Una fuga è fatta ad arte se nessuno se ne accorge: parola di Mauro Astolfi, che ha creato L’arte della fuga per il suo SpellBound Contemporary Ballet ispirandosi a una delle più emblematiche ed enigmatiche opere di Johann Sebastian Bach. È questa coreografia a coronare il percorso della Stagione 2024 del Teatro Alighieri, con il doppio appuntamento di sabato 20 aprile alle 20.30 e domenica 21 alle 15.30. Su musica, ovviamente, di Bach ma anche composizioni originali di Davidson Jaconello, quella di Astolfi è in realtà una…anti-fuga, “è una prospettiva, il mio bisogno di guardare la vita con altri occhi – spiega il coreografo – È importante scappare ogni tanto, mi aiuta ad accendere la luce su qualche zona buia, ma non serve per rimuovere o dimenticare. La sensazione di quello che sono rimarrà all’interno della mia mente per sempre, anche quando la fuga sarà finita. Sono fuggito per essere gentile con me stesso…ora posso tornare dagli altri. Anche loro qualche volta hanno provato il desiderio di andarsene e sparire dal mondo. Sono persone”. Il disegno luci è di Marco Policastro, che con Astolfi firma anche il set concept.
Cos’è una fuga? Hans-Eberhard Dentler ha teorizzato che Bach abbia scritto L’arte della fuga per visualizzare principi filosofici pitagorici e che lo stesso termine “fuga” possa essere interpretato come “volo”, in riferimento tanto alle frasi musicali quanto all’ascesa dell’anima a Dio. Trionfo del contrappunto e mai terminata dal suo compositore, L’arte della fuga sembra possedere un senso di indeterminatezza anche nell’assenza di indicazioni su uno specifico organico strumentale per la sua esecuzione. Caratteristiche di assoluto fascino che hanno catturato l’attenzione di Mauro Astolfi: “La fuga può mascherare la realizzazione di un desiderio o forse è l’unico modo consentito di scappare da un mondo che mi crea imbarazzo. (…) Una fuga è fatta ad arte se nessuno se ne accorge. Se anzi che scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole. Per non farmi trovare non c’è niente di meglio che cambiare le mie abitudini, trovare sempre un muro dove nascondermi e li incontro sempre qualcun altro che è fuggito da qualcosa”.
Lo spettacolo si apre con l’immagine straniante di un grande muro di cemento grigio che spezza la scena; contro quel muro si “mimetizza” uno dei nove interpreti, che si alternano in assoli, duetti e momenti corali, ora respingendosi e ora attraendosi. I costumi – abiti che appartengono al quotidiano – sembrano fatti proprio per confondersi nella massa, ma ogni interprete è un individuo composto di impeti ed esitazioni. Nel muro, apparentemente invalicabile e immutabile, si apre una porta; il muro stesso può dividersi, farsi prigione o via d’uscita.
Lo SpellBound Contemporary Ballet è nato nel 1994 per volontà del coreografo Mauro Astolfi; due anni più tardi Valentina Marini l’ha affiancato alla guida della compagnia, avviando un’intensa attività di internazionalizzazione. Oltre alla centralità autoriale di Astolfi, principale coreografo residente, lo SpellBound abbraccia una serie di progetti in rete con artisti e istituzioni nel mondo, come la coproduzione internazionale Pa|Ethos a firma del coreografo tibetano Sang Jijia o l’installazione La Mode di Tomoko Mukayiama e Tojo Ito che ha inaugurato il National Taichung Theater a Taiwan. Dal 2000 l'attività di SpellBound è sostenuta dal Ministero della Cultura e dal 2022 la compagnia è accreditata nel ruolo di Centro di Produzione Nazionale della Danza con il più ampio progetto ORBITA|Spellbound co-diretto da Astolfi e Marini.
La Stagione d’Opera e Danza 2024 è stata resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti da 10 a 30 Euro. Under 18: 5 Euro; Carta Giovani Nazionale 18-35 anni (platea e palchi): Danza 15 Euro
le foto sono di Cristiano Castaldi
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