lunedì 19 febbraio 2024

STEFANO MONTANARI DIRIGE I POMERIGGI MUSICALI PROPONENDO IL CONCERTO PER FLAUTO E ARPA DI MOZART - Solisti il flautista Andrea Manco e l’arpista Claudia Lucia Lamanna. In programma anche pagine di Haydn e Mendelssohn-Bartholdy

 


Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 22 febbraio 2024, ore 10 (in anteprima) e ore 20
sabato 24 febbraio 2024, ore 17
direttore Stefano Montanari
flauto Andrea Manco
arpa Claudia Lucia Lamanna
Orchestra I Pomeriggi Musicali
 
Franz Joseph Haydn
(Rohrau, 1732 – Vienna, 1809)
L’isola disabitata Hob 28/9 (Ouverture)
 
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)
Concerto per flauto e arpa in Do maggiore k299
– Allegro
– Andantino
– Rondò – Allegro
 
Felix Mendelssohn-Bartholdy

(Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847)
Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “Italiana”
– Allegro vivace
– Andante con moto
– Con modo moderato
– Saltarello – Presto

È il raro Concerto per flauto e arpa in Do maggiore K299 di Wolfgang Amadeus Mozart a svelare due diversi “strumenti dell’anima” così come sottolinea il tema della 79a Stagione di concerti dei Pomeriggi Musicali, al Teatro Dal Verme, giovedì 22 (ore 10 e ore 20) e sabato 24 febbraio (ore 17) con Stefano Montanari sul podio, solisti il flautista Andrea Manco e l’arpista Claudia Lucia Lamanna.
Stefano Montanari, tra i direttori più amati dai Pomeriggi Musicali, proporrà in apertura l’ouverture dall’opera di Franz Joseph Haydn L’isola disabitata Hob 28/9 e la Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn-Bartholdy.
«Le pagine in programma – spiega Raffaele Mellace nelle note per il programma di sala – hanno, in diversa misura, a che vedere con il tema del viaggio: scritte in viaggio o immaginando luoghi remoti. Quella in cui l’immaginazione prevale sulla realtà è l’ouverture che Franz Joseph Haydn concepì per L’isola disabitata, azione teatrale scritta da Pietro Metastasio […] Il compositore vi percorre nuovamente, e forse per l’ultima occasione – complice probabilmente la vicenda dell’opera che si apre con la protagonista che si protesta abbandonata sull’Isola disabitata, quasi una novella Arianna –, la via di un’espressività violenta, lacerata, drammatica, una scrittura che sembra scandagliare con singolare potenza introspettiva un mondo interiore posseduto da una cupa frenesia, dalla vicinanza di sentire con il movimento letterario tedesco dello Sturm und Drang che coinvolse negli stessi anni autori come Goethe. […] Un luogo altro, ma ben reale, ispirò a Mozart la composizione del Concerto per flauto e arpa: la Parigi del 1778, dove il compositore ricevette la commissione d’un tale lavoro da parte di Adrien-Louis de Bonnières, conte di Guines, flautista dilettante, intenzionato ad eseguirlo con la figlia Marie-Louise-Philippine, arpista […]. Leggerezza, trasparenza, mancanza di peso sembrerebbero ispirare il compositore ventiduenne nel materializzare, lungo i tre tempi, l’intreccio di due strumenti complementari ma eterogenei – che «spaziano svolazzando nei loro giochi come preziosi uccelli esotici di un arazzo Gobelin», ha scritto Giovanni Carli Ballola –, quali non si trovano altrove nel suo catalogo. […] Per Mendelssohn viaggiare, incontrare civiltà e paesaggi lontani rappresentava l’occasione per tradurre in suoni la risonanza di quelle esperienze in un animo colto, sensibile, ricettivo. A Roma Mendelssohn compose buona parte della Sinfonia “Italiana” nel lungo soggiorno del 1830/31, per completarla a Berlino nel 1832/33 per onorare una prestigiosa commissione della Philharmonic Society di Londra. La Sinfonia rappresenta programmaticamente, specie nei tempi estremi, l’evocazione di quella «più grande gioia di vivere» che per l’amburghese aveva costituito l’esperienza folgorante del nostro Paese, sulle orme del Viaggio italiano di Goethe, amico personale del compositore».
 
 
 
Stefano Montanari
 direttore
Diplomato in violino e pianoforte con il massimo dei voti e lode, ottiene il diploma di alto perfezionamento in musica da camera con Pier Narciso Masi all’Accademia Musicale di Firenze e il diploma di solista con Carlo Chiarappa al Conservatorio di Lugano. Già primo violino concertatore dell’Accademia Bizantina di Ravenna, con cui ha effettuato tournée in tutto il mondo, collaborando con i più importanti esponenti nel campo della musica antica, oggi oltre ad essere direttore d’orchestra, insegna al Politecnico delle Arti “Donizetti – Carrara” di Bergamo, dopo aver insegnato anche al Festival di Urbino Musica Antica, al Conservatorio di Verona e alla Civica Scuola di Musica “Abbado” di Milano. Dirige il progetto giovanile europeo “Junges Musikpodium Incontri musicali Dresda-Venezia”. A Lione è stato inoltre nominato direttore musicale dell’ensemble barocco dell’orchestra I Bollenti Spiriti, compagine barocca dell’Opéra de Lyon. È autore del Metodo di violino barocco edito da Carisch. Fra le numerose incisioni discografiche, l’album O Solitude con il controtenore Andreas Scholl, inciso per Decca, è stato nominato ai Grammy Awards. Come direttore è salito sul podio dei più prestigiosi teatri europei per allestimenti come Il viaggio a Reims (Amsterdam e Roma, regia di Damiano Michieletto), Le nozze in villa (Donizetti Opera), il film-opera Gianni Schicchi (presentato al Torino Film Festival e andato in onda su Rai1). Da gennaio 2024 è direttore stabile dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, dove ha appena diretto il titolo di inaugurazione della nuova stagione, Fidelio. Ospite costante delle stagioni dei Pomeriggi Musicali, ha vinto con questa orchestra il premio Abbiati 2021 per il primo concerto assoluto in Italia dopo il lockdown.
 
Andrea Manco
 flauto
Formatosi al Conservatorio di Lecce, ha ottenuto premi nei maggiori concorsi internazionali e nel 2002 è stato scelto da Riccardo Muti come primo flauto dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”. Nel 2003 ha ottenuto il posto di primo flauto nell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Ha tenuto concerti in numerosi festival italiani e internazionali come solista e camerista (Festival International de Musique de Sion-Valais, Flautissimo a Roma, Falaut Festival 2009, Festival di Portogruaro, Ravello Festival). Ha registrato la Sonata op.115 di Prokof’ev per l’etichetta Sirinx e musiche di Casella, Feld, Liebermann e Martinů per FaLaUt. Dal 2014 è primo flauto dell’Orchestra del Teatro alla Scala.
 
Claudia Lucia Lamanna
 arpa
Formatasi al Conservatorio di Monopoli, ha vinto il 21° International Harp Contest in Israele nel 2022 e ha ottenuto l’Artist Diploma alla Norwegian Academy of Music di Oslo e l’Advanced Diploma alla Royal Academy of Music di Londra, perfezionandosi anche al Mozarteum di Salisburgo. Come solista ha suonato con l’Orchestre National de Cannes, la Jerusalem Symphony Orchestra, l’Orquesta Sinfónica de Xalapa, la Slovak State Philharmonic Košice, l’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari e molte altre. Nel 2020, ha inciso per l’etichetta Linn un programma dedicato alle variazioni; nello stesso anno, ha pubblicato la trascrizione per arpa delle Variaciones del Fandango español di Félix Máximo López, contributo
innovativo al repertorio arpistico.


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