martedì 6 febbraio 2024

STEFANO MONTANARI TORNA OSPITE DEI POMERIGGI MUSICALI PER DIRIGERE ANTONIO ALESSANDRI TALENTO MILANESE DICIASSETTENNE DELLA TASTIERA


Teatro Dal Verme
giovedì 8 e sabato 10 febbraio
direttore Stefano Montanari
pianoforte Antonio Alessandri
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)
Idomeneo, re di Creta (Ouverture)
 
Camille Saint-Saëns
(Parigi, 1835 – Algeri, 1921)
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in Sol minore op. 22
Andantino sostenuto
Allegro scherzando
Presto
 
Ludwig van Beethoven
(Bonn, 1770 – Vienna, 1827)
Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 36
Adagio molto - Allegro con brio
Larghetto
Scherzo - Allegro
Allegro molto
 
Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 8 febbraio – ore 10 In anteprima
giovedì 8 febbraio – ore 20 concerto
sabato 10 febbraio – ore 17 concerto
 
Antonio Alessandri, diciassettenne milanese, è considerato fra i più interessanti pianisti emergenti di questi anni. Allievo di Davide Cabassi al Conservatorio di Milano, sta conquistando premi e apprezzamenti a livello internazionale. Dopo il debutto nel 2022 e un applaudito concerto anche nel 2023, torna al Teatro Dal Verme nella Stagione dei Pomeriggi Musicali giovedì 8 (ore 10 e ore 20) e sabato 10 febbraio (ore 17) con Stefano Montanari sul podio per un pezzo celeberrimo e molto amato come il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in Sol minore op. 22 di Camille Saint-Saëns, uno dei dieci concerti “esemplari” che compongono il percorso scelto per il pianoforte nella Stagione 2023-2024 dell’orchestra milanese.
Stefano Montanari – tra i direttori più amati dai Pomeriggi Musicali, da poco nominato alla guida dell’Orchestra del Petruzzelli di Bari – proporrà in apertura l’ouverture dall’opera di Wolfgang Amadeus Mozart Idomeneo e in chiusura la Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven.
 
«La musica in programma – spiega Raffaele Mellace nelle note per il programma di sala – realizza il miracolo di coinvolgerci in un avvincente spettacolo di teatro musicale senza ricorrere né a scene, né a costumi, né a cantanti o attori. Un’orchestra e un pianoforte sono infatti più che sufficienti ai tre autori in cartellone per dar vita a un vibrante teatro sonoro i cui personaggi balzano palpitanti dinnanzi a noi, evidenti all’orecchio e all’immaginazione senza che l’occhio venga chiamato in causa. La vocazione teatrale della prima pagina è naturalmente costitutiva. Si tratta dell’Ouverture che Mozart compose come portale d’accesso all’opera seria Idomeneo, in scena al Teatro di Corte di Monaco di Baviera nel 1781. […] Squisitamente teatrale è anche lo spettacolo che quasi un secolo più tardi Camille Saint-Saëns allestirà in tempi record con il Secondo Concerto per pianoforte. Gli occorsero infatti soltanto diciassette giorni per approntare una partitura che avrebbe interpretato lui stesso da solista, invitato il 13 maggio 1868 alla Salle Pleyel al debutto parigino come direttore di Anton Rubinstein, altro grande pianista. Il compositore francese, unico tra i compatrioti del suo secolo a lasciare un segno nella storia del genere (ben cinque concerti per pianoforte, come Beethoven), realizzò per l’occasione un lavoro spettacolare, gratificato dalla lusinghiera approvazione lisztiana (“La forma è nuova e felicissima. L’interesse dei tre pezzi va crescendo”, si complimentò il nume del pianismo romantico) e mai più uscito dal repertorio, che gioca con le aspettative del pubblico esibendo una profonda padronanza del magistero classico-romantico tedesco così come d’una varietà di stili e linguaggi». Capolavoro giovanile, la Seconda Sinfonia di Beethoven, scritta tra il 1800 e il 1802, fu presentata al pubblico nel celebre concerto monstre diretto dall’autore stesso il 5 aprile 1803 al Theater an der Wien, quando vennero tenuti a battesimo anche l’unico oratorio beethoveniano Cristo al Monte degli Ulivi, le prime due sinfonie e il Terzo Concerto per pianoforte.
 
 

 


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