Cristian Carrara
VOCI DA HEBRON
Opera nuova in un
atto su libretto di Sandro Cappelletto
Lo Straniero Nicholas
Isherwood
Ruth Shaked Bar
Mohammed David
Tricou
Hannah Maria Bagalà
Direttore Arthur
Fagen
Regia Paul-Émile Fourny
Scene Benito
Leonori
Costumi Giovanna Fiorentini
Luci Patrick
Méeüs
Con il patrocinio di Parents Circle –
Families Forum
Opéra Théȃtre Eurométropole de Metz
– 2 e 4 febbraio 2024
Teatro Comunale Pavarotti-Freni di
Modena – 16 e 18 febbraio 2024
La storia è ambientata appunto a Hebron/Al‐Khalil, città della Cisgiordania, sede della Tomba dei Patriarchi (nella foto), Patrimonio UNESCO, tagliata in due e storicamente luogo di continue e forti tensioni israelo‐palestinesi, ma nell’opera di Carrara e Cappelletto essa diviene teatro di un’avventura umana sulla possibile amicizia tra due popoli perennemente opposti. Il libretto verrà presentato in francese a Metz e in italiano a Modena ed è già pensato per una possibile traduzione in inglese.
Cristian Carrara, la cui musica è stata eseguita in sale prestigiose, dall’Accademia di Santa Cecilia di Roma alla Berliner Hall al Maggio Musicale Fiorentino, ma che ha anche affrontato l’agone sanremese nel 2007 con la sofisticata Canzone fra le Guerre di Antonella Ruggiero, commenta così questo nuovo progetto che oggi assume purtroppo un valore ben più rilevante:
"Con “Voci da Hebron” ho cercato di raccontare la difficoltà dell’incontro. Voci da Hebron è una grande storia d’amore, ma non, come potrebbe sembrare, tra una giovane israeliana e un giovane palestinese. È il racconto dell’amore che Il Vecchio (l’unico personaggio dell’opera a non avere un nome) ha nei confronti di sua moglie Hannah. La vicenda si svolge in una città complicata, Hebron, dove il dialogo è difficile, e la serenità, talvolta, un miraggio. Ho cercato di creare una musica che avesse a che fare con il deserto. Il deserto fisico, e quello dell’anima. Il deserto del dolore, dell’incomprensione. Ma anche il deserto in cui l’amore de Il Vecchio sopravvive. E fiorisce. La musica segue quest’altalena di emozioni e sentimenti. La paura, la rabbia, l’incomprensione vivono assieme al bisogno di parlare, di essere ascoltati. Di amare. Nella partitura si ritrovano echi mediorientali e linguaggi vari con cui ho cercato di dar voce al paesaggio e alle emozioni più estreme dei personaggi. Voci da Hebron è un viaggio, delicato, dentro la difficoltà, e la bellezza, dello starsi accanto."
Il cast internazionale rimarrà identico sia a Metz sia a Modena e nel ruolo principale di anziano pacificatore straniero testimone sofferente della lotta tra i due popoli, si ascolterà il celebre basso franco americano Nicholas Isherwood (nella foto), uno dei cantanti più solidi sul repertorio contemporaneo e barocco in teatri quali La Scala, Covent Garden, Festival di Salisburgo, Tanglewood, Opera di Parigi. Il mezzosoprano israeliano Shakèd Bar, già lodato dal New York Times come voce di “eccezionale vivacità e presenza” sarà la studentessa in servizio militare Ruth, mentre il ruolo dello studente di archeologia palestinese Mohammed sarà affidato al giovane tenore francese David Tricou, assai stimato nel repertorio barocco, mozartiano e balcantistico. Chiude il cast il giovane soprano calabrese Maria Bagalà nel ruolo di Hannah, amata e dolce consorte de Lo Straniero.
La regia è affidata al belga
Paul-Émile Fourny, direttore artistico di Metz e versato nei
linguaggi tra opera e televisione, mentre sul podio di entrambe le
orchestre il direttore americano Arthur Fagen, garanzia di
solidità dopo una lunghissima carriera internazionale.
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