martedì 22 ottobre 2019

PROSEGUE CON TOSCA DI PUCCINI LA STAGIONE LIRICA AL TEATRO PAVAROTTI

Sarà Tosca di Giacomo Puccini il prossimo appuntamento con la stagione lirica al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, in scena venerdì 25 ottobre 2019 alle 20, domenica 27 alle 15,30 e martedì 29 alle ore 20. Lo spettacolo si vedrà in una nuova coproduzione fra i teatri Regio di Parma, Municipale di Piacenza e Comunale di Modena che riprende un allestimento scenico di Parma (2009) firmato dal regista Joseph Franconi Lee da un’idea di Alberto Fassini, con scene e costumi di William Orlandi. La direzione musicale è affidata a Matteo Beltrami, attivo da oltre vent’anni nei maggiori teatri italiani, fra i quali Opera di Firenze, La Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Comunale di Bologna, Carlo Felice di Genova e all’estero in istituzioni quali NCPA di Pechino, Semperoper di Dresda, Opera Reale Svedese di Stoccolma, Staatsoper di Amburgo, Teatro dell’Opera di Montpellier e Teatro Arriaga di Bilbao. Il ruolo di Tosca sarà interpretato da Ainhoa Arteta, soprano di fama internazionale ospite nei più prestigiosi teatri del mondo, fra i quali Carnegie Hall di New York, San Francisco Opera, Liceu de Barcelona, Teatro Real de Madrid, Bayerische Staatsoper di Monaco, Teatro Bolshoi di Mosca, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Bologna. Fra le sue interpretazioni più celebri si ricordano La bohème (Mimì), La traviata (Violetta) e Carmen (Micaela) al Metropolitan Opera di New York e Musetta ne La bohème alla Royal Opera House Covent Garden di Londra e all’Arena di Verona. Al suo fianco, si ascolteranno nei ruoli principali il Mario Cavaradossi di Luciano Ganci e il Barone Scarpia di Dario Solari, entrambi interpreti di esperienza e prestigio internazionale.



“Quello con Fassini è stato un sodalizio artistico lungo e profondo - racconta il regista dello spettacolo -, che mi ha lasciato una preziosa eredità di insegnamenti. Una delle regole più importanti ricevute dal mio maestro, cresciuto al fianco di Visconti e suo grande amico, è quella di costruire lo spettacolo affidandosi alla musica. Questo presupposto è stato il perno delle sue regie e io ne ho fatto la base nelle riprese dei suoi lavori. La tradizione operistica è, nella lezione di Fassini che ho fatto mia, un patrimonio vivo e mai ridotto a vuota routine. Questo significa che nell'allestimento c'è il massimo rispetto del libretto, anche se in scena compaiono molte immagini stilizzate, poetiche piuttosto che realistiche.”

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