mercoledì 1 ottobre 2025

MODENA BELCANTO FESTIVAL, VENERDI 3 OTTOBRE CON JESSICA PRATT E DANIEL OREN

 

Venerdì 3 ottobre - ore 20.30
Teatro Comunale Pavarotti-Freni
 
Jessica Pratt | Daniel Oren
CONCERTO DI GALA
Dedicato a Mirella Freni
 
Filarmonica del Teatro Comunale di Modena
Musiche di Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti
 
Realizzato con la collaborazione di Consorzio Terre del Balsamico e Filarmonica di Modena
 
Ore 18.00 |Sala del Ridotto
Incontro con Tito Ceccherini per la presentazione del volume Belcanto
 
Venerdì 3 ottobre, al Teatro Comunale Pavarotti-Freni va in scena il Belcanto.
Jessica Pratt, soprano tra le più acclamate della scena internazionale, sarà protagonista del repertorio belcantistico per eccellenza. Diretta dall’altrettanto celebre Daniel Oren (nella foto a sinistra) – sul podio dell’Orchestra Filarmonica di Modena – Pratt sarà interprete di arie tratte dalle opere più famose di Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. Comune denominatore dell’impaginazione del programma di venerdì è la follia, incarnata da quelle figure femminili ritratte in musica dai tre compositori, quasi sempre sospese in un mondo che non appartiene pienamente alla realtà: personaggi che vivono stati di turbamento, smarrimento o vera e propria pazzia.
Prima del concerto, Pratt e Oren riceveranno la “Chiave dell’Acetaia”, dal Consorzio Le Terre del Balsamico (che ha contribuito alla realizzazione della serata) di cui fanno parte il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ed il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP.
“Il conferimento della “Chiave dell’Acetaia” - afferma Michele Montanari, consigliere del Consorzio Aceto Balsamico Tradizionale di Modena - è il riconoscimento più intimo che il territorio di Modena possa donare. Il Consorzio Le Terre del Balsamico ha istituito questo riconoscimento come premio alla carriera per l’impegno nel trasmettere arte, sapere e cultura alle nuove generazioni, coltivando l’eccellenza. L’edizione 2025, consegnata al direttore d’orchestra Daniel Oren e al soprano Jessica Pratt, vuole ricordare i grandi Mirella Freni e Luciano Pavarotti che sono stati ambasciatori dell’Aceto Balsamico modenese nel mondo”.
 
Alle ore 18, sempre di venerdì 3 ottobre, nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale Tito Ceccherini presenta il volume edito da LIM dal titolo il BELCANTO di Peter Berne.
 
Il programma della serata, dunque, si concentra sul cuore del melodramma romantico italiano, quello in cui si sviluppa il linguaggio del canto d’agilità unito all’espressione del sentimento, senza contraddizioni e senza fratture, e dove la voce si fa mezzo per rappresentare non solo le emozioni più profonde ma anche i turbamenti della mente. Sono pagine che appartengono a Bellini e Donizetti, con la presenza di Rossini a testimoniare l’origine di un percorso che porterà alla piena maturità del genere, e di Verdi che ne raccoglierà l’eredità drammaturgica. La forma prevalente è quella della grande aria ottocentesca, articolata in recitativo, cantabile, tempo di mezzo e cabaletta, spesso arricchita da variazioni virtuosistiche affidate alla libertà dell’interprete.
Il filo rosso che lega le scelte di questo programma è rappresentato dalle figure femminili, quasi sempre sospese in un mondo che non appartiene pienamente alla realtà: personaggi che vivono stati di turbamento, smarrimento o vera e propria follia, e che proprio attraverso questi stati diventano portatori di una verità poetica e musicale più intensa. Così Amina, protagonista della Sonnambula di Bellini, esprime con una dolce malinconia la propria innocenza mentre il sonnambulismo la conduce verso una dimensione irreale, prima che il risveglio le restituisca la serenità. Altrettanto significativa è Emilia di Liverpool di Donizetti, giovane donna segnata dal rimorso e dal dolore, che si rivolge alla madre defunta in una scena sospesa tra la preghiera e l’allucinazione. 
Ancora Donizetti è al centro della più celebre tra le “scene di pazzia”, quella di Lucia di Lammermoor, dove la protagonista, sconvolta dall’assassinio dello sposo impostole, alterna frammenti di coscienza a delirio, in un dialogo con il flauto che diventa eco astratta dei suoi ricordi e della sua fragilità. Più lieve, ma non meno significativa, è la follia di Elvira nei Puritani di Bellini, che alterna momenti di lucidità e smarrimento senza conseguenze tragiche, fino a ritrovare nell’epilogo la gioia del ricongiungimento con l’amato. Il percorso si chiude con Linda di Chamounix, ancora di Donizetti, dove l’illusione del ritorno al villaggio natale e all’amore di Carlo si alterna alla coscienza del tradimento e della perdita, in una scena che fonde cantabile e cabaletta in un crescendo emotivo che restituisce tutta la complessità psicologica del personaggio.
Accanto a queste pagine vocali, il programma alterna tre sinfonie che danno voce all’orchestra e ne mostrano il ruolo drammaturgico. Bellini apre con la sinfonia di Norma, che già nell’introduzione anticipa i temi del conflitto e della trasfigurazione finale; Rossini porta con il Barbiere di Siviglia un momento di leggerezza e di energia, pur nato dal riuso di materiali precedenti; Donizetti con Don Pasquale propone invece la sintesi di un linguaggio ormai maturo, che sa coniugare brio e misura attraverso un’orchestrazione raffinata.
Il concerto assume così la forma di un viaggio nell’universo del belcanto, dove tecnica e sentimento si intrecciano, e dove le figure femminili diventano lo specchio di una sensibilità romantica che trova nella follia, nel sogno e nello smarrimento della coscienza un terreno fertile di invenzione musicale. È un percorso che celebra, nel ricordo di Mirella Freni, non solo una stagione della storia dell’opera, ma anche la capacità del canto di trasformarsi in rappresentazione viva delle emozioni e dei moti più segreti dell’animo umano.


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