Bologna Festival 2025
44esima Stagione
Il Nuovo, l’Antico e l’Altrove
Dal 18 settembre al 30 ottobre
Giovedì 2 ottobre 2025 ore 16.30
nell’ambito di ExiTime
2025 (rassegna di FontanaMIX Ensemble)
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di
Bologna
FontanaMIX ensemble
Daniele Ghisi informatica musicale (nella foto in alto)
Sylvan Cadars tecnico del suono
Ircam-Parigi
Daniele Ghisi An Experiment with
Time (reloaded)
l’esecuzione sarà preceduta
da un’introduzione a cura di Daniele Ghisi
***
Giovedì 2 ottobre 2025 ore 20.30
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di
Bologna
FontanaMIX ensemble
Daniele Ghisi informatica musicale
Sylvan Cadars tecnico del suono
Ircam-Parigi
Valentino Corvino violino
Marco Ignoti clarinetto
Luciano Berio Sequenza VIII per
violino
Luciano Berio Sequenza IX per
clarinetto
Daniele Ghisi An Experiment with
Time (reloaded)
in coproduzione con FontanaMIX ensemble
e in collaborazione con IRCAM
Terzo appuntamento per la fortunata rassegna Il Nuovo, l’Antico, l’Altrove, del Bologna Festival, nella Sala delle Ciminiere del MAMbo, il 2 ottobre sarà una delle rarissime occasioni italiane per conoscere dal vivo il progetto commissionato da Ircam-Parigi a Daniele Ghisi, creatore di musica, video e animazione dell’opera An Experiment with Time. L’evento sarà declinato in due concerti, il primo alle 16,30 (nell’ambito di ExiTime 2025) e il secondo alle 20,30 in cui il pezzo di Ghisi sarà preceduto da due sequenze di Berio, l’VIII per violino e la IX per clarinetto. In coproduzione con FontanaMIX ensemble e in collaborazione con Ircam, Ghisi sarà presente per l’esecuzione alla consolle dell’elettronica, accompagnato da Sylvan Cadars tecnico del suono Ircam-Parigi. L’ispirazione da cui Daniele Ghisi ha tratto il suo lavoro, liberamente desunto all’omonimo libro di William Dunne, è davvero molto intrigante: Dunne, un ingegnere aeronautico inglese dai mille interessi, scrisse nel 1927 un saggio intitolato An Experiment with Time nel quale raccontò l’ideazione e la condotta di un esperimento sui propri sogni. L’interesse di Dunne era stato stuzzicato da una sorta di premonizione, l’immagine dettagliata di un’esplosione poi realmente accaduta qualche giorno dopo il suo sogno, e ciò lo portò a focalizzare la propria attenzione sulla temporalità della materia onirica. Cominciò così ad annotare meticolosamente tutto ciò che ricordava dei propri sogni, cercando di capire se fossero collegati al passato o al futuro, ma il numero pressoché equivalente del risultato lo condusse ad un’unica conclusione: nel sonno tutti i momenti accadono contemporaneamente. Da questo principio parte la costruzione del progetto di Ghisi, che affianca la musica ad un intrigante ed eloquente filmato di sua creazione.
L’8 ottobre sempre in San Filippo Neri mdi ensemble, specializzato da sempre in repertorio contemporaneo, metterà in dialogo Debussy con la giovane compositrice Daniela Terranova e la sua nuova composizione per quartetto d’archi in prima esecuzione assoluta e scritta su commissione di Bologna Festival e Ferrara Musica. L’idea è dunque quella di lavorare sul fil rouge della fisicità nell’espressione musicale, da Debussy ai giorni nostri con le due composizioni unite dall’attitudine per una forte gestualità sonora: implicita in Debussy, esplicita, incline alla “creazione di una coreografia del suono”, nello stile della compositrice italiana.
Mercoledì 15 ottobre, ancora in San Filippo Neri, la prima presentazione dal vivo del nuovo progetto discografico di Simone Vallerotonda Scarlatti 300 con la sua inusuale ‘band’ su strumenti antichi I Bassifondi, ensemble filologicamente di impeccabile correttezza, ma da sempre pronto a sfidare qualsiasi pubblico, anche quello delle osterie o dei pub, per dimostrare che la musica antica mantiene ancora oggi quel fascino popolare che la rese vera hit dall’aja alla piazza di mercato per secoli. In questa preziosa occasione si avrà la prima esecuzione moderna della serenata a tre voci Clori, Lidia e Filli di Alessandro Scarlatti, eseguita probabilmente a Napoli il 2 giugno del 1701 in occasione della festa del Corpus Domini e poi caduta nell’oblio. La sua riscoperta nei trecento anni dalla morte del compositore palermitano, si deve alla curiosità e all’estro di Simone Vallerotonda, uno dei maggiori liutisti italiani ed instancabile ricercatore di tesori musicali dimenticati.
Il 23 ottobre in San Filippo Neri si avrà poi, in prima assoluta, il nuovo progetto Il Fiato che resta – Musiche Erranti e Voci in Esilio di Ars Vulgaris, originalissimo ensemble fondato da Robindro Nikolich Mukherjee, clarinettista e spagnolo di origini indiane e di piccoli slavi, di grande virtuosismo che spazia con agilità dal repertorio classico a quello etnico. Con lui in palcoscenico il violoncellista Pau Valls Vila, Robert Santamaria al Kanun, cetra trapezoidale di matrice arabo classica, e il Saz, liuto turco, infine Francesco Savoretti alle percussioni etniche. Dunque un percorso dal Mediterraneo orientale verso est in cui la tradizione folklorica si unisce all’impronta classica e all’estro jazz per un esito inatteso, popolare e colto al contempo.
Gran chiusa infine il 30 ottobre a Santa Cristina della Fondazza con l’ensemble vocale Odhecaton, celebre per la sua specializzazione nel canto polifonico dal ‘400 al ‘600, qui con il progetto Illumina oculos meos - Quasi una liturgia attorno a Palestrina, in cui partendo dal grande maestro veneziano e dalla sua celebre, omonima missa, se ne indagano gli echi novecenteschi con Pärt, Rihm, Stravinskij e Scelsi.

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