Tanti auguri Luciano Berio! L’Orchestra Sinfonica di Milano, dà il via alle celebrazioni del centenario della nascita di Luciano Berio (1925–2025), una delle figure più influenti della musica del Novecento, con un concerto speciale al Teatro Gerolamo nell’ambito della sua stagione da camera, il 26 ottobre, a pochi giorni dal compleanno del maestro italiano.
Questo evento si inserisce nel calendario delle celebrazioni dedicate al compositore, confermando il ruolo dell’Orchestra Sinfonica di Milano come istituzione attenta al dialogo tra ricerca contemporanea e tradizione. Attraverso la collaborazione con il Centro Studi Luciano Berio – punto di riferimento internazionale per la valorizzazione e la diffusione del lascito artistico di Berio – il concerto diventa occasione per approfondire la modernità del suo pensiero musicale, il suo legame con la parola, la memoria e il linguaggio.
Luciano Berio (Oneglia, 24 ottobre 1925 – Roma, 27 maggio 2003) intrattenne un legame duraturo e significativo con l’Orchestra Sinfonica di Milano, diventandone Direttore Onorario nel 2000, carica che mantenne fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2003. Durante questo periodo, il Maestro diresse personalmente concerti di proprie composizioni, come quelli del marzo aprile 2000 con la soprano Alda Caiello e The Swingle Singers, e un secondo programma affidato a Yoram Davis nel 2001, con il trombone solista Christian Lindbergh.
Luciano Berio è stato uno dei protagonisti assoluti del XX secolo musicale. La sua poetica, sospesa tra sperimentazione e radici umanistiche, ha ridefinito il concetto stesso di ascolto e di scrittura musicale, ponendo la relazione tra suono, voce e struttura come atto di conoscenza. Il concerto propone due pagine esemplari della sua produzione cameristica: i Duetti per due violini (1997–2000) e Glosse per quartetto d’archi (1958). I Duetti, nati come una sorta di “diario musicale”, sono miniature dedicate a colleghi, interpreti e amici del compositore. In ciascun breve brano si condensa un gesto, un carattere, un omaggio personale. Berio intreccia la semplicità della forma con un linguaggio sottilmente ironico e poetico, creando un catalogo di identità sonore. In Glosse, invece, il compositore riflette sulla funzione stessa del quartetto come forma storica e simbolica, costruendo un “commento” (come suggerisce il titolo) al linguaggio classico. Brevi frammenti, contrasti e silenzi diventano elementi di un discorso che non si chiude, ma apre continuamente prospettive. È una pagina che racchiude l’essenza di Berio: la capacità di interrogare la tradizione per rigenerarla, trasformandola in pensiero vivo.
Nel programma, la musica di Berio è in dialogo con quella di altri due giganti del Novecento, Anton Webern e Dmitrij Šostakovič. Il programma si apre con il Langsamer Satz di Anton Webern, scritto nel 1905: un brano giovanile, ancora tonale ma già percorso da quella densità e trasparenza che avrebbero caratterizzato la poetica dodecafonica. Webern rappresenta, per Berio, una figura di riferimento nella costruzione del suono come gesto concentrato, nella ricerca della purezza formale e nella tensione tra semplicità e complessità.
Chiude il concerto il Quartetto n. 8 in do minore, op. 110 di Dmitrij Šostakovič, composto nel 1960 e dedicato “alle vittime del fascismo e della guerra”. Opera profondamente autobiografica, scritta in soli tre giorni a Dresda, il quartetto è uno dei vertici del repertorio cameristico novecentesco: un grido di dolore e memoria, ma anche una dichiarazione d’identità artistica. Le sue citazioni interne, i riferimenti al nome del compositore (D–Es–C–H) e ai suoi lavori precedenti trasformano la musica in un atto di resistenza intellettuale. Un’opera più che mai attuale.
A interpretare queste pagine saranno i Solisti della Sinfonica di Milano – Luca Santaniello e Lycia Viganò ai violini, Gabriele Mugnai alla viola e Mario Shirai Grigolato al violoncello – protagonisti di un dialogo di alto livello, tecnico ed espressivo.

Nessun commento:
Posta un commento