mercoledì 15 ottobre 2025

A causa di uno sciopero indetto dalle rappresentanze sindacali, la prima di Wozzeck di Alban Berg non avrà luogo. Confermate le altre 4 recite. Wozzeck di Alban Berg va in scena al Teatro La Fenice in versione italiana in occasione dei cento anni dalla prima rappresentazione assoluta

 
A causa di uno sciopero indetto dalle rappresentanze sindacali unitarie, la recita di venerdì 17 ottobre di Wozzeck di Alban Berg non avrà luogo. Restano confermate le altre quattro recite: domenica 19 ottobre ore 15.30 (turno B); martedì 21 ottobre ore 19.00 (turno D); giovedì 23 ottobre ore 19.00 (turno E); domenica 26 ottobre ore 15.30 (turno C), che andranno in scena al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025.
            Ecco di seguito le modalità di rimborso per abbonati e acquirenti: gli abbonati del turno A riceveranno comunicazione dedicata per eventuale recupero dello spettacolo oppure per il rimborso del rateo di abbonamento a mezzo bonifico bancario. Per chi ha acquistato il biglietto online non sarà necessario invece richiedere il rimborso, che avverrà automaticamente sulla carta di credito utilizzata per l’acquisto, entro trenta giorni. Gli acquirenti che hanno acquisito il titolo di accesso tramite biglietterie oppure tramite biglietteria telefonica riceveranno una comunicazione dall’Ufficio Ticketing di Vela Spa con la richiesta dei dati bancari, necessari per poter ricevere il rimborso tramite bonifico.
            Wozzeck di Alban Berg va in scena al Teatro La Fenice in occasione dei cento anni dalla prima rappresentazione assoluta, e torna sul palcoscenico di Campo San Fantin dopo lunga assenza: l'ultimo allestimento veneziano risale infatti al 1992. L’allestimento sarà a cura del regista Valentino Villa, con le scene di scene Massimo Checchetto, i costumi di Elena Cicorella e il light design di Pasquale Mari, e sarà affidato per la parte musicale a Markus Stenz, con Roberto de Candia nel ruolo del titolo e Lidia Fridman in quello di Maria. Particolarità che merita una menzione speciale: il capolavoro di Berg sarà proposto nella versione italiana di Alberto Mantelli, presentata per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma, nel 1942, con la partecipazione di due illustri veneti: il baritono Tito Gobbi e il direttore d’orchestra Tullio Serafin.
           

Opera in tre atti, su libretto dello stesso compositore ricavato dal dramma incompleto di Georg Büchner, Wozzeck andò in scena per la prima volta alla Staatsoper di Berlino il 14 dicembre 1925. Si tratta di un testo chiave dell’avanguardia del Novecento: Wozzeck concentra in un capolavoro di teatro musicale la straordinaria ricchezza dell’esperienza artistica maturata a Vienna in secoli di storia, da Mozart al crepuscolo dell’Impero. La narrazione, spezzata in quadri di grande forza emotiva, giustapposti come in un montaggio cinematografico, portano alla luce temi importanti come il militarismo disumanizzante, lo sfruttamento sociale, il sadismo, presentati in moto brutale e senza compromessi nel contesto di una vicenda di amore, gelosia e morte dal tenue gusto melodrammatico. E su tutto spicca la figura del protagonista, carica di umanità e di dolore.
            «Il personaggio che dà il titolo all’opera – spiega il regista Valentino Villa – richiama una figura realmente esistita e un fatto di cronaca nera cui il drammaturgo si era rifatto nel comporre la sua pièce. Questo elemento stabilisce subito un legame con la realtà, anche perché il caso cui fa riferimento Büchner è di poco precedente alla sua nascita. Il personaggio, così come l'intera opera teatrale, contiene qualcosa di misterioso, per cui cercare di analizzarlo è un'operazione estremamente complessa. Penso non lo si possa fare in assoluto ma attraverso delle lenti: se ad esempio lo guardiamo sul piano sociale è indubbio che Woyzeck appartenga alla categoria degli ultimi, sia vessato socialmente, politicamente ed economicamente, all'interno di una piramide in cui lui si colloca alla base. Prima di arrivare alle questioni psicopatologiche, però, pesano altri elementi che sono comunque oggettivi: la povertà, la miseria, la difficoltà di sopravvivere e quindi, come vediamo nel racconto, la necessità di piegarsi a esperimenti di dottori forse a loro volta folli».
            

A proposito della scelta di proporre l’opera nella versione italiana, così si esprime il direttore d’orchestra Markus Stenz: «A mio parere è una scelta eccellente, oltre che una straordinaria possibilità artistica. Al centro di qualsiasi performance di Wozzeck ci sono le parole, si potrebbe davvero dire che le parole parlano. L'opera trae origine dalla pièce teatrale di Büchner, e il modo in cui Berg l'ha trasposta in musica è tanto vicino all'impatto immediato suscitato da quelle parole che per me era veramente cruciale che il pubblico italiano ne cogliesse sin da subito l'immediatezza. Ci sono in Wozzeck termini che devono colpire lo stomaco di chi ascolta, emozioni profonde che sono innescate da una sola sillaba».
            Il cast di questo nuovo allestimento di Wozzeck è composto da Roberto de Candia nel ruolo del titolo, da Enea Scala in quello del tamburmaggiore, da Paolo Antognetti in quello di Andres; Leonardo Cortellazzi sarà il capitano; Omar Montanari il dottore; Marcello Nardis lo sciocco; Lidia Fridman interpreterà Maria; Manuela Custer, Margret; il primo e il secondo garzone saranno interpretati rispettivamente da Rocco Cavalluzzi e da William Corrò. Il ruolo comprimario del saldato sarà affidato in alternanza agli artisti del Coro del Teatro La Fenice Alessandro Vannucci e Cosimo D’Adamo. Accanto a Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – maestro del Coro Alfonso Caiani – saranno impegnate le voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, istruite da Diana D’Alessio.

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