei cliché, tuttavia stavolta ho deciso di non attualizzare la vicenda in un altro contesto, ma di riflettere sul momento in cui l’opera è stata scritta e approfondire le complesse relazioni tra i personaggi. Ho preso le mosse dai tratti della psicologia di Don Giovanni che mi hanno emozionato, partendo da quel che emerge dal canto di Leporello all’inizio dell’opera, che, con una sintesi ch’è tipica dei personaggi semplici, e proprio in un momento in cui la sua affermazione rischia di passare inosservata, sembra parlare di sé stesso, ma in realtà ci dice una cosa fondamentale del “cavaliere estremamente licenzioso”: […] Don Giovanni è una persona che nulla sa gradire, e che non troverà mai qualcosa che appagherà i suoi desideri. E quindi non potrà mai stupirsi o commuoversi, perché sono emozioni che lo frenerebbero. Lo stupore fa scattare una molla che in lui non scatta mai. Anche alla fine, quando arriva il Commendatore, Don Giovanni non si frena, ma rilancia continuamente (“Pèntiti. – No. – Sì. – No”), proiettandosi in avanti fino all’autodistruzione, come una macchina lanciata a folle velocità, che prima o poi andrà fuori strada, e non frena quando c’è una curva, e quindi si schianta. In queste condizioni la fine di Don Giovanni non arriva tramite un deus ex machina che risolve i problemi degli altri personaggi che non sono in grado di frenare Don Giovanni, ma è un’autodistruzione. Parafrasando Kierkegaard, Don Giovanni muore per eccesso di vita, è talmente oltre ad ogni limite che è condannato all’autodissoluzione. Anche quando canta «Viva la libertà!», frase che può avere vari riflessi, anche politici – e libertà è un’altra parola molto abusata – Don Giovanni è libero, ma in un certo senso anche condannato a un percorso obbligato, e non ha altra scelta se non quella di andare avanti... E tutti i personaggi che ruotano intorno a lui una volta che vengono a contatto con Don Giovanni cominciano a subire questo suo fascino malato. Non c’è mai un momento nell’azione in cui non si parli di Don Giovanni: quando è in scena domina tutte le relazioni che si stabiliscono in quel momento, e quando non c’è gli altri personaggi soffrono per causa sua».
Importante novità nello spirito di divulgazione e coinvolgimento del pubblico, saranno delle introduzioni all’ascolto di circa 30 minuti che gli spettatori delle singole recite potranno seguire 45’ prima dell’inizio nel Foyer, curate dal direttore artistico Federico Pupo con gli studenti del Conservatorio “Paganini”.
Per la collaborazione e la generosità in occasione della serata inaugurale della Stagione 2025-2026 si ringraziano: Dellepiane profumerie e Capurro Group.
venerdì 3 ottobre 2025, ore 20 Turno A
sabato 4 ottobre 2025, ore 15 Turno F
domenica 5 ottobre 2025, ore 15 Turno C
venerdì 10 ottobre 2025, ore 20 Turno B
sabato 11 ottobre 2025, ore 20 Turno L
domenica 12 ottobre 2025, ore 15 fuori abbonamento
Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni
Dramma giocoso in due atti K527
Libretto di Lorenzo Da Ponte dal dramma El burlador de Sevilla y convidado de piedra di Tirso de Molina attraverso il libretto Don Giovanni o sia Il convitato di pietra di Giovanni Bertati per Giuseppe Gazzaniga
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Prima rappresentazione Praga, Nostitz-Theater, 29 ottobre 1787
Inaugurazione della stagione di opera e balletto 2025/2026
Direttore Constatin Trinks
Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Luci Fabio Barettin
Assistente ai costumi Beatrice Serpillo
Assistente alle scene Riccardo Roggiani
Assistente alle luci Ludovico Gobbi
Don Giovanni Simone Alberghini / Gurgen Baveyan (4, 11)
Donna Anna Desirée Rancatore / Irina Dubrovskaya (4, 11)
Don Ottavio Ian Koziara / David Ferri Durà (4, 11)
Il Commendatore Mattia Denti
Donna Elvira Jennifer Holloway / Monica Zanettin (4, 10, 12)
Leporello Giulio Mastrototaro / Bruno Taddia (4, 11)
Masetto Alex Martini
Zerlina Chiara Maria Fiorani
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Allestimento della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia
immagini dello spettacolo a Genova (ph.
Marcello Orselli)







Nessun commento:
Posta un commento