PRODUZIONE POLITEAMA
presenta
SEMO O NUN SEMO
uno spettacolo di Nicola Piovani
con Pino Ingrosso, Donatella
Pandimiglio,
Carlotta Proietti, Sara
Fois e Massimo Wertmüller
testi a cura di Pietro Piovani
coordinamento scenico di Norma
Martelli
Ensemble Aracoeli
Marco Loddo contrabbasso Nando
di Modugno chitarra
Fabio Ceccarelli fisarmonica Alessio
Mancini flauto
Sonia Maurer mandolino Pasquale
Filastò violoncello
TEATRO OLIMPICO
da martedì 12 a domenica 17 marzo
da martedì a sabato ore 20.30,
domenica ore 17.30
Lo spettacolo si arricchisce del racconto dello stesso Nicola Piovani (anche in veste di pianista), sul palco insieme alle voci di Sara Fois, Donatella Pandimiglio, Pino Ingrosso, Carlotta Proietti e l’attore Massimo Wertmüller ((nella foto a destra) accompagnati dall’Ensemble Aracoeli. I testi sono di Pietro Piovani, nipote di Nicola.
Sarà una sorta di drammaturgia a base
di canzoni romane, come un canzoniere della Vecchia Roma del
Novecento – quella di Ettore Petrolini, Romolo Balzani, Aldo
Fabrizi – dove si ritrovano anche citazioni di Trovajoli,
tanti stornelli e serenate. Oltre che con Semo o nun
semo, Romolo Balzani, che con le sue canzoni ha incarnato lo
spirito della romanità, verrà ricordato con altre sue composizioni,
come San Giovanni, dedicata alla festa di cui fu un grande
protagonista, L’eco der core e Barcarolo romano,
entrambe composte nel 1926. Tra le chicche in programma: Na
serenata a Ponte (canzone giunta a noi per tradizione orale,
raccolta e rielaborata da Piovani), Affaccete Nunziata, Nina
si voi dormite, Canzone a Nina di Petrolini insieme alla
più famosa Tanto pe’ cantà. E ancora Lulù di
Aldo Fabrizi, Serenata sincera, Roma forestiera, composta
nel 1947, in cui si cantava la nostalgia per la Roma che fu, e Com’è
bello fa’ l’amore quando è sera, uscita allo scoppio del secondo
conflitto mondiale.
Un viaggio nel passato di ogni romano, e in quello del regista in particolare, che, per lo spettacolo, ha deciso di musicare alcune canzoni che sua zia Pina – attrice e cantante nel gruppo di Romolo Balzani –gli cantava quando era bambino. “Le canzoni romane sono la colonna sonora domestica della mia infanzia – racconta Piovani (nella foto a sinistra) –: le cantava mia madre mentre si sfiancava nei lavori di casa. Da grande ho voluto studiarle per capirle di più: si ama davvero solo ciò che si conosce bene. Poi, in occasione dei festeggiamenti per il centenario di Villa Borghese si è presentata l’occasione”. E prosegue: “Si è detto e scritto che la canzone romana stilisticamente non esiste, in fondo sarebbe solo un succedaneo della canzone napoletana, e in parte è vero. Ma non estremizziamo, una piccola sua fisionomia distintiva la canzone romana ce l’ha: un certo sentimento di petroliniana rassegnazione, di sulfureo disincanto, che si traduce in vago e scanzonato andamento ritmico; che non è certo la leggera tarantella partenopea, profumata di erbe marine e forni a legna, ma un cugino saltarello dai piedi pesanti, adatto ai sampietrini e odoroso di incenso e di pajata.”
Un viaggio nel passato di ogni romano, e in quello del regista in particolare, che, per lo spettacolo, ha deciso di musicare alcune canzoni che sua zia Pina – attrice e cantante nel gruppo di Romolo Balzani –gli cantava quando era bambino. “Le canzoni romane sono la colonna sonora domestica della mia infanzia – racconta Piovani (nella foto a sinistra) –: le cantava mia madre mentre si sfiancava nei lavori di casa. Da grande ho voluto studiarle per capirle di più: si ama davvero solo ciò che si conosce bene. Poi, in occasione dei festeggiamenti per il centenario di Villa Borghese si è presentata l’occasione”. E prosegue: “Si è detto e scritto che la canzone romana stilisticamente non esiste, in fondo sarebbe solo un succedaneo della canzone napoletana, e in parte è vero. Ma non estremizziamo, una piccola sua fisionomia distintiva la canzone romana ce l’ha: un certo sentimento di petroliniana rassegnazione, di sulfureo disincanto, che si traduce in vago e scanzonato andamento ritmico; che non è certo la leggera tarantella partenopea, profumata di erbe marine e forni a legna, ma un cugino saltarello dai piedi pesanti, adatto ai sampietrini e odoroso di incenso e di pajata.”
Lo spettacolo si si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” dell’Accademia Filarmonica Romana, sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2024 sullo Spettacolo dal Vivo
Biglietti: da 25 a 40 euro, ridotto giovani 3-12 anni 20 euro.
I prezzi sono comprensivi di prevendita.
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