giovedì 11 maggio 2023

Per il 32° Festival Milano Musica un programma giapponese intorno alla metafora della pioggia con Les Percussions de Strasbourg

 
RAINS/LES PERCUSSIONS DE STRASBOURG
32° Festival Milano Musica
Teatro Elfo Puccini - Sala Shakespeare - MILANO (MI)
lunedì, 15 maggio, ore 20:00

Les Percussions de Strasburg
RAINS
Hosokawa, Kishino, Taïra, Takemitsu


Rains: un programma giapponese intorno alla metafora della pioggia


«Ogni tanto sogno la pioggia che porta via ciò che sono stata fino a ieri.
Ma poi mi accorgo che sono pioggia» (Kore-eda Hirokazu)

La concentrazione su strumenti di non comune ascolto, capaci di grande forza comunicativa come le percussioni, è al centro del concerto con cui, lunedì 15 maggio, il Festival Milano Musica torna al Teatro Elfo Puccini.
«Il ricchissimo e davvero contemporaneo mondo delle percussioni e della musica per sole percussioni – sono diverse centinaia, ognuna fa cantare la materia di cui è fatta e che serve a classificarla come metallo, legno, membrana, corde, e poi ci sono le percussioni eccezionali che usano acqua, ceramica, carta, oggetti vari... – deriva molto dalla conoscenza e dalla fascinazione del Novecento per le musiche non europee, segnatamente africana e asiatica […]. Dunque accanto al ritmo – cardine delle poche percussioni classiche occidentali – le “nuove” percussioni apportano timbro e colore con una gamma praticamente infinita di sfumature, dinamiche, connotazioni espressive. Sono usate in brani sempre più articolati e complessi, e all’interprete è chiesto non più solo un (modesto) apporto a punteggiare la partitura, ma un virtuosismo talvolta addirittura acrobatico».

«L’eccezionale programma è un omaggio dei virtuosi de Les Percussions de Strasbourg a “quattro compositori giapponesi dagli ammirevoli universi. Ballare con la pioggia per evocare, solo per un attimo, ciò che credevamo invisibile.” La tradizione delle percussioni giapponesi è davvero un “ammirevole universo” a sé; l’amore dei giapponesi per la pioggia poi è testimoniato da letteratura, arti visive e, più vicino a noi, dalle parole del personaggio di un film di Hidekazu Kore-eda che tornato alla sua terra natale (dove piove a dirotto) esclama felice: “Come mi mancava la stagione delle piogge!”.
L'aspetto profondamente performativo e quasi di danza è abbastanza evidente nei gesti degli interpreti, ed è comune ai quattro brani – nel titolo di Hosokawa, nei petali sparsi di Kishino, nelle luci precisamente prescritte del brano di Takemitsu, nel respiro rituale del brano di Taïra.
Il suono delle circa duecento percussioni in scena, in maggioranza ad altezza indeterminata, veicola una diversa sintassi fatta di agglomerati e onde sonore piuttosto che frasi, in accordo con le tradizioni di una cultura musicale come la giapponese che ha sempre privilegiato la complessità del suono rispetto alla complessità della struttura». (Luciana Galliano)


Toshio Hosokawa (1955)
Regentanz (2018, 18')
per sei percussionisti
Prima esecuzione in Italia

Malika Kishino (1971)
Sange (2016, 19')
per sei percussionisti

Yoshihisa Taïra (1937-2005)
Hiérophonie V (1975, 17')
per sei percussionisti

Tōru Takemitsu (1930-1996)
Rain Tree (1981, 12')
per tre percussionisti

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