martedì 5 marzo 2024

LO SCANDALOSO MANDARINO DI BARTÓK PER ALPESH CHAUHAN E L’ORCHESTRA RAI

 

È considerata una delle personalità più influenti del mondo musicale di oggi. Il suo repertorio spazia dai grandi classici agli autori contemporanei, che incide con successo. Suona abitualmente con orchestre come quella del Concertgebouw di Amsterdam, con la Chicago e la London Symphony, con la Filarmonica di New York e quella di Los Angeles. È la violinista olandese Simone Lamsma (nella foto in alto), che torna a suonare con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nel concerto in programma giovedì 7 marzo alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. La serata è replicata venerdì 8 marzo alle 20 con trasmissione in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura.
Per il suo ritorno a Torino Lamsma propone il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra di Erich Wolfgang Korngold (nella foto a destra), composto nel 1945 con un linguaggio ancora perfettamente inserito nel solco della tradizione tardoromantica. Korngold, apprezzato a soli dieci anni da Gustav Mahler, si trasferì presto dall’Austria agli Stati Uniti, dove a Hollywood fu consacrato come compositore di musiche per il cinema, vincendo anche due Premi Oscar.
Sul podio è impegnato Alpesh Chauhan, già Direttore Principale della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma sino al 2020 e attualmente Direttore Musicale della Birmingham Opera Company, Direttore Ospite Principale dei Düsseldorfer Symphoniker e Direttore Associato della BBC Scottish Symphony Orchestra, con la quale ha da poco inciso il suo primo album dedicato a Čajkovskij, acclamato dalla critica. 
Nella seconda parte della serata, dopo il Concerto di Korngold, Chauhan (nella foto a sinistra) propone il raro poema sinfonico di Pëtr Il’ič Čajkovskij Fatum op. 77. Creato quando il compositore aveva 28 anni, nel 1868, ebbe alterne vicende di successi e insuccessi, elogi e critiche, fino a essere rifiutato da Čajkovskij stesso che ne distrusse il manoscritto. L’opera venne ricostruita dopo la sua morte dalle parti d’orchestra e pubblicata postuma nel 1896. È proposta per la prima volta dall’Orchestra Rai a Torino. 
Chiude il concerto la Suite dalla pantomima in un atto Il mandarino miracoloso, scritta tra il 1918 e il 1919 da Béla Bartók. Una delle partiture più sconvolgenti e innovative dell’intero XX secolo, che tocca i vertici del periodo espressionista dell’autore. Un’esplosione incandescente di vitalità ritmica e timbrica che alla sua prima rappresentazione, data a Colonia nel 1926, destò un grande scandalo, con repliche interrotte dalla censura e diffida del direttore d’orchestra Jenö Szenkàr. È infatti basata su un soggetto piuttosto scabroso di Menyhért Lengyel: una sordida vicenda che pare uscita dalla cronaca, con protagonisti tre malviventi, una ragazza probabilmente minorenne di cui essi si servono per adescare clienti e poi depredarli, e un enigmatico mandarino, che arde di desiderio per lei e le darà la caccia scatenando forze sovrannaturali. La Suite da concerto fu realizzata da Bartók nel 1927 ed eseguita per la prima volta da Ernö von Dohnányi a Budapest nel 1928. Comprende due terzi circa della musica della pantomima completa, includendo il rapinoso inseguimento della ragazza da parte del mandarino e il loro furente amplesso. 

Nessun commento:

Posta un commento