Dopo le recite di grande
successo dell’opera inaugurale, Don Giovanni, da poco
terminate, il direttore emerito a vita Zubin Mehta torna
sul podio della Sala Grande alla guida dell’Orchestra,
del Coro e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio per
il secondo appuntamento lirico previsto nel cartellone dell’85°
Festival del Maggio Musicale: Otello, di Giuseppe Verdi, in
scena da sabato 20 maggio alle ore 19. Altre tre
le recite in programma: il 23 (proposta al 50% grazie a
Fondazione CR Firenze), 26 e 31 maggio alle ore 20.
Prima di ogni recita sono proposte le
presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia
Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel
Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala
Grande 45 minuti circa prima dell’inizio di ogni recita.
Il direttore emerito Zubin
Mehta torna sul podio del Maggio per il secondo titolo lirico
dell’85°Festival del Maggio: Otello, penultimo capolavoro
lirico del magnifico catalogo verdiano e in assoluto fra le più
amate opere del Cigno di Busseto. Otello, scritto su
libretto di Arrigo Boito, nacque sotto il loro comune amore per
William Shakespeare. Questo porterà Boito a firmare anche la
successiva (e ultima) opera di Verdi, Falstaff, anch’essa
ispirata ai lavori del Bardo dell’Avon e in programma al Maggio dal
16 al 23 giugno prossimo.
L’opera, che vide il ritorno sulle
scene di Verdi a distanza di sedici anni dal suo ultimo lavoro, è
stata messa in cartellone per otto volte complessive nelle stagioni
del Maggio, e proprio le ultime due rappresentazioni, quella andata
in onda su Rai5 del dicembre 2020 e le recite del giugno 2003,
dirette dal maestro Mehta.
La messa in scena riprende proprio
quella della versione televisiva, con la regia di Valerio
Binasco (qui ripresa da João Carvalho Aboim) che ha
pensato a un Otello ambientato in: “Un luogo sotto
assedio che attende l’arrivo del suo salvatore, il suo condottiero:
Otello. Cipro, come Sarajevo ai tempi della guerra o come una città
della Siria ai tempi d’oggi, aspetta trepidante l’arrivo del suo
eroe che appartiene ad un altro popolo. A proposito dello spettacolo
e del progetto registico devo dire che mi sono concentrato sul dramma
familiare tra Otello e Desdemona; è un dramma d’amore straziante
che avviene in una zona di guerra. C’è un continuo oscillare tra
una grande storia: Venezia, Cipro, Otello come archetipo e poi quella
più piccola di un marito e di una moglie i quali entrambi soffrono
di uno dei mali più strani e atroci che possono colpire una coppia
“il troppo amore”, l’amore sbagliato, vittime del peggior
demone che esista che è proprio l’amore. Otello è un uomo che sa
vincere le guerre ma non sa vincere la forza dell’amore tra le mura
domestiche”. João Carvalho Aboim, nel commentare la
ripresa dello spettacolo, ha sottolineato non solo quanto siano stati
analizzati i due volti del carattere di Otello, ma di quanto sia
stato importante lavorare al fianco del maestro Zubin Mehta: “Abbiamo
cercato di concentrarci su quelli che sono i ‘due volti’ di
Otello all’interno della vicenda verdiana; l’eroe che torna
trionfale all’inizio dell’opera e l’uomo che invece agisce
all’interno della relazione con Desdemona e all’interno delle
mura di casa sua, una situazione apparentemente di pace ma che verrà
distrutta da Jago, corroso dalle ambizioni e dalla sete di potere.
Lavorare con il maestro Zubin Mehta è stato davvero unico, ha
portato la sua esperienza, che ci è stata preziosa anche per quello
che riguarda il nostro lavoro. Per fortuna, nonostante partissimo da
una base registica di distanziamento e quasi immobilità (dovuta alla
pandemia naturalmente), siamo riusciti, anche grazie al grande lavoro
del Coro e degli interpreti, a valorizzare il già splendido lavoro
del maestro Binasco”.
Il cast artistico è formato da Arsen
Soghomonyan nel ruolo del protagonista, Otello; al suo debutto
sulle scene del Maggio, parlando del suo personaggio ha sottolineato
come sia difficile, da un punto psicologico, riuscire a capire il
ragionamento e le scelte compiute dal moro: “Otello è per me
un ruolo interessante e complesso, poiché devo in parte trovare una
spiegazione al perché egli commetta determinate azioni, perché
sceglie di credere a Jago quando gli dice che la sua adorata moglie
lo ha tradito con Cassio; perché un uomo, un generale con una mente
brillante, può diventare geloso finendo con il credere a questo?
Infine, purtroppo, egli uccide Desdemona e sé stesso, e in questa
splendida produzione abbiamo tutti cercato di esplorare, e
trasmettere dunque, ciò che Shakespeare intendeva come risposta a
questi questi nella sua opera e di come Verdi abbia deciso di
mostrarlo nella sua”.
Luca Salsi, fra i più autorevoli
interpreti verdiani del nostro tempo e che torna al Maggio dopo
la Tosca in forma di concerto e sempre diretta da Zubin
Mehta del maggio 2021, interpreta Jago, l’alfiere di Otello nonché
uno dei più spietati antagonisti della letteratura e della lirica,
già interpretato dal baritono nelle recite trasmesse su Rai5. In
quella occasione Salsi debuttava il ruolo in Italia ed è l’unico
artista del cast precedente a essere in locandina anche ora.
Ritornare ora in allestimento che non presenta più le stringenti
limitazioni imposte dalla pandemia per le azioni in scena gli fa
dire: “Rispetto ad allora, posso interagire con Coro e con gli
altri personaggi; c’è una dimensione teatrale ed espressiva viva,
come deve essere il teatro. E posso essere Jago seguendo proprio le
indicazioni precise verdiane: è un uomo subdolo, un serpente, pronto
a colpirti all’improvviso”.
La parte di Desdemona, moglie del Moro,
è invece interpretata da Zarina Abaeva, anch’essa al suo
debutto sulle scene fiorentine; Joseph Dahdah, ex allievo
dell’Accademia del Maggio e ormai ‘di casa’ al Maggio, è
Cassio, altro personaggio oggetto delle gelosie e dell’invidia da
parte di Jago, poiché nominato luogotenente da Otello al suo posto
mentre Adriano Gramigni, altro ex allievo dell’Accademia e fra
i protagonisti dell’appena conclusosi Don Giovanni, interpreta
Lodovico, ambasciatore della Repubblica Veneta.
Eleonora Filipponi, al suo debutto nel
ruolo, interpreta la fidata ancella di Desdemona, Emilia: “Per me è
una grande emozione poter debuttare in questo ruolo, soprattutto
poterlo fare sotto la direzione del grande maestro Zubin Mehta.
Con il regista abbiamo fin da subito
invece cercato di dare grande importanza ad ogni aspetto,
caratteriale e musicale. Emilia è un personaggio che a primo impatto
può risultare secondario ma che, nella storia che viene raccontata,
acquista una grandissima importanza: ella da una parte vive, con
dolore, il suo amore con Jago, un amore violento così come il suo
carattere; da l’altra vive una ‘relazione’ di vicinanza,
amicizia e grandissimo affetto con Desdemona, di cui è l’ancella.
Una vicinanza che la porta ad essere molto empatica con lei e con il
suo dolore, dovuto ai tremendi sospetti che Otello nutre nei suoi
confronti; questa vicinanza sarà lampante durante tutto il IV atto”.
Francesco Pittari interpreta
Roderigo, gentiluomo veneziano invidioso della relazione fra Otello e
Desdemona poiché innamorato di quest’ultima, tornando a rivestire
i panni del nobiluomo dopo la recita del dicembre 2020.
Eduardo Martínez e Matteo
Mancini, due talenti dell’Accademia del Maggio, chiudono il cast
interpretando rispettivamente Montano e Un araldo; nella recita del
31/05 il ruolo dell’Araldo sarà invece sostenuto proprio da
Eduardo Martínez.
La locandina:
OTELLO
—
Dramma lirico in quattro atti
di Arrigo Boito
Musica di Giuseppe Verdi
Edizione: Edwin
F. Kalmus & Co., Inc., Boca Raton, Florida
Allestimento del Teatro del Maggio
Musicale Fiorentino
—
Maestro concertatore e direttore Zubin
Mehta
Regia Valerio Binasco
Ripresa
da João Carvalho Aboim
Scene Guido Fiorato
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Pasquale Mari
—
Otello,
moro, generale dell’Armata Veneta Arsen Soghomonyan
Jago, alfiere Luca Salsi
Cassio,
capo di squadra Joseph Dahdah
Roderigo, gentiluomo veneziano Francesco
Pittari
Lodovico, ambasciatore della Repubblica
Veneta Adriano Gramigni
Montano, predecessore d’Otello nel
governo dell’isola di Cipro Eduardo Martínez
Un
Araldo, Matteo Mancini / Eduardo Martínez (31.05)
Desdemona, moglie d’Otello Zarina
Abaeva
Emilia, moglie di Jago Eleonora Filipponi
—
Coro,
Coro di voci bianche e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo
Fratini
Maestro del Coro di voci bianche dell’Accademia del
Maggio Musicale Fiorentino Sara Matteucci
Figuranti speciali Elena Barsotti,
Maria Lucia Bianchi, Andrea Bassi, Carlo Mauceri, Stefano Mascalchi,
Domenico Nuovo, Leonardo Paoli, Federico Raffaelli, Gaetano Tizzano,
Beniamino Zannoni
—
In lingua originale
Con
sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze
Prezzi:
Visibilità limitata e ascolto:
15€ - Galleria: 35€ - Palchi: 50€
Platea 4: 60€ - Platea 3: 70€ -
Platea 2: 85€ - Platea 1: 110€
le foto sono (c) Michele Monasta
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