martedì 29 ottobre 2019

Riparte Note al museo, la rassegna di concerti realizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore



Giunge all’importante traguardo della quinta edizione Note al museo, la rassegna di concerti realizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore con la direzione artistica di Francesco Ermini Polacci, e che si svolge nella spettacolare Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo. Ed è per festeggiare l’occasione che l’edizione 2019-20 (6 concerti, 31 ottobre 2019 – 20 marzo 2020)si presenta particolarmente dinamica e varia nelle proposte, senza rinunciare a quell’elevata qualità degli interpreti che fin dall’inizio contraddistingue la rassegna: «il nuovo cartellone è stato infatti ideato esplorando i generi, i repertori e le combinazioni strumentali più differenti, e puntando alla particolarità di programmi studiati a quattro mani con i musicisti, a rafforzare così quella formula che rende la rassegna unica nel suo genere e nel panorama italiano», dice Francesco Ermini Polacci.
I concerti (ore 21.00) sono ad ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria (fino ad esaurimento dei posti disponibili), ed è possibile prenotarsi secondo due modalità: recandosi di persona alla portineria dell’Antica Canonica di San Giovanni (piazza San Giovanni 7) o compilando l’apposito form al link https://operaduomo.firenze.it/eventi, in entrambi i casi a partire dal giovedì della settimana precedente la data del concerto (ore 9.00 – 12.00).
Note al Museo si inaugura giovedì 31 ottobre, con un ritratto a tutto tondo di George Gershwin, autore celeberrimo ma in fondo poco frequentato nelle sale da concerto. Gershwin è stato fra i primi musicisti ad accostare classica e jazz, realizzando un felicissimo mix con il quale ha in fondo gettato le basi per i generi del crossover e della contaminazione oggi particolarmente diffusi. A quella visione coraggiosa e profetica rende omaggio il programma “Play Gershwin” presentato da tre musicisti d’eccezione e particolarmente affini con quel mondo, i fratelli Pieranunzi, Enrico (pianoforte) e Gabriele (violino), e Gabriele Mirabassi (clarinetto), che si sono riuniti in trio nel 2013 per condividere nello spirito di un ensemble il gusto classico e la sensibilità jazz di ciascuno di loro. In vari abbinamenti strumentali, ripercorrono il percorso artistico di Gershwin attraverso i suoi più celebri capolavori, presentandoli in efficaci trascrizioni e in piacevoli elaborazioni realizzate da Enrico Pieranunzi. «La musica di Gershwin», dice Pieranunzi, «ha la caratteristica di mantenere intatta la sua travolgente vitalità e la sua potente, inequivocabile identità anche quando l’organico in uso è del tutto diverso da quelli originali». Oltre a celeberrime pagine, come An American in Paris, la Rhapsody in Blue e momenti dall’opera Porgy and Bess (nella trascrizione del leggendario violinista Jasha Heifetz), il programma include anche Variazioni su un tema di Gershwin: un brano che Enrico Pieranunzi ha composto su un tema che Gershwin annotò su un foglietto, emerso poi a sorpresa in un baule di manoscritti ritrovato da Ira, il fratello del musicista americano.
Con il concerto di giovedì 28 novembre, Note al Museo dà spazio alle più promettenti leve dell’interpretazione di domani, ospitando per la prima volta due giovani quartetti d’archi italiani, il Quartetto Indaco e il Quartetto Echos. Sono stati espressamente riuniti per eseguire insieme un programma che accoglie due gioielli di rara esecuzione, anche nel loro abbinamento: l’Ottetto di Mendelssohn, tutto percorso dalla vitale eleganza del suo autore sedicenne, e l’Ottetto di Bruch, che il compositore scrisse pochi mesi prima della morte, nel 1920, e rimasto nell’oblio per quasi ottant’anni. Il Quartetto Indaco nasce alla Scuola di Musica di Fiesole nel 2007, ed ha ricevuto il premio speciale “Jeunesses Musicales” nell’ambito del rinomato Premio Paolo Borciani. Ha collaborato con musicisti di fama internazionale, come il pianista Bruno Canino, il mandolinista Avi Avital, il violoncellista Valentin Erben, fondatore del leggendario Quartetto Alban Berg. Il Quartetto Echos nasce invece al Conservatorio Verdi di Torino nel 2013, si perfeziona con il Quartetto di Cremona all’Accademia Walter Stauffer, e nel 2016 vince il Premio Abbiati “Piero Farulli”, prestigioso premio della critica musicale italiana. Selezionato come ensemble dell’European Chamber Music Academy, ha già suonato per importanti stagioni concertistiche, come l’Unione Musicale di Torino e la Società del Quartetto di Milano. Il concerto è realizzato grazie all’importante collaborazione con Le Dimore del Quartetto, organizzazione che sostiene giovani quartetti d’archi nell’avvio della carriera e valorizza il patrimonio di dimore storiche, attraverso una rete creata con la partecipazione di Dimore Storiche Italiane, Fondo Ambiente Italiano ed European Historic Houses. All’associazione Le Dimore del Quartetto è stato di recente conferito l’“European Heritage Award/Europa Nostra Award 2019”, il più prestigioso riconoscimento europeo nell’ambito della conservazione e promozione del patrimonio.
Giovedì 12 dicembre, Note al Museo celebra in musica il Natale, e lo fa con un ricco florilegio di famose ma anche rare pagine strumentali dell’epoca barocca italiana, direttamente ispirate dalla festa più attesa dell’anno. Da Corelli, con il notissimo Concerto “Fatto per la notte di Natale”, a Manfredini, da Scarlatti a Torelli e Vivaldi, il programma è stato appositamente disegnato per evocare suggestive atmosfere natalizie dei Sei-Settecento. A farle rivivere, con le sonorità degli strumenti d’epoca e stile filologico, è il gruppo italiano Concerto de’ Cavalieri  con Federico Guglielmo violino principale, e sotto la bacchetta del suo fondatore Marcello Di Lisa. Una formazione che si è conquistata una sua notorietà internazionale grazie alla riscoperta di inedite partiture del Settecento italiano, documentata anche da un’articolata quanto premiata attività discografica, e a collaborazioni con cantanti di rilievo come Daniela Barcellona, Vivica Genaux, Ann Hallenberg, Andreas Scholl.
È un abbinamento sonoro assai poco frequentato nella storia della musica quello per due violini, ma l’appuntamento di giovedì 16 gennaio 2020 darà l’opportunità di scoprirlo in tutto il suo fascino, attraverso un panorama che dal Settecento giunge ai nostri giorni, rivelando continue, intriganti suggestioni sonore. Un vero e proprio viaggio in duetto, con brani di Vivaldi (fra i primi a sperimentare la combinazione dei due violini) e Haydn, di Telemann e Leclair, di Bartók, Berio (i noti Duetti-ritratti di interpreti e compositori) e Sollima: sono le tappe di un particolarissimo itinerario nel quale ci conducono due violinisti di prim’ordine come Chiara Zanisi e Stefano Barneschi che a questo insolito repertorio hanno dedicato un fortunato cd sulle tracce del quale è stato costruito il loro programma di debutto per Note al Museo. Proprio per i loro due violini il versatile violoncellista-compositore Giovanni Sollima ha scritto nel 2017 Suite Case, una ‘valigia’ colma di trovate musicali per accompagnare questo percorso, e saranno anche alcuni di questi duetti a scandire la serata.
Tre secoli di musica per chitarra sola rivivono nell’appuntamento di giovedì 20 febbraio, nel variegato recital solistico di Eugenio Della Chiara, rinomato interprete protagonista di un’intensa attività concertistica in tutto il mondo e dedicatario di diverse pagine contemporanee. Fra originali e trascrizioni di celebri chitarristi (come Andrés Segovia, Francisco Tárrega), il virtuosistico programma tocca i nomi principe nella letteratura per chitarra, come Paganini e Tárrega, seguendo parallelamente anche un itinerario scandito dal tema del viaggio, riferito ad autori che l’hanno trattato nella propria musica, come Schubert (nel suo ciclo di Lieder Viaggio d’inverno) o che, per le ragioni più diverse, l’hanno vissuto in prima persona, come Mozart, che viaggiò per l’Europa alla ricerca dell’affermazione, e come l’esule Castelnuovo-Tedesco. Di quest’ultimo, un autore sul quale la programmazione di Note al Museo si è soffermata più volte, verrà presentato il funambolico Capriccio Diabolico, brano dagli effetti pirotecnici e temibile banco di prova per ogni virtuoso che si rispetti.
È una delle voci più amate e acclamate, soprano di fama internazionale presente sui più importanti palcoscenici, dalla Scala al Metropolitan, e fra le indiscusse regine del Belcanto oggi: Jessica Pratt è la protagonista del concerto conclusivo di Note al Museo, venerdì 20 marzo. Attesissima, presenta in esclusiva per la rassegna, e con l’autorevole accompagnamento al pianoforte di Gianni Fabbrini, un raffinato quanto accattivante programma incentrato sulla vocalità virtuosistica italiana dell’Ottocento. Arie ‘di bravura’ da camera e tratte da opere, di Donizetti, Bellini (l’aria di Giulietta da I Capuleti e Montecchi, il finale della Sonnambula), ma anche piacevolissime brevi pagine che sono diventate anch’esse cavalli di battaglia delle più celebrate cantanti di ogni tempo, come lo spumeggiante valzer cantato Il bacio di Luigi Arditi e la struggente Villanelle di Eva Dell’Acqua: un florilegio di puro virtuosismo canoro per ricomporre, anche attraverso alcune preziose rarità e brani per pianoforte solo degli stessi Rossini e Donizetti, un panorama emblema di un momento fondamentale della vocalità operistica femminile.

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