Jimi Hendrix, Wes Montgomery, Jim Hall:
tre immortali della chitarra che dominano il personale pantheon di
Mike Stern; di Jimi ha gli attacchi turbolenti, di Wes il trascinante
swing, di Jim il raffinato lirismo. E poi, ovviamente, c’è il
divino Miles Davis, con cui Mike Stern ha suonato all’alba degli
anni Ottanta, dopo aver già condiviso il palco con i Blood, Sweat &
Tears e Billy Cobham. Domenica 23 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di
Lugo, il programma estivo della XXXIV edizione di Ravenna Festival si
corona con il concerto di un musicista raro, campione di
quell’indefinibile campo da gioco musicale che è la fusion.
Nelle mani di Mike Stern la chitarra plasma traiettorie tanto aliene
quanto familiari, sostenute da una straordinaria perizia tecnica e un
gusto che sa d’antico – nel senso mitico del termine –
e illuminate dal fuoco dell’estro. Al suo fianco, sul palcoscenico
del Pavaglione, ci sono la moglie Leni Stern alla chitarra elettrica,
n’goni e voce, Bob Franceschini al sax, Jimmy Haslip al basso
elettrico e Dennis Chambers alla batteria. Gli appuntamenti al
Pavaglione di Lugo sono stati organizzati in collaborazione con il
Comune di Lugo e il Teatro Rossini; questa serata, in collaborazione
con Lugo Contemporanea, è possibile grazie al sostegno di Coop
Alleanza 3.0.
Nativo di Boston, Mike Stern mette per la prima volta le mani sulla chitarra a dodici anni. E che decenni sono quelli, per chi è in cerca di eroi: non solo Hendrix, ma anche B. B. King, Eric Clapton, John Coltrane, Bill Evans, Mc Coy Tyner, Sonny Rollins… Alla Berkley School, Stern studia con Pat Metheny e Mick Goodrick; il primo lo raccomanda a Bobby Colomby, alla ricerca di un nuovo membro per i suoi Blood, Sweat & Tears. Ma è mentre lavora con Billy Cobham, incontrato nel ’78, che Miles Davis va ad ascoltarlo. Davis sta per riemergere sulla scena dopo un periodo di volontario esilio e, nell’81, offre un ingaggio a Mike Stern. In una manciata di anni e attraverso tre album – Man with the Horn, Star People e We Want Miles – Stern fa l’esperienza di una vita.
Se si aggiungono gli anni con Jaco Pastorius, non sorprende che Mike Stern sia diventato un elettrizzante solista il cui fraseggio combina la potenza del rock-fusion con sofisticate armonie jazz e un’innata vena blues, né che abbia saputo affermarsi come uno dei principali chitarristi e compositori jazz e jazz-fusion della sua generazione, con tanto di nominations ai Grammy e oltre una dozzina di eclettici dischi. È stato infatti notato che Stern non è soltanto uno stregone della chitarra, ma anche un compositore maturo che naviga disinvolto fra continenti e arcipelaghi musicali – rock, jazz, blues, bebop… – ispirando con la sua formidabile tecnica, ma anche con intensità e lirismo in egual misura, le nuove generazioni di aficionados della chitarra.
Nativo di Boston, Mike Stern mette per la prima volta le mani sulla chitarra a dodici anni. E che decenni sono quelli, per chi è in cerca di eroi: non solo Hendrix, ma anche B. B. King, Eric Clapton, John Coltrane, Bill Evans, Mc Coy Tyner, Sonny Rollins… Alla Berkley School, Stern studia con Pat Metheny e Mick Goodrick; il primo lo raccomanda a Bobby Colomby, alla ricerca di un nuovo membro per i suoi Blood, Sweat & Tears. Ma è mentre lavora con Billy Cobham, incontrato nel ’78, che Miles Davis va ad ascoltarlo. Davis sta per riemergere sulla scena dopo un periodo di volontario esilio e, nell’81, offre un ingaggio a Mike Stern. In una manciata di anni e attraverso tre album – Man with the Horn, Star People e We Want Miles – Stern fa l’esperienza di una vita.
Se si aggiungono gli anni con Jaco Pastorius, non sorprende che Mike Stern sia diventato un elettrizzante solista il cui fraseggio combina la potenza del rock-fusion con sofisticate armonie jazz e un’innata vena blues, né che abbia saputo affermarsi come uno dei principali chitarristi e compositori jazz e jazz-fusion della sua generazione, con tanto di nominations ai Grammy e oltre una dozzina di eclettici dischi. È stato infatti notato che Stern non è soltanto uno stregone della chitarra, ma anche un compositore maturo che naviga disinvolto fra continenti e arcipelaghi musicali – rock, jazz, blues, bebop… – ispirando con la sua formidabile tecnica, ma anche con intensità e lirismo in egual misura, le nuove generazioni di aficionados della chitarra.
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