mercoledì 30 aprile 2025

La De Sono chiude la stagione con un concerto tra le note della Belle Époque con i borsisti Letizia Gullino e Matteo Fabi in trio con Luca Guido Troncarelli al pianoforte

 
Lunedì 12 maggio, alle 20.30, il Conservatorio "G. Verdi" ospita un omaggio musicale alla Belle Époque, momento di straordinaria fioritura artistica e culturale che illuminò l’Europa nei primi decenni del Novecento.
Il concerto, che chiude la stagione De Sono, propone un programma dedicato alle suggestive atmosfere francesi di inizio secolo, attraverso le opere di Gabriel Fauré e Maurice Ravel, con protagonisti tre giovani e talentuosi interpreti: Letizia Gullino al violino e Matteo Fabi al violoncello - entrambi borsisti De Sono per il 2024 - e Luca Guido Troncarelli al pianoforte. 
Il concerto si apre con la Pavane pour une Infante défunte di Maurice Ravel; composta nel 1899, è un omaggio immaginario a una principessa spagnola scomparsa, ma soprattutto un esercizio di stile nel rievocare, con grazia malinconica, le danze di corte del passato.
Segue la Barcarolle n.5 op.66 per pianoforte, una delle pagine più eleganti della produzione pianistica di Gabriel Fauré. Composta nel 1894 è ispirata al ritmo ondeggiante delle canzoni veneziane, e fonde lirismo e raffinatezza armonica in uno stile tipicamente francese, dove il virtuosismo si unisce a una profonda espressività.
Scritta tra il 1920 e il 1922, la Sonata per violino e violoncello M.73 di Ravel è dedicata alla memoria dell’amico Claude Debussy e rappresenta una svolta nel linguaggio del compositore. Scarna, essenziale, si rivela estremamente moderna nell’uso del timbro e del ritmo, mettendo in dialogo i due strumenti in un gioco di contrasti e tensioni.
Completa il programma un'altra pagina della musica di Gabriel Fauré, il Trio op.120 per violino, violoncello e pianoforte. Ultimato nel 1923, a pochi anni dalla morte del compositore, il trio è l’opera della maturità, ispirata all’estetica impressionista. Si tratta di un’ultima manifestazione della classica forma-sonata, ma i temi sembrano scritti sull’acqua: non si imprimono nella nostra memoria perché Fauré sfuma e riverbera i contorni di ogni linea melodica, ricorrendo ad accompagnamenti vibranti e armonie mutevoli che di tanto in tanto ricordano il Trio di Ravel.Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su Eventbrite.

BELLE ÉPOQUE
 
Lunedì 12 maggio, ore 20.30
Conservatorio “G. Verdi”,  Torino
 
Letizia Gullino, violino
Matteo Fabi, violoncello
Luca Guido Troncarelli, pianoforte
 
Maurice Ravel
Pavane pour une Infante défunte per pianoforte

Gabriel Fauré
Barcarolle n.5 op.66 per pianoforte

Maurice Ravel
Sonata per violino e violoncello M73

Gabriel Fauré
Trio op.120 per violino, violoncello e pianoforte
 
Letizia Gullino, classe 2004, è stata definita da Salvatore Accardo come “una violinista dal suono caldo e potente, con una tecnica brillantissima ed una musicalità pura ed affascinante”.
Vincitrice del III Premio al Concorso Internazionale Valsesia 2024, si è laureata con lode e menzione d’onore al Conservatorio di Torino e, grazie alla De Sono, sta frequentando il Master di Virtuosità presso l’Accademia Perosi di Biella con Silvia Marcovici.
Si è esibita come solista e camerista in importanti festival e istituzioni, tra cui l’Unione Musicale, il Festival Internazionale di Edimburgo, la Società Umanitaria e il Paganini Genova Festival. Nel 2025 uscirà il suo primo CD per DaVinci e debutterà all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo con lo Stradivari “Mond” del 1709. È anche borsista Estemporanea e ha recentemente partecipato a una masterclass esclusiva con Maxim Vengerov presso la Fondazione Casa Stradivari.
 
Matteo Fabi, nato nel 2004, ha iniziato a studiare violoncello con il padre e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Ghedini di Cuneo. Ha studiato con Antonio Meneses e attualmente si perfeziona con Giovanni Sollima all’Accademia di Santa Cecilia, grazie alla borsa di studio De Sono. Vincitore di numerosi concorsi, è stato solista con orchestra e ospite di importanti festival, collaborando con artisti come Accardo.
 
Il pianista Luca Guido Troncarelli, classe 2001, ha iniziato giovanissimo lo studio della musica e si è formato al Conservatorio “G. Verdi” di Torino con Claudio Voghera. Vincitore di numerosi concorsi, si esibisce regolarmente in festival e rassegne, anche a livello nazionale. Ha partecipato a programmi RAI e suonato come solista con orchestra. Nel 2024 si è laureato in Matematica all’Università di Torino.
 

TCBO: DA BRAHMS A POULENC CON SERGEJ KRYLOV, JULIE CHERRIER HOFFMANN E FRÉDÉRIC CHASLIN



È con il celebre Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 77 di Johannes Brahms, interpretato da un solista d’eccezione come Sergej Krylov (seconda foto in basso, a destra), che prosegue il ciclo dedicato dal Teatro Comunale di Bologna al grande compositore tedesco nella Stagione Sinfonica 2025. Sul podio dell'orchestra felsinea, martedì 6 maggio alle 20.30 all’Auditorium Manzoni, torna il francese Frédéric Chaslin (nella foto a destra, di Martinez), che propone anche –
in prima esecuzione assoluta dal vivo – le sue due trascrizioni per soprano e orchestra di Les chemins de l’amour e Fiançailles pour rire di Francis Poulenc, con solista Julie Cherrier Hoffmann, già incise per l’etichetta Aparté con la stessa interprete e l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. La voce di Cherrier Hoffmann si potrà ascoltare anche nel Gloria in sol maggiore per soprano, coro e orchestra, ancora di Poulenc, che completa il programma. A preparare il Coro del TCBO è Gea Garatti Ansini.
Ospite delle principali istituzioni musicali internazionali, fra cui la Philharmonie di Berlino, il Musikverein di Vienna, l’Accademia di Santa Cecilia e il Teatro alla Scala, Krylov torna al Manzoni per il Concerto per violino di Brahms, che presenta un virtuosismo esasperato ma anche momenti di intenso e lirico sinfonismo. Scritto nell’estate del 1878 in Carinzia e dedicato a Joseph Joachim – il grande violinista che il compositore aveva conosciuto nel 1853 e a cui rimase legato per tutta la vita – fu tenuto a battesimo al Gewandhaus di Lipsia il 1° gennaio 1879, proprio dallo stesso Joachim come solista e da Brahms sul podio.
Fondatrice del Festival “Musique aux Mirabelles” e voce che ha tracciato il suo percorso tra la mélodie francese e i grandi ruoli operistici, la cui discografia per Aparté comprende Debussy, Poulenc e opere composte per lei da Chaslin, Cherrier Hoffmann (nella foto) è protagonista della seconda parte della serata incentrata sulla musica di Poulenc. Nel 1940 il compositore francese dedicò la valse Les chemins de l’amour all’amica-artista Yvonne Printemps, che la cantò nella commedia Léocadia di Jean Anouilh, applaudita dai parigini al Théâtre de la Michodière nel primo autunno dell’occupazione nazista. È dell’anno precedente la creazione «di un piccolo ciclo femminile su poesie di Loulou [la poetessa Louise de Vilmorin] – scriveva Poulenc all’amica Nadia Boulanger nei mesi prima della disfatta della “Strana guerra” (settembre 1939) […] – Prendo per titolo Fiançailles pour rire con tutto quello che implica di nervoso, di sensuale, di abusato, di melanconico. Che malinconia dire che si scrive corto perché non si ha il tempo di scrivere grande». Il ciclo di sei melodie per voce e pianoforte fu eseguito per la prima volta nel 1942 a Parigi, nella Salle de l’École normale de Musique, con il soprano Geneviève Touraine e lo stesso autore al pianoforte. Appartiene, invece, all’ultimo periodo compositivo di Poulenc il Gloria, nato nel 1960 su commissione della Fondazione Koussevitzky di Boston ed eseguito nella città americana nel 1961 con solista Adele Addison e direttore Charles Münch. Il lavoro – lontano dal tradizionale concetto di sacralità accostato a questa musica – traeva ispirazione «dagli affreschi sublimi di Benozzo Gozzoli dove gli angeli fanno le linguacce e anche da quei seri benedettini che ho visto giocare a pallone», spiegava Poulenc, ed era «nello stile di Vivaldi – il latino permette questo genere di maccheroni filanti».
 
Ospite di compagini come la Filarmonica della Scala, l’Orchestra della Rai e i Wiener Philharmoniker, Chaslin dirige nuovamente l’Orchestra del TCBO dopo essere stato sul podio la scorsa estate in Piazza Maggiore per il concerto finale del Concorso “2 agosto”.

DA BEETHOVEN A TOLSTOJ: LA SONATA A KREUTZER CHIUDE IL CONCERTO DI LEONIDAS KAVAKOS ED ENRICO PACE

 


Tolstoj amava profondamente la musica, tanto da averne bisogno per scrivere: non sorprende, allora, che il titolo di uno dei suoi più celebri (e oscuri) racconti riporti come titolo La Sonata a Kreutzer, romanzo del 1889 che riprende la celebre Sonata per violino e pianoforte “a Kreutzer” di Beethoven. Oltre a essere la ‘colonna sonora’ di Tolstoj, la Sonata chiuderà anche il concerto del violinista Leonidas Kavakos e del pianista Enrico Pace, in programma mercoledì 7 maggio alle ore 20.30 in Sala Sinopoli (Auditorium Parco della Musica). Accanto alla sonata di Beethoven, sarà eseguita anche la Fantasia in do maggiore di Schubert e una selezione di brani del compositore contemporaneo Dubugnon.
È un duo d’eccezione quello formato da Kavakos e Papi, due musicisti il cui sodalizio artistico procede felicemente ormai da diversi anni, durante i quali hanno suonato nelle più prestigiose sale da concerto internazionali e hanno inciso diversi album. Spicca, fra essi, la registrazione dell’integrale delle Sonate di Beethoven per pianoforte e violino, pubblicata da Decca Classics nel gennaio 2013 successivamente nominata per un Grammy Award. E sarà proprio una delle sonate di Beethoven, la Sonata per violino e pianoforte n. 9 op. 47, a concludere la serata ceciliana. Il programma offerto dal violinista greco vede un altro caposaldo della letteratura per violino e pianoforte: ad aprire la serata sarà infatti la Fantasia in do maggiore di Schubert. A seguire, tre brani del compositore svizzero Richard Dubugnon (classe 196) che, curiosamente, condivide con il Direttore Musicale di Santa Cecilia Daniel Harding un aspetto della sua carriera: anche lui è, infatti, un pilota di linea.


MAHLER E DVOŘÁK PER IL TOUR EUROPEO DI DANIEL HARDING CON L’ORCHESTRA DI SANTA CECILIA

 

Il direttore musicale di Santa Cecilia Daniel Harding (foto MUSA) inaugura il nuovo ciclo completo di concerti dedicato alle Sinfonie di Gustav Mahler, che proseguirà nel corso delle prossime stagioni. Dopo l’inaugurazione romana del ciclo, con l’esecuzione della prima sinfonia, Harding e l’Orchestra di Santa Cecilia volano in Europa per una tournée (dal 5 al 10 maggio) di cinque tappe nelle principali sale da concerto internazionali, dove porterà il suo Mahler: in programma la Prima Sinfonia “Titano” e il Concerto per violino di Dvořák, con il solista Joshua Bell, artista in residence a Santa Cecilia. Inoltre, solo a Francoforte, sarà eseguito anche il movimento Blumine, inizialmente presente nella struttura iniziale della prima sinfonia ma in seguito espunto dal compositore stesso e reso un brano indipendente.
Il programma sarà eseguito, tra il 5 e il 10 maggio, nella tournée europea in Spagna, Germania e per la prima volta a Katowice, in Polonia. Il primo concerto è in programma il 5 maggio al Palau de la Musica di Barcellona, il 7 maggio l’Orchestra farà ritorno alla Elbphilharmonie di Amburgo. Seguiranno i concerti al Konzerthaus di Dortmund l’8 maggio, il debutto alla Nospr Hall di Katowice il 9 maggio e il 10 maggio il concerto alla Alte Oper di Francoforte.
L’Accademia di Santa Cecilia è stata l’unica istituzione musicale italiana che ha ospitato Mahler come direttore d’orchestra, il quale è salito sul podio ceciliano in ben quattro occasioni, tra il 1907 e il 1910. È inoltre notevole il numero di esecuzioni che l’Orchestra e il Coro hanno dato dei suoi capolavori, soprattutto a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, proprio in coincidenza con il successo di un film di Visconti: anche in quella occasione era l’Orchestra di Santa Cecilia ad eseguire la colonna sonora incentrata sull’Adagietto dalla Quinta Sinfonia. Questo percorso è proseguito sino ad oggi: attualmente la musica di Mahler ha quella popolarità che lo stesso compositore aveva profetizzato quando pronunciò la frase: “il mio tempo verrà”.
Composta fra il 1884 e il 1888 la Prima Sinfonia (inizialmente intitolata dall’autore “Il Titano”, perché ispirata all’omonimo romanzo di Jean Paul) espone con chiarezza gli elementi principali del mondo poetico mahleriano: la predilezione per i temi popolari, la creazione di lunghe melodie, la suprema padronanza nell’orchestrazione e la capacità di edificare una costruzione estremamente vasta e complessa. Il finale, tumultuoso e maestoso, alterna momenti di battaglia interiore a una ricerca di redenzione, con richiami a Parsifal e al Messia di Händel. La conclusione sembra trionfante, ma il dubbio resta: la vittoria è davvero definitiva? Come scrive Adorno, «il dissidio interiore si potenzia in un'integrale disperazione», facendo di quest'opera un'esperienza musicale unica, dove trionfo e inquietudine si fondono in una tensione che non si risolve mai completamente.

IL DINAMISMO DEL QUARTETTO - Un concerto per le famiglie con i professori dell’Orchestra di Santa Cecilia, da Fauré al tango di Piazzolla.

 

Dopo il successo del primo concerto, prosegue la rassegna dei Family Concert domenica 4 maggio con un nuovo appuntamento: il Dynamis Piano Quartet, formato da professori dell’Orchestra di Santa Cecilia, si esibirà nella Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica) alle ore 11:30. Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione all’ascolto alle ore 11, a cura di Massimiliano Tonsini e che potrà fornire al pubblico strumenti utili per comprendere e apprezzare al meglio il concerto.
Rivolti ad un vasto pubblico, i Family Concert sono destinati a giovani, studenti e famiglie che intendono avviare un rapporto nuovo e vivo con l’esperienza dell’ascolto musicale.
Per questa occasione, il programma prevede un quartetto per pianoforte ed archi di Gabriel Fauré, compositore francese dalle sonorità e dallo stile compositivo peculiari per il suo tempo, tanto che Marcel Proust gli scrisse di essere rimasto "intossicato" dal fascino e dall'effetto perturbante della sua musica. A seguire, in programma anche le Cuatro Estaciones Porteñas di Astor Piazzolla, quattro brani nello stile del tango dedicati ognuno ad una stagione diversa. Rappresentano le “quattro stagioni dell’altro emisfero”, di un altro mondo, di un altro secolo, duecentocinquant’ anni dopo Vivaldi. Scritte originariamente per bandoneon, violino, chitarra elettrica, contrabbasso e pianoforte, hanno poi subìto trascrizioni di ogni genere.

 

Domenica 4 maggio 2025 – Palestrina, tra cielo e terra – Torino, Estate Reale


L'Accademia del Santo Spirito domenica 4 maggio alle ore 21:00 presso la Sala della Guardia Svizzera di Palazzo Reale (Torino, Piazzetta Reale, 1) in concerto dal titolo “Palestrina, tra cielo e terra” – inserito nel cartellone di Estate Reale, in occasione della Festa della Sindone –, che  intende celebrare il grande Autore romano di fine Cinquecento in occasione del V centenario della nascita. Madrigali e mottetti tra i più belli della storia della polifonia tratteggeranno tanto la sua produzione sacra, quanto quella profana. Gli interventi dell’Ensemble madrigalistico dell’Accademia del Santo Spirito – diretto da Luca Ronzitti – saranno intervallati da brani per cembalo e per liuto (Laura La Vecchia) dello stesso Palestrina e di altri suoi contemporanei la composizione dei quali sia stata direttamente influenzata dall’opera di quell’Autore nella cui produzione – come scriveva Francesco Flora – “si fanno armonia il divino e il terrestre, con una consapevolezza di suprema serenità”.
Il concerto non è a pagamento, ma per accedere al Palazzo Reale sarà necessario acquistare un piccolo biglietto d’ingresso (5 Euro; non sono previste riduzioni) al link e secondo le istruzioni qui di seguito:
https://museireali.beniculturali.it/events/festa-della-sindone-2025/

"San Nicola va per mare": concerto dell’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari nel Teatro Piccinni

 
In occasione della imminente festa di San Nicola, venerdì 2 maggio, alle ore 20:30, il Teatro Piccinni di Bari ospiterà il concerto dal titolo “San Nicola va per mare”, un omaggio musicale al Santo Patrono della città. L’evento vedrà protagonista l’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, diretta dal maestro Paolo Ponziano Ciardi (nella foto in basso), in un programma interamente dedicato alla figura del Vescovo di Myra con l’esecuzione di brani di tre compositori baresi.
La serata si aprirà con “Gregorian – Missa XI Orbis Factor” per coro e orchestra, composizione di Franco Scarola, che sarà accompagnata da una narrazione musicale del Corteo Storico di San Nicola. L’opera, commissionata da ICO Bari, sarà proposta in prima esecuzione assoluta.
Seguirà “Bari di maggio” di Nicola Scardicchio, nella seconda versione del 2025, anch’essa commissionata da ICO Bari, che rievoca il clima spirituale e popolare della città nel mese dedicato al Santo.
Chiuderà il concerto “La leggenda di San Nicola” di Ottavio De Lillo, una cantata per voce recitante, soprano, baritono, coro e orchestra, basata sui testi storici di Niceforo e Giovanni Arcidiacono (cronisti dell’XI secolo), con traduzione a cura di Pasquale Corsi. L'opera, commissionata dalla ICO Bari nel 1996 e riproposta dopo quasi trent’anni, è un intenso racconto musicale che attraversa i secoli per restituire il valore universale della figura nicolaiana. L’esecuzione vedrà la partecipazione straordinaria, nella veste di voce recitante, della consigliera delegata all’Orchestra metropolitana Francesca Bottalico, del soprano Maria Cristina Bellantuono, del baritono Gianpiero Delle Grazie e del Coro Dilecta Musica, diretto dal Maestro Vincenzo Damiani.

Orchestra Sinfonica di Milano | Gilbert Varga, Nelson Goerner | Liszt, Bartók, Veress, Martucci | 9-11 maggio, Auditorium di Milano

 

Venerdì 9 maggio 2025 ore 20
Domenica 11 maggio 2025 ore 16
Auditorium di Milano, Largo Mahler

Sándor Veress
Threnos. In memoriam Béla Bartók
Franz Liszt
Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore S 124
Giuseppe Martucci
Notturno n. 1 op. 70 per orchestra
Béla Bartók
Il mandarino meraviglioso, Suite

Orchestra Sinfonica di Milano
Nelson Goerner Pianoforte
Gilbert Varga Direttore

Chissà cosa penserà il direttore Gilbert Varga (nella foto a sinistra), quando il 9 e l’11 maggio (ore 20 e ore 16) debutterà con l’Orchestra Sinfonica di Milano, la stessa che il padre, il violinista Tibor Varga, aveva diretto nel lontano 1997. Il concerto rappresenta un grande tributo alla sua terra, l’Ungheria, con un programma che unisce il virtuosistico Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore di Franz Liszt, con il talentuoso Nelson Goerner alla tastiera, alla Suite da Il mandarino meraviglioso di Béla Bartók e a Threnos, il pezzo che Sándor Veress scrive in memoria del suo maestro Bartók. Contraltare del sound ungherese è quello italiano di Giuseppe Martucci con il Notturno n. 1, gioiello del romanticismo fin de siècle made in Italy.
Elemento essenziale del concerto è senza dubbio il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Franz Liszt, che vede il ritorno del pianista Nelson Goerner (nella foto a sinistra) all’Auditorium di Largo Mahler. Dall’Argentina al mondo. Classe 1969, Goerner mostra sin da giovane di essere dotato di un talento senza limiti. Dopo aver studiato con Jorge Garrubba, Juan Carlos Arabian e Carmen Scalcione, ha vinto il Primo Premio al Concorso Franz Liszt di Buenos Aires nel 1986 all’età di 17 anni. Questo gli ha permesso di ottenere una borsa di studio per studiare con la pianista recentemente scomparsa Maria Tipo al Conservatorio di Ginevra. Nel 1990 Nelson Goerner ha vinto il Primo Premio al prestigioso Concorso di Ginevra.
A fianco del Concerto per pianoforte n. 1 di Liszt – vero caposaldo del Romanticismo europeo –, il programma ci addentra nella visione musicale dell’Impero asburgico-ungherese nel tentativo di mostrare le sue diverse anime, fino alla sua dissoluzione: tra loro dialogano il grande Franz Liszt, Béla Bartók e Sándor Veress. In particolare, gli ultimi due compositori sono collegati a filo doppio: Sándor Veress, musicista ed etnomusicologo che era stato allievo di Bartók e di Zoltán Kodály, e il suo Threnos era stato scritto nel 1945, proprio in memoria del maestro Bartók appena scomparso.
Franz Liszt iniziò a comporre intorno al 1830 tre grandi lavori per pianoforte e orchestra: i due Concerti e la Totentanz. Tuttavia, la gestazione di queste opere fu lunga e travagliata: apparvero nella loro stesura definitiva rispettivamente solo nel 1857, 1861 e 1859. Per quel che riguarda il Primo concerto, gli abbozzi risalgono al 1830, mentre la prima versione completa è solo del 1849; il compositore rivide la partitura più volte prima della pubblicazione presso l'editore C. Haslinger di Vienna nel 1857. La prima esecuzione avvenne il 17 febbraio 1855 al castello di Weimar con Liszt stesso al pianoforte e l'orchestra diretta da Hector Berlioz.
Cento anni dopo l’inizio della gestazione del Concerto lisztiano vede la luce Il mandarino meraviglioso di Béla Bartók (nella foto a destra) - di cui ascolteremo la Suite del 1927 - che racconta la storia di tre malviventi che costringono una ragazza ad adescare i passanti per poi derubarli. Capita fra questi un misterioso straniero, un mandarino cinese che s'innamora perdutamente della ragazza. Niente può vincere la sua passione, e invano i malviventi lo pugnalano, lo soffocano, lo impiccano; egli non morrà se non dopo aver avuto la ragazza. “Una di quelle vicende degne di Telefono azzurro”, per usare le parole di Sandro Cappelletto, o, come scrive Sándor Veress, “iI significato risiede nell'immortalità del vero amore che trionfa d’ogni ostacolo e che solo la piena soddisfazione può consumare”. La pantomima di Bartók – composta tra il 1918 e il 1919 e orchestrata nel 1923, verrà eseguita solo nel 1926 ma l’opera verrà ritenuta immorale e in Italia arriverà in Italia solo nel 1942, al Teatro alla Scala.
Chiude il Trittico ungherese Threnos di Sándor Veress (nella foto a sinistra), musicista ed etnomusicologo che era stato allievo di Bartók e di Zoltán Kodály Scritto nel 1945 e dedicato alla memoria del maestro Bartók, Threnos è un'opera in un movimento, divisa in tre sezioni interne indipendenti. Essendo una trenodia, Veress inserisce due lamenti funebri di tipo popolare, che sono invenzioni melodiche del compositore, nello stile della musica popolare.
Se, nel programma, Franz Liszt rappresenta la perfetta espressione romantica del mondo asburgico, la figura dell’italiano Giuseppe Martucci ci ricorda invece che anche l’Italia ha avuto un importante movimento romantico espresso nella musica strumentale, purtroppo dimenticato.

IUC: Martedì 6 maggio, ore 20.30, Alexander Lonquich suona Beethoven e Schumann


Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
80a Stagione 2024 | 2025
Martedì 6 maggio . ore 20.30
Alexander Lonquich

Ludwig van Beethoven 
6 Bagatelle op. 126 
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 30 in mi maggiore op. 109 
Robert Schumann
8 Novelletten op. 21

A chiudere la parata di star del pianoforte di questa 80° stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, martedì 6 maggio alle 20.30 in Aula Magna, un’altra presenza consolidata alla IUC, Alexander Lonquich (nella foto di Cecopato) il grande pianista tedesco, ma residente da molti anni in Italia, attuale direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole, in un programma tutto romantico da Beethoven a Schumann.
Alexander Lonquich è nato a Treviri, in Germania. Nel 1977 ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande: da allora ha tenuto concerti in tutti i principali centri musicali del mondo.
Ha collaborato con direttori d'orchestra del calibro di Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Philippe Herreweghe, Marc Minkowski, Sandor Vègh e molti altri.
Alexander Lonquich collabora anche con rinomati partner di musica da camera, tra cui Christian Tetzlaff, Nicolas Altstaedt, Vilde Frang, Barnabás Kelemen, Joshua Bell, Heinrich Schiff, Steven Isserlis, Isabelle Faust, Carolin Widmann, Jörg Widmann, Heinz Holliger e Frank Peter Zimmerman, per citare alcuni.
Alexander Lonquich ha ricevuto numerosi premi dalla critica italiana e internazionale, tra cui il ‘Diapason d’Or’ e il ‘Premio Abbiati’ come ‘miglior solista’ nel 2016.
Nel ruolo di direttore/solista ha collaborato con l'Orchestra da Camera di Mantova, la Mahler Chamber Orchestra, l'Orchestre des Champs Elysées, la Stuttgarter Kammerorchester, la Münchener Kammerorchester, la Camerata Salzburg, la Filarmonica della Scala, la Tapiola Sinfonietta, l'Orchestra Sinfonica Nazionale RAI, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilharmonie e molti altri.
Alexander Lonquich è ospite abituale di festival di fama internazionale, tra cui Lockenhaus, Mozartwoche di Salisburgo, Salzburger Festspiele, Beethovenfest Bonn, Ludwigsburger Schlossfestspielen, Schubertiade e Sommerliche Musiktage Hitzacker in Germania.
La sua registrazione del 2018, un doppio CD per l’etichetta Alpha-Outhere intitolato ‘Schubert 1828’ e contenente le Sonate D958, D959 e D960, ha ottenuto un ampio successo di pubblico e critica e, nel febbraio 2019, ha ricevuto il prestigioso “Preis der deutschen Schallplattenkritik”. Nel 2020 è stato pubblicato un doppio CD in collaborazione con Nicolas Altstaedt, contenente l’intero ciclo delle Sonate e le Variazioni per violoncello e pianoforte di Beethoven (Alpha Classics).
Dal 2014 Alexander Lonquich è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, contribuendo alla formazione di giovani musicisti e all’ampliamento del repertorio dell’ensemble. 
Da luglio 2020 è anche Direttore Artistico della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole.


Il programma generale di Ravenna Festival 2025 illustrato da Stefano Ricci

 
È arrivato il programma generale di Ravenna Festival 2025…e come ogni anno, è molto più di un semplice calendario degli eventi: è un libro-guida per accompagnare gli spettatori-viaggiatori del Festival alla scoperta delle oltre cento alzate di sipario dal 31 maggio al 13 luglio, a cui si aggiungono la rassegna Romagna in fiore e gli spettacoli di anteprima a maggio e la Trilogia d’Autunno dal 12 al 16 novembre. E se la XXXVI edizione ha scelto per titolo una citazione di Cervantes – Donde hay música no puede haber cosa mala – per ricordarci il potere della musica e delle arti performative di creare spazi di dialogo, confronto e speranza, l’artista scelto per illustrare le pagine del programma può sicuramente vantare familiarità con il celebre hidalgo della Mancha: Stefano Ricci è infatti in scena con i suoi disegni nel Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro. Nel programma generale, pagina dopo pagina, i disegni inediti – parte del progetto di Stefano Ricci per raccontare un anno di cinema al Modernissimo di Bologna – incontrano gli appuntamenti del Festival. Mentre ventiquattromila copie saranno recapitate a casa degli spettatori in tutt’Italia, il programma è disponibile anche presso la Biglietteria del Teatro Alighieri, gli IAT di Ravenna e Cervia e in tutti i luoghi di spettacolo in occasione degli eventi.
 
“Il venti novembre di due anni fa Gianluca Farinelli, che dirige la Cineteca di Bologna, ha inaugurato il cinema Modernissimo, una sala antica magnifica, in restauro da dieci anni – spiega Stefano Ricci – Ho detto a Gianluca che mi sarebbe piaciuto scegliere un film tra quelli in programmazione ogni giornata, disegnare un manifesto, stamparlo e metterlo all’entrata del Modernissimo. Un manifesto al giorno, per un anno (…). Tra i cinque, sei film proiettati ogni giorno, bisognava sceglierne uno, vederlo, studiarlo e cercare l’immagine. A volte è venuta a galla subito, e altre volte mi sembrava sinceramente impossibile. Film archeologici restaurati, prime visioni, cartoni animati, commedie, documentari, immagini davvero iconiche che sono nella nostra memoria e appuntamenti affettivi con film che mi hanno cambiato, quello preferito dalla mia fidanzata, da mio fratello, dai miei amici del cuore. (…) Adesso stiamo finendo il libro che raccoglie tutti i manifesti per il Modernissimo, uscirà a settembre, e l’invito di Ravenna Festival è l’occasione di pubblicare una selezione di disegni inediti, scelti in dialogo con i concerti e gli spettacoli teatrali che il Festival presenta in questa edizione.”
 
E se sfogliare il libro-guida è anche un’occasione per gli spettatori-viaggiatori per tracciare itinerari non solo fra gli eventi ma anche fra i tesori di Ravenna, i suoi siti e i suoi musei, si sono aggiunti in programma alcuni appuntamenti non precedentemente annunciati. L’Anno Giubilare ha infatti ispirato tre incontri con Padre Mauro-Giuseppe Lepori, Abate Generale dell’Ordine Cistercense (31 maggio), Padre Gianni Giacomelli del Monastero di Fonte Avellana (8 giugno) e Mons. Massimo Camisasca, Vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla (15 giugno), mentre l’ormai tradizionale appuntamento sulla Via Sancti Romualdi è con il fisico e inventore Federico Faggin, che converserà con Alessandro Barban, già Priore dei Monaci Camaldolesi, su Corpo, mente e spirito rivisti (23 giugno). Tutti gli incontri saranno ospitati dalla Sala Dantesca della Biblioteca Classense e a ingresso libero.

Mahler e Rota diretti da Diego Matheuz con solista Massimo La Rosa per l'Orchestra Sinfonica Siciliana


Diego Matheuz (nella foto), una delle più note bacchette dei nostri giorni, star giovanissima “nata” dal venezuelano “Sistema Abreu”, pupillo di Claudio Abbado, sul podio delle migliori orchestre del mondo, dopo alcuni anni, torna a dirigere l’Orchestra Sinfonica Siciliana per la 65a Stagione 2024/2025 venerdì 2 maggio alle ore 21 e sabato 3 maggio alle ore 17.30 al Politeama Garibaldi. Matheuz guiderà l’Orchestra in un programma che si aprirà con il Concerto per trombone e orchestra di Nino Rota, solista Massimo La Rosa, primo trombone del Teatro Massimo di Palermo. La seconda parte del concerto sarà dedicata alla Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler, una delle pietre miliari e più amate della musica sinfonica del Novecento



 

CALL per Borsa di studio 2025 per ensemble di musica da camera, candidature aperte fino al 9 maggio


Nel quadro del partenariato tra Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi (AN), Residart, la prima rete di Residenze d’Artisti nata nelle Marche con sede a Camerata Picena (AN) e Orlando Foundation for Chamber Music (Paesi Bassi), per produzioni musicali di alto livello, masterclass e corsi di specializzazione di Musica da Camera, viene offerta anche per l’anno 2025 una borsa di studio ad un ensemble italiano di musica da camera (duo o trio di soli strumentisti, preferibilmente under 35) per poter seguire un corso di specializzazione presso Camerata Picena (AN), sotto la direzione del M° Henk Guittart. La borsa di studio comprende oltre alla masterclass anche la copertura delle spese di viaggio e alloggio.
L’ensemble selezionato verrà poi invitato a partecipare al Festival Residart e ad esibirsi in uno dei quattro concerti previsti nell’ambito del XXV Festival Pergolesi Spontini (5-15 settembre 2025).
L’obiettivo è quello di migliorare l’attenzione e la qualità della pratica musicale da camera europea, interessando e ispirando anche le future generazioni di musicisti ed il pubblico.
Le candidature, accompagnate da un CV dell’ensemble (in italiano e in inglese) e da un link con uno o due video dimostrativi del proprio repertorio, vanno inviate – scrivendo una mail alla Fondazione Pergolesi Spontini (marketing@fpsjesi.com) – entro e non oltre venerdì 9 maggio 2025.
La selezione dell’ensemble italiano di musica da camera, vincitore della borsa di studio, sarà a cura del M° Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini e del M° Henk Guittart, direttore artistico di Festival Residart e di Orlando Foundation for Chamber Music.
La comunicazione dell’ensemble vincitore avverrà entro la fine di maggio.
 
Nelle tre precedenti edizioni, hanno vinto la Borsa di Studio il Trio Aeonium (2022), ex equo il Trio Chimera e il Duo Taio-Adinolfi (2023), e il Duo Althea (2024 - nella foto in alto).


Arquà Petrarca (PD) - Domenica 4 maggio 2025 – Le colline euganee si tingono di note e sapori con l’appuntamento speciale Maggio in Jazz, ospitato da VITICULTURE nel cuore di Terre dei Borghi

 

Protagonista della giornata sarà il trio jazz (nella foto) formato da Antonio Cavicchi alla chitarra, Marc Abrams al contrabbasso e Riccardo Biancoli alla batteria, che accompagnerà il pubblico con raffinate sonorità tra classici del repertorio e composizioni originali. Un concerto immerso nella natura, pensato per chi ama la musica di qualità e la convivialità all’aria aperta.
Il trio formato da Antonio Cavicchi, Marc Abrams e Riccardo Biancoli riunisce tre musicisti di enorme esperienza, da molti anni attivi sulla scena jazz italiana e internazionale. La lista delle loro collaborazioni, live e in studio, è lunghissima e comprende fra gli altri nomi quali Dizzy Gillespie, Gil Evans, Mal Waldron, Lee Konitz, Kenny Clarke, Chet Baker, Benny Golson e tutti i più importanti esponenti del jazz italiano. Sono inoltre tutti attivi come docenti nei Conservatori italiani. Da alcuni anni, hanno trovato nella formula del trio la formazione ideale per esprimere un jazz saldamente ancorato alla tradizione ma in cui possano confluire tutte le loro molteplici esperienze.
Il concerto prenderà il via alle ore 12.00, con una prima parte di circa 50 minuti. Dopo una breve pausa conviviale, ci sarà un successivo set di altri 50 minuti, e alla conclusione, i musicisti torneranno a suonare, aprendo il palco anche a eventuali ospiti e amici musicisti che vorranno unirsi, dando vita a un dialogo musicale aperto e spontaneo, nel vero spirito del jazz.
L’evento si arricchisce della vendita di cicchetti e calici di vino, a cura di produttori locali, per un’esperienza che unisce cultura, enogastronomia e territorio in un’atmosfera rilassata e accogliente.
 
 
Maggio in Jazz è organizzato da VITICULTURE con l’intento di valorizzare la musica dal vivo in luoghi di pregio, offrendo al pubblico un’occasione unica di incontro e bellezza.

La musica della Belle Époque il 7 maggio con il mezzosoprano Lucia Napoli a Roma Sinfonietta - Università Roma Tor Vergata

 

Si annuncia un appuntamento ricco di fascino il concerto intitolato “Tre artisti della Belle Époque a confronto”, che si svolgerà mercoledì 7 maggio alle 18.00 nell’ambito della stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
In programma musiche di tre dei maggiori compositori di quell’epoca, due francesi e un italiano: sono Gabriel Fauré, Claude Debussy e Ottorino Respighi, di cui il mezzosoprano Lucia Napoli e il pianista Antonello Maio presenteranno una scelta di mélodies e romanze composte negli anni della Belle Époque, cioè tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Questo lungo periodo di pace diede adito ad una sostenuta crescita economica e ad una fioritura di scoperte tecnologiche e scientifiche, che portarono ad un aumento del benessere e ad un miglioramento delle condizioni generali di vita di tutta la società: fu dunque un periodo di felicità e ottimismo, sebbene incrinato da qualche crepa.
Il concerto mette dunque a confronto tre dei più grandi musicisti di questo periodo storico, che adottarono però linguaggi e stili diversi. Questo viaggio musicale nella Belle Époque parte dalle melodie dolci ed incantate di Fauré, passa attraverso il simbolismo onirico di Debussy e arriva alla prorompente forza espressiva di Respighi. Tra gli autori delle poesie da loro messe in musica figurano i più grandi poeti di quegli anni ma anche di altre epoche, come Victor Hugo, Leconte de Lisle, Pierre Louys, Gabriele D’Annunzio, Percy Bysshe Shelley. Questi brevi brani vocali sono capolavori raramente eseguiti, specialmente in Italia, e saranno una scoperta per molti ascoltatori. Tra loro si inseriscono anche alcuni brani per pianoforte, come quelli della “Suite bergamasque”, una delle composizioni più famose di Debussy. Il concerto si conclude con “Tramonto” di Respighi, che sancisce la fine della Belle Époque: fu infatti composto nel 1914, anno funesto durante il quale lo scoppio della Prima Guerra Mondiale distrusse quel mondo.

Il mezzosoprano Lucia Napoli si dedica in special modo al belcanto, alla musica barocca e alla musica vocale da camera. È protagonista di un’intensa attività in molte delle sale da concerto e dei teatri più̀ importanti al mondo, da Tokyo ad Amsterdam, da Berlino a Lisbona, da Firenze a Varsavia, da Vienna a New York, con direttori quali Riccardo Muti, Ottavio Dantone, Rinaldo Alessandrini e Christopher Hogwood. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche.
Il pianista Antonello Maio, dopo aver conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, ha iniziato una variegata attività concertistica nel segno della poliedricità, della curiosità e della ricerca. Ha suonato in prima esecuzione musiche di molti compositori contemporanei, tra cui Vacchi, Lombardi, Sinopoli, Panni, D’Amico, Pennisi, Petrassi e Vlad. Si è dedicato molto anche alla musica per il cinema, suonando sotto la direzione di Bacalov, Piovani, Nyman e Morricone. 

“L’opera contemporanea in Italia: produzione, comunicazione e critica” è il nuovo convegno organizzato dall’ANCM


Il 2025 segna la chiusura del primo quarto del nuovo secolo e, come per ogni anniversario, è tempo di bilanci. L’Associazione Nazionale Critici Musicali, in collaborazione con I Teatri di Reggio Emilia e Reggio Parma Festival, ha quindi promosso il convegno L’opera contemporanea in Italia: produzione, comunicazione e critica, una momento di riflessione sulla produzione operistica del XXI secolo che si terrà sabato 17 maggio nella Sala Verdi del Teatro Ludovico Ariosto di Reggio Emilia, a partire dalle ore 9.30, con ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili (info sui siti www.criticimusicali.it, www.iteatri.re.it, www.reggioparmafestival.it).
 
La giornata di studi intende indagare lo stato di salute del mondo lirico nel suo primo quarto del XXI secolo, affrontando il tema da differenti punti di vista, declinati nelle diverse sessioni nelle quali si articola il convegno. È anche l’occasione per sottolineare come il teatro musicale si presenti oggi come un genere vitale e poliedrico, capace di attrarre un pubblico nuovo rispetto a quello degli appassionati del melodramma, di confrontarsi con la contemporaneità non solo nel rapporto con altre espressioni artistiche, ma anche con la tecnologia, i nuovi media, il mondo digitale, e con tematiche sociali e politiche legate all’attualità.
 
Dopo i saluti e gli interventi introduttivi di Paolo Cantù (Direttore artistico I Teatri di Reggio Emilia) e di Andrea Estero (Presidente dell’Associazione Nazionale Critici Musicali), i lavori verranno aperti dalla prima sessione moderata da Susanna Franchi dal titolo “Comunicare l’opera contemporanea, tra vecchi e nuovi media”, con gli interventi di Alessandro Cammarano (“Opera contemporanea e recensioni web: cosa cambia nei ‘ferri del mestiere’”), Alberto Massarotto (“Opera contemporanea e Musica d’oggi: diversi modi di intendere e comunicare il nostro tempo”), Alessandro Rigolli (“Raccontare l'opera contemporanea tra Intelligenza Artificiale e pubblico reale”) e Gaia Varon (“L’opera contemporanea in radio: come accompagnare l’ascolto oggi?”).
 
«L’Associazione Nazionale Critici Musicali – dichiara il presidente Andrea Estero – vuole dare un contributo al dibattito sulla musica, non solo attraverso l’attività professionale dei suoi 120 soci e l’attribuzione dei Premi Abbiati, ma anche organizzando incontri, colloqui di studio e convegni. Dopo le giornate pucciniane del 2024 abbiamo scelto come tema il teatro musicale oggi. Quale argomento più attuale? Il tutto esaurito delle recite del Nome della rosa di Filidei alla Scala dà la temperatura di un interesse diffuso e potenziale che, a differenza degli altri paesi europei, in Italia si afferma soprattutto nei teatri di tradizione e nei festival ma fa fatica a ‘contagiare’ le grandi istituzioni. Siamo felici di poterne discutere in un teatro e con una comunità artistica sensibile, che ha dedicato e dedica molte energie al Nuovo, in tutte le sue forme».
 
«È un grande onore – commenta Paolo Cantù – e una grande opportunità poter ospitare a Reggio Emilia, in collaborazione con il RPF, il Convegno della Associazione Critici Musicali Italiani dedicato all’opera contemporanea. Da tempo, infatti, la Fondazione I Teatri, in particolare con la progettualità del Festival Aperto, ha contributo – attraverso coproduzioni e commissioni a novità italiane e internazionali – a sostenere e far crescere il teatro musicale contemporaneo nel (troppo arido) panorama italiano. Il convegno sarà dunque occasione per continuare un discorso aperto e condividere con sguardi esperti le direzioni future».
 
«Reggio Parma Festival – dichiara Luigi Ferrari sostiene questo convegno nel segno di una costante attenzione a mutamenti e conferme che percorrono il mondo dell’opera e, in generale, il teatro contemporaneo. Crediamo che attenga al nostro ruolo, accanto alla creazione diretta di progetti artistici e formativi concepiti sotto un’egida comune, anche il supporto di iniziative specifiche dei nostri soci, quando concorrano al raggiungimento delle finalità più generali dell’Associazione. È precisamente questa la ragione che ci ha resi partecipi di questo incontro: testimoniare la necessità irrinunciabile, nella fisiologia dell’opera contemporanea, del punto di vista di chi la racconta e la discute, consapevoli che l’impegno di rendere familiare a un pubblico sempre più ampio un linguaggio in continuo rinnovamento, nel suo confronto col tempo presente, riguardi non solo chi l’arte la crea, ma anche chi ne fa emergere e ne interpreta il senso e il cammino, a beneficio di tutti».
 
La prima parte del convegno proseguirà con la sessione “Un nuovo repertorio per il XXI secolo”, moderata da Daniela Iotti; partecipano Giacomo Albert (“Ibridazione delle forme audiovisive nel teatro musicale del XXI secolo”), Gianluigi Mattietti (“Nuove forme e nuove fonti per l’opera contemporanea”), Stefano Nardelli (“Oltre la quarta parete: itinerari nel teatro musicale del XXI secolo”) e Paolo Petazzi (“Da Cronaca del luogo al Nome della rosa: aspetti narrativi nelle scelte drammaturgiche”). La parte pomeridiana della giornata sarà invece dedicata alla tavola rotonda “Scrivere e mettere in scena opere contemporanee”, che prevede la conduzione di Enrico Girardi e gli interventi di Luigi De Angelis (regista), Paola Donati (direttrice artistica), Roberto Fabbi (curatore artistico) e dei compositori Federico Gardella, Adriano Guarnieri e Virginia Guastella. A suggellare l’incontro tracciando una sintesi degli argomenti e dei temi trattati nel corso della giornata gli interventi conclusivi di Luigi Ferrari, Presidente Reggio Parma Festival, e di Angelo Foletto, Presidente della giuria del Premio Abbiati-ANCM.
 
Il convegno, che si svolge in concomitanza con il debutto della nuova opera di Virginia Guastella My name is Floria, sempre al Teatro Ariosto, è realizzato grazie al lavoro del comitato organizzativo formato da Giulia Bassi (segreteria), Andrea Estero, Gianluigi Mattietti, Alessandro Rigolli.

34° Festival Milano Musica - L'OSN della Rai al Teatro alla Scala


34° Festival Milano Musica
FRANCESCO FILIDEI
FIORI, TEMPO, RESPIRO
TEATRO ALLA SCALA
VENERDÌ 2 MAGGIO ORE 20

Venerdì 2 maggio alle 20 un nuovo appuntamento del Festival al Teatro alla Scala: l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Maxime Pascal, presenta il Cantico delle creature per soprano e orchestra di Francesco Filidei, con la voce di Anna Prohaska (nella foto a sinistra), dedicataria del brano, e due concerti per violino interpretati da Patricia Kopatchinskaja: Not alone we fly di Aureliano Cattaneo – co-commissione Theater und Philharmonie Essen GmbH, Orchestre National de Lille, Wiener Konzerthaus con ORF Radio-Symphonieorchester Wien, Milano Musica – e Tacet di Stefano Gervasoni – co-commissione Milano Musica, con il sostegno di SACEM, Sinfonieorchester Basel, Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR), Orchestre Philharmonique de Radio France.
Il concerto è preceduto, alle ore 19, da un incontro con i compositori Aureliano Cattaneo, Francesco Filidei e Stefano Gervasoni, nel Ridotto dei Palchi A. Toscanini.

Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Maxime Pascal, direttore
Patricia Kopatchinskaja, violino
Anna Prohaska, soprano
 
Stefano Gervasoni 
(1962)
Tacet Concerto per violino e orchestra (2024, 25')
Co-commissione Milano Musica, con il sostegno di SACEM, Sinfonieorchester Basel, Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR), Orchestre Philharmonique de Radio France
Prima esecuzione assoluta
 
Francesco Filidei (1973)
Cantico delle creature per soprano e orchestra
(2023, 17')
 
György Kurtág (1926)
Selezione da Kafka-Fragmente per soprano e violino (1985-1987, 10')
Einmal brach ich mir das Bein (Chassidischer Tanz)
Wie ein Weg im Herbst
Verstecke I
“Wenn er mich immer frägt”
Es zupfte mich jemand am Kleid
Szene am Bahnhof
Meine Ohrmuschel
Berceuse I
Der Coitus als Bestrafung (Canticulum Mariae Magdalene)
Meine Gefägnisszelle
Ruhelos
 
Aureliano Cattaneo (1974)
Not alone we fly per violino e orchestra (2021-2023, 27')
Co-commissione Theater und Philharmonie Essen GmbH, Orchestre National de Lille, Wiener Konzerthaus con ORF Radio-Symphonieorchester Wien, Milano Musica
Prima esecuzione in Italia
 
Concerto in collaborazione con Teatro alla Scala e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Sponsor Istituzionale Intesa Sanpaolo

Kristina Jacobsen - SING ME BACK HOME. Songwriting etnografico e politica della lingua sarda - NeoClassica


Kristina Jacobsen
SING ME BACK HOME
Songwriting etnografico e politica della lingua sarda

(titolo originale Sing Me Back Home: Ethnographic Songwriting and Sardinian Language Politics, University of Toronro Press, 2024)
traduzione di Antonio Gambacorta
NeoClassica
febbraio 2025
pp. 208, euro 25
ISBN 9788893740821


Ambientato in Sardegna, Sing Me Back Home esplora la lingua e la cultura attraverso la scrittura di canzoni come metodo etnografico. Dopo tredici mesi di lavoro etnografico sul campo durante i quali ha scritto canzoni con musicisti, artigiani, pastori, poeti e attivisti linguistici sardi, Kristina Jacobsen si chiede: Come vengono narrate le vite e le ideologie linguistiche sarde sullo sfondo della musica americana?
Il libro mostra come i musicisti sardi cantino la loro storia tra le righe. Rivela come le canzoni sarde diventino un sito di trasduzione in cui, attraverso il processo di scrittura, registrazione ed esecuzione delle canzoni, l’energia di un genere musicale e di una cultura linguistica venga sfruttata per indicarne un altro molto più vicino a casa.
Sing Me Back Home è accompagnato da canzoni originali scritte e registrate sul campo, con collegamenti alle canzoni in ogni capitolo. Include suggerimenti per la composizione di canzoni e testi, un glossario di termini chiave e fotografie dal campo. Attingendo al lavoro della ricerca critica collaborativa, dell’auto-etnografia, dell’antropologia pubblica, della ricerca basata sulle arti e della poesia etnografica, questa etnografia sensoriale offre nuovi modi per ascoltare la cultura attraverso storie e canzoni.

Kristina Jacobsen, nata ad Albuquerque nel 1978, è una antropologa e cantautrice che ha vissuto e lavorato nella Nazione Navajo per vent’anni. Come artista e studiosa Fulbright, ha vissuto in Italia per due anni (Trento e Sardegna); ha tenuto concerti e conferenze negli Stati Uniti, in Danimarca, Svezia, Italia, Cipro e negli Emirati Arabi Uniti. È professoressa associata di etnomusicologia e antropologia presso l’Università del New Mexico.

lunedì 28 aprile 2025

“Canzoni contro la guerra”: un nuovo e particolare spettacolo che unisce musica e teatro, con Roma Sinfonietta al Teatro Palladium

 

Dopo varie rappresentazioni all’estero giunge ora a Roma in prima nazionale, Les Chants grenats, con la musica è del compositore svizzero di origine armena Haig Vartan, il testo del drammaturgo svizzero Gérald Chevrolet e la regia di Cesare Scarton. Sarà rappresentato a cura dell’Associazione Roma Sinfonietta sabato 3 maggio 2025 alle 20.00 al Teatro Palladium in Piazza Bartolomeo Romano 8.
Haig Vartan (nella foto a destra), che ha cominciato a pensare a quest’opera nel 2002 e ne ha concluso la composizione nel 2005, la definisce “ritornelli contro la guerra”. Racconta che, dopo aver letto la poesia intitolata “Perdonami” scritta dal suo amico Chevrolet per il nipote Michaël, ne ha discusso con lui, sviluppando gradualmente il desiderio di trovare la via per spiegare la guerra a un bambino, perché, se la guerra e la violenza non sono adeguatamente spiegate, possono causare danni irreparabili a un individuo la cui personalità è ancora in formazione e quindi fragile. Si sono così posti la sfida di “spiegare l’inspiegabile (cioè la guerra) e giustificare ciò che non può essere giustificato”. Ma come parlare di questi argomenti a un bambino? La risposta è questo spettacolo di canzoni per tutte le età, in cui Vartan e Chevrolet presentano un uomo e una donna che parlano al loro figlio, a cui consegnano con tenerezza e saggezza un messaggio che penetra nelle emozioni più profonde dei bambini ma anche degli adulti e che vale per l’intera umanità. Ne è nato uno spettacolo di teatro drammatico-musicale di un genere insolito e molto particolare.
Vartan ha studiato pianoforte e composizione musicale all'Accademia di Musica di Basilea, oltre che a Parigi, Sofia e Venezia. La sua musica è spesso ispirata dalla sua passione per la filosofia e la storia. Nella sua scrittura fonde influenze della tradizione musicale europea con la cultura mediorientale e la sua musica associa la razionalità occidentale al misticismo orientale, creando il forte tono spirituale distintivo di tutte le sue creazioni. Da più di trent’anni compone e tiene concerti nell’Europa intera e in Armenia. Nel 1995 ha ottenuto il premio UNESCO per la sua opera Prométhée XII. Ha composto sette sinfonie, quattro quartetti e altra musica strumentale, ma anche molta musica vocale, tra cui figurano sia opere teatrali (l’ultima è Re Lear su un libretto del grande regista David Poutney tratto da Shakespeare) che musiche da concerto (tra cui L’infinito per coro e orchestra su testo di Leopardi).
I protagonisti di Les Chants grenats saranno ora il mezzosoprano Lucia Napoli (nella foto a sinistra) e il baritono Patrizio La Placa. Lucia Napoli svolge un’intensa attività nei festival e sale da concerto tra le più importanti al mondo: Lincoln Center di New York, Tokyo Opera City, Concertgebouw di Amsterdam, Konzerthaus di Vienna, MiTo SettembreMusica, etc. Specializzata nella musica barocca, vanta collaborazioni artistiche con i più celebri interpreti di quel periodo musicale, come Rinaldo Alessandrini, Ottavio Dantone, Gustav Leonhardt, Sigiswald Kuijken, Alessandro Quarta, Philippe Herreweghe e Christopher Hogwood. Patrizio La Placa ha iniziato come puer cantor della Cappella Sistina e ora ha intrapreso un’attività artistica che lo ha portato sui maggiori palcoscenici italiani, quali Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, Duse di Bologna, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Regio di Torino, Lirico di Cagliari e anche all’estero, per esempio al Belcanto Opera Festival in Giappone.
La regia è di Cesare Scarton (nella foto a destra), che ha realizzato spettacoli per Teatro dell’Opera di Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Accademia Musicale Chigiana, Teatro Olimpico di Vicenza, Festival di Torre del Lago e molte altre istituzioni musicali in Italia e all’estero.
La parte strumentale è affidata all’Ensemble Roma Sinfonietta, formato in quest’occasione da percussioni e pianoforte. Il percussionista Sandro Pippa ha al suo attivo numerose incisioni per importanti etichette discografiche, sia di musica antica che contemporanea, e si è esibito per le maggiori istituzioni musicali italiane. L’altro percussionista Alessandro Di Giulio ha suonato in festival in Europa, Stati Uniti e America Latina sia come solista che come membro di vari ensemble. Al pianoforte Fabio Silvestro, che è vincitore di numerosi concorsi pianistici e svolge un’intensa attività in Italia e all’estero come solista e in duo con altri celebri musicisti. 


sabato 26 aprile 2025

Dal 4 maggio all’8 giugno la magia della grande musica dal vivo ritorna al Teatro Electra di Iglesias

 

Dopo il grande successo della scorsa stagione ritornano I Concerti di Primavera, rassegna cameristica realizzata nell’ambito del cartellone “Iglesias classica”, anteprima del Festival Internazionale di Musica da Camera in programma in autunno. L’evento è organizzato dall’Associazione Anton Stadler sotto la direzione artistica del compositore e bandoneonista Fabio Furia.
“I Concerti di Primavera sono pronti a ripartire con una nuova soddisfacente edizione. Il programma artistico nel 2025 cresce e si rinnova. Infatti, quest’anno la rassegna concertistica si arricchisce di un nuovo straordinario appuntamento in più rispetto alla scorsa edizione, commenta il direttore artistico della rassegna concertistica Fabio Furia. Giunto alla sua ottava edizione, i Concerti di Primavera presenteranno al pubblico una programmazione trasversale che incontrerà tutti i gusti musicali e sarà il preludio di una ricca e lunga programmazione annuale che partirà appunto dal prossimo 4 maggio fino al 21 dicembre con tutte le iniziative proposte dalla nostra associazione: come ArTango, I Tramonti di Porto Flavia e a chiudere Il Festival di Musica da Camera. Siamo certi che il pubblico apprezzerà e accoglierà con grande calore ogni singolo evento concertistico che non deluderà sicuramente le loro aspettative”, conclude Fabio Furia.
Dal 4 maggio al 6 giugno, la magia della grande musica dal vivo ritorna al Teatro Electra di Iglesias dove andranno in scena quattro speciali appuntamenti (tutti in programma alle ore 19.30), dove si alterneranno sul palco affermati musicisti e giovani talenti di caratura internazionale.


Il sipario sulla rassegna si alzerà domenica 4 maggio con il concerto “Suoni in Movimento: omaggi e fantasie tra cinema e classica” del Trio Rospigliosi formato dai chitarrista Lapo Vannucci e Mattia Dugheri e dal pianista Luca Torrigiani, che presenteranno un repertorio raffinato e coinvolgente che intreccerà la tradizione classica con le suggestioni del cinema alternando composizioni storiche e contemporanee; un viaggio musicale che renderà omaggio a grandi maestri come Ennio Morricone e Nino Rota.


Il secondo e ultimo appuntamento del mese di maggio è l’evento clou della rassegna in programma domenica 18 maggio, quando sul palco del Teatro Electra salirà il duo formato dal prestigioso pianista e uno dei massimi esponenti della scuola pianistica partenopea, Francesco Nicolosi e dalla voce narrante di Stefano Valanzuolo che daranno vita allo straordinario concerto “La musica miracolosa”. Nella sublime carriera di Nicolosi, il 1980 è sicuramente un anno importante con due Premi che segneranno il suo destino artistico: quello al Concorso Pianistico Internazionale di Santander e ‐ soprattutto ‐ la vittoria al Concorso Internazionale d’Esecuzione Musicale di Ginevra che dà inizio a una carriera internazionale che lo consacra come uno dei pianisti più interessanti della sua generazione.
La platea vivrà un viaggio musicale che narra la storia possibile di un uomo sopravvissuto all’orrore nazista grazie al suo amore grande per la musica, il pianoforte, Chopin e per la vita.


La rassegna dopo una breve pausa riprenderà il 1 giugno con il concerto dal titolo “Alba Incantata” del duo formato dal flauto traverso Tommaso Benciolini e dal chitarrista Lorenzo Bernardini, che spazieranno tra le musiche di Gioachino Rossini, Ravi Shankar, Andrea Battistoni ed Astor Piazzolla.


Il sipario sulla rassegna concertistica dei Concerti di Primavera calerà domenica 8 giugno con il concerto “La Traviata Fantasy”, del giovane violinista Riccardo Zamuner accompagnato dal pianista Leonardo Colafelice. Il programma metterà in luce le abilità virtuosistiche degli interpreti, offrendo al contempo una rivisitazione brillante delle celebri arie verdiane.

Il Forte Trio ai Mercoledì del Conservatorio di Sassari. L’ensemble del Kazakistan in sala Sassu per l’atteso concerto del 30 aprile



È uno degli appuntamenti più attesi della stagione del Canepa il prossimo concerto della rassegna “I mercoledì del Conservatorio”. Il 30 aprile alle 19 sul palcoscenico della sala Sassu salirà il Forte Trio, proveniente dal Kazakistan e formato da Maxat Jussupov (violino), Murat Narbekov (violoncello) e dal fondatore e direttore artistico Timur Urmancheev (pianoforte). I tre musicisti proporranno il Trio elegiaque n. 1 di Sergej Rachmaninov, il Trio n. 1 op. 8 di Dmitrij Shostakovic, il Trio n. 1 op. 32 di Anton Arenskij e brani della tradizione kazaka. 

Il Forte Trio, Trio di Stato della Repubblica del Kazakistan, si è formato sotto il patrocinio dell’Ente dei concerti “Qazaqconcert”. Il suo repertorio spazia dalla musica classica e barocca alle composizioni jazz, dalla musica folcloristica kazaka alla musica classica nazionale che occupa un posto importante nell’attività artistica dell’ensemble. Il Forte Trio ha un programma di tournée intenso esibendosi nelle migliori sale da concerto internazionali quali il Conservatorio statale Čajkovskij di Mosca, la Filarmonica di Pechino, la Sala concerti Cadillac a Shanghai, la Berliner Philharmonie con i Berliner Philharmoniker, la Salle Cortot a Parigi, la Sala da concerto Molière a Lione e in tutta Europa. Il concerto è a ingresso libero e gratuito.

La rassegna concertistica “I mercoledì del Conservatorio” si conferma come un punto di riferimento del panorama culturale del territorio. Non solo consente agli studenti di maggiore talento di proporsi, spesso per la prima volta, davanti a un vero pubblico, ma ospita anche le esibizioni dei suoi docenti, di livello internazionale, e di ospiti esterni di riconosciuto valore, come il Coro da camera del Conservatorio di Graz lo scorso 16 aprile. Il prossimo 7 maggio sarà la volta del pianista di origine argentina Daniel Rivera, assiduo collaboratore di Marta Argerich.