venerdì 23 febbraio 2024

Due produzioni di Madama Butterfly del Macerata Opera Festival segnano l’omaggio pucciniano del Teatro Massimo di Palermo e del Teatro Petruzzelli di Bari

 
L’edizione del 2024 del Macerata Opera Festival sarà all’insegna delle celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Puccini, omaggiato con la messa in scena allo Sferisterio delle opere Turandot e La bohème. Ma i festeggiamenti pucciniani del Macerata Opera Festival sono già iniziati con la ripresa dell’allestimento di Madama Butterfly in questi giorni e fino al 26 febbraio al Teatro Massimo di Palermo, spettacolo visto ed applaudito dal pubblico di Macerata nel 2017.
Nel teatro siciliano, la coproduzione firmata con l’Arena Sferisterio (nella foto, di Rosellina Garbo) sta registrato il tutto esaurito, raccogliendo lo stesso entusiasmo con cui è stato accolto lo spettacolo sette anni fa a Macerata. La messa in scena è firmata da Nicola Berloffa che ambienta l’opera nel secondo dopoguerra, in un Giappone sottomesso all’occupazione degli americani, coadiuvato dalle scenografie di Fabio Cherstich, che ambienta l’azione in un teatro-cinema giapponese frequentato da marines americani che si contendono le geishe più belle, mentre i costumi sono di Valeria Donata Bettella. «Questo è lo sfondo in cui Nicola Berloffa ambienta la sua produzione – scrive Giuseppe Migliore nella recensione da Palermo per la rivista online “Le salon musical” –, conferendo profondità al conflitto culturale e all’illusione di Butterfly riguardo all’America. La scena si anima con tensioni palpabili, riflesso delle contraddizioni e delle ambiguità presenti nella società contemporanea, diventando così una riflessione intensa sulle dinamiche del potere, sulla manipolazione e sulle aspirazioni tradite. Berloffa, con maestria, porta in scena un dramma che scava nell’animo umano, esponendo la fragilità delle relazioni e la crudeltà delle convenzioni sociali. In questo contesto, l’opera diventa anche specchio della complessità del mondo moderno, dove le identità si sfumano e le illusioni si frantumano contro la dura realtà. Madama Butterfly, in questo adattamento, si rivela dunque un’opera intrisa di significati profondi, capace di scuotere le coscienze e di spingere lo spettatore a riflettere sulle contraddizioni della propria epoca».
Debutterà invece il 3 marzo (repliche sino al 10 marzo) al Teatro Petruzzelli di Bari un’altra produzione di Madama Butterfly, firmata da Pierluigi Pizzi e nata originariamente nel 2009 allo Sferisterio (nella foto a sinistra). La scorsa estate lo spettacolo è stato riallestito al festival pucciniano di Torre del Lago e adesso si trasferisce al chiuso nella maggiore istituzione lirico-sinfonica pugliese con la regia ripresa da Massimo Pizzi Gasparon.
 
Com’è noto, le musiche di Puccini saranno protagoniste sul palcoscenico dello Sferisterio questa estate: la 60a edizione del festival si aprirà con Turandot (19 e 28 luglio, 3 e 10 agosto), nella versione originale incompiuta, così come lasciata dal compositore (cioè sino alla morte di Liù, come sancito al Teatro alla Scala dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini in occasione della prima postuma). La struggente e crudele storia d’amore e morte, ambientata “a Pechino al tempo delle favole”, sarà affidata al regista spagnolo Paco Azorín, che firma la nuova produzione dopo il successo di Otello del 2016, e alla bacchetta di Francesco Ivan Ciampa che aveva entusiasmato il pubblico nel Macbeth del 2019. Interpreti principali Olga Maslova (Turandot), Angelo Villari (Calaf), Ruth Iniesta (Liù), Antonio Di Matteo (Timur), Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang) e Francesco Pittari (Pong).
 
Altro titolo del Maestro lucchese sarà La bohème (27 luglio, 2, 7 e 11 agosto) nella produzione del regista Leo Muscato, vincitrice del XXXII Premio Abbiati 2012 dell’Associazione Nazionale Critici Musicali. Sul podio un apprezzato interprete di Puccini come Valerio Galli e un cast di rilievo con Mariangela Sicilia (Mimì), Yusif Eyvazov (Rodolfo), Mario Cassi (Marcello) e Daniela Cappiello (Musetta). Un’opera che già Puccini immagina giovane, carica di tensioni emotive e sociali, e che Muscato ha ambientato nella Parigi tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, caratterizzata da un fermento altrettanto intenso rispetto a quello evocato dal compositore.

 

Nessun commento:

Posta un commento