Thomas Larcher
Ouroboros per violoncello e orchestra
Silvia Colasanti
Ciò che resta
Salvatore Sciarrino
Linee d'aria per violoncello e
strumenti
Orchestra Sinfonica di Milano
Michele Marco Rossi Violoncello
Giampaolo Pretto Direttore
L’Orchestra Sinfonica di Milano, in collaborazione con il Piccolo Teatro, è protagonista di una rassegna che indaga alcuni dei più significativi stili musicali dei linguaggi contemporanei. La Sinfonica allo Studio è una rassegna che fa parte della programmazione della Stagione 23-24 dell’Orchestra Sinfonica di Milano, e che consta di imperdibili appuntamenti incentrati sul repertorio contemporaneo. Al Piccolo Teatro Studio Melato di via Rivoli 6 l’Orchestra Sinfonica di Milano “studia”, appunto, approfondisce l’avanguardia compositiva, offre spazio ai nuovi linguaggi di intessersi con la tradizione, consente al presente di scaturire dal passato.
Così, conscia dell’importanza dell’offrire spazio alla modernità, l’Orchestra di Largo Mahler va in trasferta, e lo fa per l’ultima volta in Stagione lunedì 29 aprile alle ore 20.30. In programma un trittico di composizioni estremamente interessanti: Ouroboros di Thomas Larcher, Ciò che resta di Silvia Colasanti, e Linee d’aria di Salvatore Sciarrino. Michele Marco Rossi, violoncello, Giampietro Pretto, direttore.
Si parte con una composizione di Thomas Larcher datata 2015, il cui titolo si rifà alla figura dell'Ouroboros, un simbolo che rappresenta un serpente che si morde la coda, formando così un cerchio senza inizio né fine. Ecco che, analogamente, una serie di motivi ripetuti danno alla musica un senso di circolarità man mano che le idee progrediscono e poi tornano al motivo originale. Lo spirito della musica da camera è al centro di questa composizione: scritta per essere suonata con o senza un direttore, le tessiture ritmicamente complesse richiedono all'orchestra di ascoltare e suonare come un ensemble molto più piccolo. Il solista innesca di volta in volta processi nuovi, più che un rappresentare la componente più virtuosistica della composizione, come tradizionalmente vuole la forma “concerto”. L'opera è costruita in tre movimenti, il secondo dei quali è una cadenza estesa per violoncello solista e pianoforte.
Del resto, anche Linee d’aria di Salvatore Sciarrino vede il violoncello protagonista, e in particolare proprio il violoncello di Michele Marco Rossi, che di questo brano è dedicatario. Una composizione scritta nel 2022, eseguita per la prima volta a Ravenna nel 2023, e la cui scelta ben rappresenta un omaggio dell’Orchestra Sinfonica di Milano a questo compositore, vera e propria leggenda vivente, che ha scritto per i principali teatri e festival del mondo, e il cui gigantesco catalogo e la cui ricca produzione di articoli, saggi e testi di vario genere lo attestano come un punto di riferimento imprescindibile nel panorama della musica contemporanea da decenni, e la cui figura è stata ulteriormente consacrata, tra gli altri, dal Leone d’oro alla carriera per la Musica del 2016 in occasione della Biennale di Venezia.
Completa il programma una composizione di Silvia Colasanti, il cui legame con l’Orchestra Sinfonica di Milano è sempre vivo e profondo, dopo le Stagioni passate come Compositrice in Residenza dell’Orchestra. Come sempre avviene nel repertorio di Silvia Colasanti, la connessione con la letteratura è centrale. Nel caso di Ciò che resta, composta ed eseguita per la prima volta nel 2017, il riferimento è a Rainer Maria Rilke, e in particolare ai Sonetti a Orfeo: “Noi siamo nell’affanno: ma il passo del tempo, consideralo un’inezia in ciò che sempre resta./ Tutto ciò che incalza sarà presto trascorso;/ soltanto quel che indugia è ciò che ci consacra./ Fanciulli non buttate il cuore nella rapidità, ad arrischiare il volo./ Tutto s’è acquietato:/ oscuro e chiarità, fiore e libro”. Ecco che, anche in questo caso, il nostro grande patrimonio culturale, come spesso accade, rivive trasfigurato nell’opera di Colasanti.
Una splendida chiusura di Stagione per la rassegna “La Sinfonica allo Studio”, con cui l’Orchestra Sinfonica di Milano si mostra in prima linea rispetto alla diffusione della musica contemporanea.
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