C’è Rhiannon Giddens (nella foto) tra i nomi del Premio Pulitzer annunciati ieri dalla giuria del più prestigioso riconoscimento statunitense per il giornalismo, la letteratura e la musica. La cantautrice, compositrice e polistrumentista statunitense – che sarà in Piazza Duomo giovedì 6 luglio per Spoleto 66 – è stata premiata insieme a Michael Abels per l’opera Omar, andata in scena per la prima volta nell’aprile 2022 a Spoleto Festival USA di Charleston e attesa prossimamente anche al Festival dei Due Mondi di Spoleto nell’ambito della ritrovata collaborazione artistica tra le due istituzioni. Nella motivazione della giuria, Omar «è un’opera innovativa e coinvolgente sulla tratta degli schiavi, portati in Nord America dai Paesi musulmani. Un lavoro musicale che rappresenta in modo rispettoso le tradizioni africane e afroamericane, ampliando il linguaggio della forma operistica e trasmettendo al contempo l’umanità di coloro che sono stati condannati alla schiavitù».
«Nessuno ha l’ultima parola su cosa voglia dire essere compositore» ha detto Giddens, che non ha mai studiato composizione, in un’intervista al New York Times. «Dobbiamo smettere di decidere chi può essere chiamato compositore e chi no. Ci sono un sacco di persone che potrebbero scrivere il prossimo Omar»
Rhiannon Giddens è fra le artiste americane rivelazione degli ultimi anni e aggiunge questo premio a due Grammy Award e alla MacArthur “genius” grant. Nei suoi lavori di compositrice e interprete ripercorre la tradizione folk gaelica, americana, afroamericana, nativo americana e la loro influenza sulla musica europea e americana, dando vita a canzoni potenti che prendono di mira la discriminazione. Country, blues, jazz e gospel si mescolano nell’esplorazione delle vite di persone messe a tacere, dagli schiavi, alle vittime degli omicidi per i diritti civili degli anni Sessanta, agli adolescenti uccisi dalla polizia nelle strade dei centri urbani.
Per il concerto in Piazza Duomo, giovedì 6 luglio alle ore 21:30 in collaborazione con Umbria Jazz, è accompagnata da Francesco Turrisi, polistrumentista di origini italiane, suo compagno anche di vita. Come Giddens, Turrisi viene da esperienze eterogenee ed è spalla perfetta, tra tamburelli assortiti di varia provenienza, pianoforte e fisarmonica, che suona con tocco molto originale. Vincitori ai Grammy 2022 nella categoria Best Folk Album, i due artisti interpretano a Spoleto una selezione dai loro album there is no Other e They’re Calling Me Home.
Nata a Greensboro, nella Carolina del Nord, alla fine degli anni Settanta da padre europeo-americano e madre afro-nativo americana – sposati soltanto tre anni dopo la storica sentenza Loving v. Virginia che consentiva i matrimoni interraziali grazie all’abolizione delle leggi anti-miscegenazione – Giddens, dopo gli studi in canto lirico, ha frequentato la musica irish e imparato il fiddle da vecchi maestri afroamericani. «Sono mista». – afferma Giddens – «Mio padre è bianco, mia madre è nera. E ho imparato costantemente ad andare avanti e indietro tra un mondo e l’altro. E questo mi ha reso ciò che sono».
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