Il 150° anniversario della nascita di
Sergej Rachmaninov – che coincide anche con gli 80 anni dalla sua
morte – sembra essere l’approdo di un percorso di rivalutazione
che finalmente rende piena giustizia a questo musicista a lungo
confinato nella categoria minore degli epigoni del romanticismo,
legati a un passato oramai superato. Una “riabilitazione” che
Ravenna Festival sancisce con un nuovo appuntamento dedicato proprio
al grande compositore russo: venerdì 21 luglio al Chiostro del Museo
Nazionale, alle 21.30, il Trio contro-Do (ovvero Axel Trolese al
pianoforte, Demian Baraldi al violino e Dylan Baraldi al
violoncello), chiamati a interpretare i suoi Trio élégiaque n. 1 e
n. 2. Un omaggio, dunque, al compositore, ma anche pianista e
direttore d’orchestra, che dopo la Rivoluzione d’Ottobre lasciò
per sempre la sua terra per l’Europa e infine per gli Stati Uniti;
un appuntamento che mette in primo piano alcune pagine cameristiche
troppo spesso dimenticate e dalle quali trapela il fondamentale
rapporto con Čajkovskij, che gli fu mentore e sostenitore negli anni
giovanili di formazione e influenzò la sua opera.
Il biglietto per l’appuntamento include l’accesso alla mostra fotografica You Tourned the Tables on Me di Roberto Masotti, allestita nella Manica Lunga del Museo Nazionale, a partire da un’ora prima del concerto.
I giovani interpreti in scena si sono riuniti in trio ispirandosi a un disegno di Paul Klee, L’ordine del contro-do, realizzato nel 1921: un “prestito” che certo tiene conto dell’affinità di Klee con l’arte musicale – figlio di musicisti, era egli stesso violinista, ed era sposato con la pianista concertista Caroline “Lily” Stumpf – e della sua propensione ad applicare nella propria produzione idee e suggestioni provenienti dalla musica. Nel segno di tale idea, e in quello della predilezione del repertorio cameristico, il Trio contro-Do ha appunto scelto di eseguire i due seducenti Trii – gli unici del catalogo di Rachmaninov -, concepiti a Mosca tra il 1892 e il 1893, ma ripresi negli anni seguenti, specialmente il secondo, che fu oggetto di revisioni nel 1907 e nel 1917.
Pagine che testimoniano dello stretto legame tra l’autore e Čajkovskij: il Trio n. 1 in sol minore, composto di getto ed eseguito per la prima volta nel 1892 in un concerto al Conservatorio di Mosca, è in un solo movimento, Elegia, che richiama il Pezzo elegiaco posto quale primo movimento del Trio in la minore composto da Čajkovskij in memoria di Nikolaj Rubinstein (fondatore del Conservatorio moscovita). Il Trio n. 2 in re minore, invece, è a sua volta l’omaggio che Rachmaninov fa alla memoria di Čajkovskij immediatamente dopo la sua morte, nel 1893, inserendo, come secondo movimento una serie di variazioni su un tema tratto dal proprio poema sinfonico La Roccia che proprio Čajkovskij aveva voluto dirigere in prima esecuzione. In un gioco di rimandi tra generazioni, tra passato e presente, tra maestri e allievi.
Il biglietto per l’appuntamento include l’accesso alla mostra fotografica You Tourned the Tables on Me di Roberto Masotti, allestita nella Manica Lunga del Museo Nazionale, a partire da un’ora prima del concerto.
I giovani interpreti in scena si sono riuniti in trio ispirandosi a un disegno di Paul Klee, L’ordine del contro-do, realizzato nel 1921: un “prestito” che certo tiene conto dell’affinità di Klee con l’arte musicale – figlio di musicisti, era egli stesso violinista, ed era sposato con la pianista concertista Caroline “Lily” Stumpf – e della sua propensione ad applicare nella propria produzione idee e suggestioni provenienti dalla musica. Nel segno di tale idea, e in quello della predilezione del repertorio cameristico, il Trio contro-Do ha appunto scelto di eseguire i due seducenti Trii – gli unici del catalogo di Rachmaninov -, concepiti a Mosca tra il 1892 e il 1893, ma ripresi negli anni seguenti, specialmente il secondo, che fu oggetto di revisioni nel 1907 e nel 1917.
Pagine che testimoniano dello stretto legame tra l’autore e Čajkovskij: il Trio n. 1 in sol minore, composto di getto ed eseguito per la prima volta nel 1892 in un concerto al Conservatorio di Mosca, è in un solo movimento, Elegia, che richiama il Pezzo elegiaco posto quale primo movimento del Trio in la minore composto da Čajkovskij in memoria di Nikolaj Rubinstein (fondatore del Conservatorio moscovita). Il Trio n. 2 in re minore, invece, è a sua volta l’omaggio che Rachmaninov fa alla memoria di Čajkovskij immediatamente dopo la sua morte, nel 1893, inserendo, come secondo movimento una serie di variazioni su un tema tratto dal proprio poema sinfonico La Roccia che proprio Čajkovskij aveva voluto dirigere in prima esecuzione. In un gioco di rimandi tra generazioni, tra passato e presente, tra maestri e allievi.
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