Giunge all’importante
traguardo della quinta edizione Note
al museo, la rassegna di concerti realizzata dall’Opera di Santa Maria del
Fiore con la direzione artistica di Francesco Ermini Polacci, e che
si svolge nella spettacolare Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo.
Ed è per festeggiare l’occasione che l’edizione 2019-20 (6
concerti, 31 ottobre 2019 – 20 marzo 2020)si presenta particolarmente
dinamica e varia nelle proposte, senza rinunciare a quell’elevata qualità degli
interpreti che fin dall’inizio contraddistingue la rassegna: «il nuovo cartellone
è stato infatti ideato esplorando i generi, i repertori e le combinazioni
strumentali più differenti, e puntando alla particolarità di programmi studiati
a quattro mani con i musicisti, a rafforzare così quella formula che rende la
rassegna unica nel suo genere e nel panorama italiano», dice Francesco Ermini
Polacci.
I concerti (ore 21.00) sono
ad ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria (fino ad esaurimento dei
posti disponibili), ed è possibile prenotarsi secondo due modalità:
recandosi di persona alla portineria dell’Antica Canonica di San Giovanni (piazza
San Giovanni 7) o compilando l’apposito form al
link https://operaduomo.firenze.it/eventi, in entrambi i casi a partire
dal giovedì della settimana precedente la data del concerto (ore 9.00 – 12.00).
Note al Museo si inaugura giovedì 31
ottobre, con un ritratto a tutto tondo di George Gershwin, autore celeberrimo ma in fondo poco frequentato nelle
sale da concerto. Gershwin è stato fra i primi musicisti ad accostare
classica e jazz, realizzando un felicissimo mix con il quale ha in fondo
gettato le basi per i generi del crossover e della contaminazione oggi
particolarmente diffusi. A quella visione coraggiosa e profetica rende omaggio
il programma “Play Gershwin” presentato da tre musicisti d’eccezione e
particolarmente affini con quel mondo, i fratelli Pieranunzi, Enrico (pianoforte)
e Gabriele (violino), e Gabriele Mirabassi (clarinetto),
che si sono riuniti in trio nel 2013 per condividere nello spirito di un
ensemble il gusto classico e la sensibilità jazz di ciascuno di loro. In vari
abbinamenti strumentali, ripercorrono il percorso artistico di Gershwin
attraverso i suoi più celebri capolavori, presentandoli in efficaci
trascrizioni e in piacevoli elaborazioni realizzate da Enrico Pieranunzi. «La
musica di Gershwin», dice Pieranunzi, «ha la caratteristica di mantenere
intatta la sua travolgente vitalità e la sua potente, inequivocabile identità
anche quando l’organico in uso è del tutto diverso da quelli originali». Oltre
a celeberrime pagine, come An American in Paris, la Rhapsody in Blue e
momenti dall’opera Porgy and Bess (nella trascrizione del leggendario
violinista Jasha Heifetz), il programma include anche Variazioni su un
tema di Gershwin: un brano che Enrico Pieranunzi ha composto su un tema che
Gershwin annotò su un foglietto, emerso poi a sorpresa in un baule di
manoscritti ritrovato da Ira, il fratello del musicista americano.
Con il concerto
di giovedì 28 novembre, Note al Museo dà spazio alle più
promettenti leve dell’interpretazione di domani, ospitando per la prima volta
due giovani quartetti d’archi italiani, il Quartetto Indaco e
il Quartetto Echos. Sono stati espressamente riuniti per eseguire
insieme un programma che accoglie due gioielli di rara esecuzione, anche nel
loro abbinamento: l’Ottetto di Mendelssohn, tutto percorso dalla
vitale eleganza del suo autore sedicenne, e l’Ottetto di Bruch, che il
compositore scrisse pochi mesi prima della morte, nel 1920, e rimasto
nell’oblio per quasi ottant’anni. Il Quartetto Indaco nasce alla Scuola di
Musica di Fiesole nel 2007, ed ha ricevuto il premio speciale “Jeunesses
Musicales” nell’ambito del rinomato Premio Paolo Borciani. Ha collaborato con
musicisti di fama internazionale, come il pianista Bruno Canino, il
mandolinista Avi Avital, il violoncellista Valentin Erben, fondatore del
leggendario Quartetto Alban Berg. Il Quartetto Echos nasce invece al
Conservatorio Verdi di Torino nel 2013, si perfeziona con il Quartetto di
Cremona all’Accademia Walter Stauffer, e nel 2016 vince il Premio Abbiati
“Piero Farulli”, prestigioso premio della critica musicale italiana.
Selezionato come ensemble dell’European Chamber Music Academy, ha già suonato
per importanti stagioni concertistiche, come l’Unione Musicale di Torino e la
Società del Quartetto di Milano. Il concerto è realizzato grazie all’importante
collaborazione con Le Dimore del Quartetto, organizzazione che
sostiene giovani quartetti d’archi nell’avvio della carriera e valorizza il
patrimonio di dimore storiche, attraverso una rete creata con la partecipazione
di Dimore Storiche Italiane, Fondo Ambiente Italiano ed European Historic
Houses. All’associazione Le Dimore del Quartetto è stato di recente conferito
l’“European Heritage Award/Europa Nostra Award 2019” , il più prestigioso
riconoscimento europeo nell’ambito della conservazione e promozione del
patrimonio.
Giovedì 12 dicembre, Note
al Museo celebra in musica il Natale, e lo fa con un ricco florilegio di
famose ma anche rare pagine strumentali dell’epoca barocca italiana,
direttamente ispirate dalla festa più attesa dell’anno. Da Corelli, con il
notissimo Concerto “Fatto per la notte di Natale”, a Manfredini, da Scarlatti a
Torelli e Vivaldi, il programma è stato appositamente disegnato per evocare
suggestive atmosfere natalizie dei Sei-Settecento. A farle rivivere, con le
sonorità degli strumenti d’epoca e stile filologico, è il gruppo
italiano Concerto de’ Cavalieri con Federico
Guglielmo violino principale, e sotto la bacchetta del suo
fondatore Marcello Di Lisa. Una formazione che si è conquistata una sua
notorietà internazionale grazie alla riscoperta di inedite partiture del
Settecento italiano, documentata anche da un’articolata quanto premiata
attività discografica, e a collaborazioni con cantanti di rilievo come Daniela
Barcellona, Vivica Genaux, Ann Hallenberg, Andreas Scholl.
È un abbinamento sonoro assai
poco frequentato nella storia della musica quello per due violini, ma
l’appuntamento di giovedì 16 gennaio 2020 darà
l’opportunità di scoprirlo in tutto il suo fascino, attraverso un panorama che
dal Settecento giunge ai nostri giorni, rivelando continue, intriganti
suggestioni sonore. Un vero e proprio viaggio in duetto, con brani di Vivaldi
(fra i primi a sperimentare la combinazione dei due violini) e Haydn, di
Telemann e Leclair, di Bartók, Berio (i noti Duetti-ritratti di interpreti e
compositori) e Sollima: sono le tappe di un particolarissimo itinerario nel
quale ci conducono due violinisti di prim’ordine come Chiara
Zanisi e Stefano Barneschi che a questo insolito repertorio hanno
dedicato un fortunato cd sulle tracce del quale è stato costruito il loro
programma di debutto per Note al Museo. Proprio per i loro due violini il
versatile violoncellista-compositore Giovanni Sollima ha scritto nel
2017 Suite Case, una ‘valigia’ colma di trovate musicali per accompagnare
questo percorso, e saranno anche alcuni di questi duetti a scandire la serata.
Tre secoli di musica per
chitarra sola rivivono nell’appuntamento di giovedì 20 febbraio,
nel variegato recital solistico di Eugenio Della Chiara, rinomato
interprete protagonista di un’intensa attività concertistica in tutto il mondo
e dedicatario di diverse pagine contemporanee. Fra originali e trascrizioni di
celebri chitarristi (come Andrés Segovia, Francisco Tárrega), il virtuosistico
programma tocca i nomi principe nella letteratura per chitarra, come Paganini e
Tárrega, seguendo parallelamente anche un itinerario scandito dal tema del
viaggio, riferito ad autori che l’hanno trattato nella propria musica, come
Schubert (nel suo ciclo di Lieder Viaggio d’inverno) o che, per le ragioni
più diverse, l’hanno vissuto in prima persona, come Mozart, che viaggiò per
l’Europa alla ricerca dell’affermazione, e come l’esule Castelnuovo-Tedesco. Di
quest’ultimo, un autore sul quale la programmazione di Note al
Museo si è soffermata più volte, verrà presentato il funambolico Capriccio
Diabolico, brano dagli effetti pirotecnici e temibile banco di prova per ogni
virtuoso che si rispetti.
È una delle voci più amate e
acclamate, soprano di fama internazionale presente sui più importanti
palcoscenici, dalla Scala al Metropolitan, e fra le indiscusse regine del
Belcanto oggi: Jessica Pratt è la protagonista del concerto conclusivo
di Note al Museo, venerdì 20 marzo. Attesissima, presenta in
esclusiva per la rassegna, e con l’autorevole accompagnamento al pianoforte di
Gianni Fabbrini, un raffinato quanto accattivante programma incentrato
sulla vocalità virtuosistica italiana dell’Ottocento. Arie ‘di bravura’ da
camera e tratte da opere, di Donizetti, Bellini (l’aria di Giulietta da I
Capuleti e Montecchi, il finale della Sonnambula), ma anche
piacevolissime brevi pagine che sono diventate anch’esse cavalli di battaglia
delle più celebrate cantanti di ogni tempo, come lo spumeggiante valzer
cantato Il bacio di Luigi Arditi e la struggente Villanelle di
Eva Dell’Acqua: un florilegio di puro virtuosismo canoro per ricomporre, anche
attraverso alcune preziose rarità e brani per pianoforte solo degli stessi
Rossini e Donizetti, un panorama emblema di un momento fondamentale della
vocalità operistica femminile.
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