Il direttore musicale di Santa Cecilia Daniel Harding (foto MUSA) inaugura il nuovo ciclo completo di concerti dedicato alle Sinfonie di Gustav Mahler, che proseguirà nel corso delle prossime stagioni. Dopo l’inaugurazione romana del ciclo, con l’esecuzione della prima sinfonia, Harding e l’Orchestra di Santa Cecilia volano in Europa per una tournée (dal 5 al 10 maggio) di cinque tappe nelle principali sale da concerto internazionali, dove porterà il suo Mahler: in programma la Prima Sinfonia “Titano” e il Concerto per violino di Dvořák, con il solista Joshua Bell, artista in residence a Santa Cecilia. Inoltre, solo a Francoforte, sarà eseguito anche il movimento Blumine, inizialmente presente nella struttura iniziale della prima sinfonia ma in seguito espunto dal compositore stesso e reso un brano indipendente.
Il programma sarà eseguito, tra il 5 e il 10 maggio, nella tournée europea in Spagna, Germania e per la prima volta a Katowice, in Polonia. Il primo concerto è in programma il 5 maggio al Palau de la Musica di Barcellona, il 7 maggio l’Orchestra farà ritorno alla Elbphilharmonie di Amburgo. Seguiranno i concerti al Konzerthaus di Dortmund l’8 maggio, il debutto alla Nospr Hall di Katowice il 9 maggio e il 10 maggio il concerto alla Alte Oper di Francoforte.
L’Accademia di Santa Cecilia è stata l’unica istituzione musicale italiana che ha ospitato Mahler come direttore d’orchestra, il quale è salito sul podio ceciliano in ben quattro occasioni, tra il 1907 e il 1910. È inoltre notevole il numero di esecuzioni che l’Orchestra e il Coro hanno dato dei suoi capolavori, soprattutto a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, proprio in coincidenza con il successo di un film di Visconti: anche in quella occasione era l’Orchestra di Santa Cecilia ad eseguire la colonna sonora incentrata sull’Adagietto dalla Quinta Sinfonia. Questo percorso è proseguito sino ad oggi: attualmente la musica di Mahler ha quella popolarità che lo stesso compositore aveva profetizzato quando pronunciò la frase: “il mio tempo verrà”.
Composta fra il 1884 e il 1888 la Prima Sinfonia (inizialmente intitolata dall’autore “Il Titano”, perché ispirata all’omonimo romanzo di Jean Paul) espone con chiarezza gli elementi principali del mondo poetico mahleriano: la predilezione per i temi popolari, la creazione di lunghe melodie, la suprema padronanza nell’orchestrazione e la capacità di edificare una costruzione estremamente vasta e complessa. Il finale, tumultuoso e maestoso, alterna momenti di battaglia interiore a una ricerca di redenzione, con richiami a Parsifal e al Messia di Händel. La conclusione sembra trionfante, ma il dubbio resta: la vittoria è davvero definitiva? Come scrive Adorno, «il dissidio interiore si potenzia in un'integrale disperazione», facendo di quest'opera un'esperienza musicale unica, dove trionfo e inquietudine si fondono in una tensione che non si risolve mai completamente.

Nessun commento:
Posta un commento