Ad aprile il cartellone prosegue con due grandi produzioni in tour in Toscana e non solo. Due ritorni sul podio, quello di Umberto Clerici e Erina Yashima e due solisti al debutto con l'ORT (l'orchestra, nella foto di Marco Borrelli).
L’ultima volta che l’ORT ha suonato con Umberto Clerici (nella foto), nel decennio scorso, lui era violoncellista. Adesso lo ritroviamo direttore principale della Queensland Symphony Orchestra, in Australia, e ormai dedito quasi più al podio che allo strumento con cui ha raggiunto tutti i traguardi possibili. Ora l’essersi dato alla direzione gli consente di intendere la musica da un’altra prospettiva. Infatti, dice, «quando suoni il violoncello stai seduto di fronte al pubblico, anche se poi il solista non fa troppo caso a chi gli sta davanti, perché è come se pensasse la musica dentro se stesso. Invece, dirigendo, ci si trova davanti un’orchestra che suona per te, ed è come se il direttore facesse parte del pubblico, sebbene abbia più controllo sulla situazione musicale». Insieme all’ORT propone la più graziosa (e simpatica) tra le sinfonie di Beethoven, l’Ottava, e un pezzo da novanta del repertorio violinistico, il Concerto op.64 di Mendelssohn. Ne è solista Marc Bouchkov, belga di origini russo-ucraine, che nel 2018 la rivista inglese “Gramophon” ha inserito tra i musicisti che vanno tenuti sott’occhio.
Concerti a Pistoia (6 apr), Poggibonsi (8 apr), Piombino (9 apr), Firenze (10 apr), Figline (11 apr). La produzione debutta però fuori Regione, a Piacenza il 5 aprile e, solo per questa occasione, solista al violino sarà Francesca Dego, volto noto nei cartelloni dell’ORT nonché violinista presente nelle maggiori stagioni sinfoniche e da camera d’Europa, Stati Uniti e Asia.
Segue a ruota un'altra produzione della Stagione Concertistica ORT con un bel ritorno sul podio. Si tratta della giovane e talentuosa direttrice d'orchestra Erina Yashima (nella foto di Todd Rosenberg).
Una guidatrice provetta, come dimostra il percorso folgorante che in una manciata d’anni l’ha portata dall’essere studentessa e assistente di bacchetta leggendarie a prendere su di sé la responsabilità di grandi orchestre come la nomina a primo direttore della Komische Oper di Berlino arrivata a settembre 2022. Lei, origini giapponesi, passaporto tedesco, ha studiato in Germania e a Vienna. Anno di svolta il 2015, quando ha partecipato all’Opera Academy verdiana tenuta a Ravenna da Riccardo Muti, di cui poi è stata assistente a Chicago. Nel primo dei due programmi fissati insieme all’ORT (l'altro sarà a maggio a chiusura del Cartellone), collabora con Martin Owen, primo corno della BBC Symphony che si cimenta con il Concerto n.2 di Richard Strauss, partitura con lo sguardo rivolto nostalgicamente al passato. Poi si ascolta la Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Antonín Dvořák. In apertura l’Ouverture da Der Freischütz (Il franco cacciatore) di Carl Maria von Weber. In tour a Empoli (16 apr), Pisa (17 apr), il Verdi di Firenze (18 apr) e La Spezia (19 apr).
A fine mese, il 24 aprile, il direttore principale dell’ORT Diego Ceretta riprende la produzione di inizio marzo, dedicata a Mozart, e insieme a tutta l’orchestra si reca al Teatro Garibaldi di Figline. Con lui, a questo giro, c’è il pianista brianzolo Filippo Gorini (nella foto), classe 1996, che già da qualche anno è «lassù», sulle vette dell’intelligenza. Vincitore del “Premio Abbiati”, prestigioso riconoscimento della critica musicale italiana, quale “miglior solista” dell’anno 2022, è figlio di due noti fisici nucleari, il padre suonava il piano in casa e Filippo è caduto dentro la tastiera in modo naturale, a 5 anni. Viene considerato, anche a causa della famiglia che lavora coi numeri, l’erede di Pollini per l’approccio «intellettuale». Lo ascolteremo nel Concerto K.466, il più noir tra i concerti pianistici di Mozart. In apertura la Prima Sinfonia, la K.16, scritta dal compositore salisburghese a soli 9 anni. E poi, chi meglio della Jupiter, può salutare il pubblico?! Sinfonia monumentale, superba come Giove di cui porta il nome.
Nessun commento:
Posta un commento