Non si può mai stare tranquilli. Incontri di vita e di teatro è il titolo dell’autobiografia di Pier Luigi Pizzi EDT, Collana Vite straordinarie, 2023, che sarà presentata martedì 27 febbraio 2024 ore 18.00 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Il volume, a cura di Mattia Palma, sarà presentato dall’autore stesso – impegnato in quegli stessi giorni in teatro con le prove del nuovo allestimento di Maria Egiziaca di Ottorino Respighi, di cui Pizzi firma regia, scene e costumi – e da Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. Interverranno inoltre il curatore Mattia Palma; Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto; e Sergio Bestente, editor EDT. L’appuntamento è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
L’autobiografia di Pier Luigi Pizzi non può che essere un lungo viaggio nella storia del teatro del Novecento, in cui la vicenda professionale dell’artista si intreccia con la vita privata, fra lavoro, mondanità, viaggi, amori, avventure e disavventure. Le memorie di Pier Luigi Pizzi, regista, scenografo e costumista tra i più importanti di ogni tempo, attraversano infatti poco meno di un secolo di storia del teatro e del nostro Paese. Nato nel 1930, spettatore della Scala fin da bambino, poi sfollato per i bombardamenti su Milano, è stato testimone del grande fermento culturale del dopoguerra, fino alla scoperta della sua vocazione teatrale. Spaziando da un repertorio all’altro, da un linguaggio all’altro, in una carriera divisa tra prosa, opera e cinema, non c’è artista, regista, cantante o direttore d’orchestra che Pizzi non abbia incrociato sul suo cammino, a cominciare da Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Federico Fellini. Fondamentale il suo incontro con Giorgio De Lullo e Romolo Valli negli anni della compagnia dei Giovani, ma anche con Luca Ronconi e l’amicizia con artisti come Monserrat Caballé, Leyla Gencer, Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Muti, Valentina Cortese, Franca Valeri e Mariangela Melato.
I ricordi di Pizzi, raccolti in anni recenti da Mattia Palma nel corso di lunghe interviste, si sono trasformati in una vera e propria autobiografia. Il tono è quello confidenziale con cui queste memorie sono state raccolte. «Ho sempre saputo che il mestiere del teatro avrebbe dato un senso alla mia vita – scrive Pizzi –. L’ho raccontato a pochi amici, seduti con me intorno a un tavolo, nelle pause di lavoro. Mattia Palma pensava di raccoglie queste confuse memorie in un libro, ma mi è sembrato necessario dare un certo ordine alla narrazione».
I ricordi di Pizzi sono come confidenze fatte al lettore tra una pausa e l’altra degli oltre mille spettacoli che ha messo in scena; ma che siano storie allegre o drammatiche, lievi o profonde, l’importante per lui è raccontarle, catturando l’attenzione del lettore, senza mai prendersi troppo sul serio. E soprattutto, con molto divertimento e poca nostalgia, perché, come usa ripetere questo straordinario protagonista del Novecento e oltre, non si può mai stare tranquilli. «Ho ancora tante opere da interrogare, e intendo farlo aspettando nuove risposte. Il cielo può attendere».
Pier Luigi Pizzi, dopo una formazione d’architetto, inizia ventenne il suo lavoro di scenografo e costumista nei più importanti teatri e festival del mondo. Nel 1977 debutta come regista per assumere la totale responsabilità degli spettacoli che mette in scena. Ha dedicato l’intero percorso professionale al mestiere del teatro, alternando anche progetti architettonici per musei e mostre d’arte e numerose presenze sui set cinematografici e televisivi. È tuttora in attività.
Mattia Palma, nato a Milano nel 1987, affianca all’attività di docente quella di giornalista e critico teatrale, oltre che di dramaturg. È coordinatore di redazione del mensile «La Scala - Rivista del Teatro» e collabora con il Museo Teatrale alla Scala. Ha scritto per Fondazione Feltrinelli Dizionario minimo del gesto. Corpo, movimento, comunità nella danza di Virgilio Sieni e per La nave di Teseo il saggio contenuto nel volume di Carlo Fontana La mia Biennale. Cronaca della rassegna musicale veneziana 1983-1986.
Nessun commento:
Posta un commento