una scena dall'edizione di Magdeburg, foto di Nilz Böhme
Torna da venerdì 19 maggio alle 20:00, sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo dopo 24 anni di assenza, Evgenij Onegin, l’opera lirica in tre atti e sette quadri, composta nel 1878 da Pëtr Il’ič Čajkovskij, nell’allestimento del Teatro dell’Opera di Magdeburgo e dell’Opéra de Lorraine. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, dirige il maestro Omer Meir Wellber che l’aveva già fortemente voluta come opera inaugurale della Stagione 2021, poi sospesa e riprogrammata a causa del Covid. La mise en scène è del regista svizzero Julien Chavaz.
Una
storia semplice, di inquietudini, disincanto, amori perduti e
rimpianti, trasformata in un capolavoro in versi dal genio
di Puškin e dalla sensibilità di Čajkovskij che
ne ha fatto un’opera cardinale del teatro musicale. Rappresentato solo
due volte al Teatro Massimo, nel 1975 e nel 1999, Evgenij
Onegin sarà presentato nella versione originale in
russo con sovratitoli in italiano e
inglese. La protagonista, Tatiana, che
nell’ultimo allestimento del 1999 a Palermo fu di Mirella
Freni, è il soprano Carmen Giannattasio che
padroneggia il ruolo in virtù di una laurea in russo, oltre che
per la sua voce brillante e la sua abilità drammatica. Nel
cast alternativo Tatiana è il soprano
moldavo Natalia Tanasii (nella foto). Il baritono polacco Artur Rucinski è Onegin, archetipo dell’eroe romantico,
ruolo che ha segnato il successo della sua carriera fin da quando
venne chiamato a cantarlo da Daniel Barenboim nel 2010. Nelle
repliche è Nikolai Zemlianskikh. I mezzosoprani Helene
Schneiderman e Victoria Karkacheva interpretano
rispettivamente Larina e Olga, mentre il
poeta romantico Vladimir Lenskij è il tenore
albanese Saimir Pirgu, che il pubblico palermitano ha avuto modo
di ascoltare e amare nei panni di Alfredo nella Traviata presentata
a inizio stagione. Nelle repliche successive Lenskij è Pavel
Petrov. Completano il cast Margarita Nekrasova nei panni
di Filipp’evna, Giorgi Manoshvili è il Principe
Gremin, James Kryshak Monsieur Triquet e Un
contadino, Andrii Ganchuk Zareckij/Un capitano. La
scenografia è firmata da Amber Vandenhoeck, i costumi da Sanne
Oostervink. Luci di Eloi Gianini. Ad affiancare Julien
Chavaz, la regista collaboratrice Annemiek van Elst e
l’assistente alla regia Fleur Snow.
Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Salvatore Punturo. Repliche fino al 25 maggio.
Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Salvatore Punturo. Repliche fino al 25 maggio.
“Due artisti geniali si sono "incontrati" in un'opera e si completano a vicenda (come forse solo Maurice Maeterlinck e Claude Debussy in Pelléas et Mélisande)” - dice il regista Julien Chavaz (nella foto), direttore generale del Teatro di Magdeburgo, affermato per le sue regie di opere contemporanee e di teatro musicale. Puškin riesce non solo a raccontare una storia meravigliosa – questo succede in tanti romanzi – ma a raccontarla in modo tale che le parole, la loro connessione, la struttura delle frasi e l'intera costruzione dispieghino un enorme potenziale emotivo. Se a questo si aggiunge la musica di Čajkovskij, questo potenziale si moltiplica. Ed è bello poter raccontare una storia così semplice in modo così emozionante”.
Affascinato dai versi e dall’umanità dei personaggi del romanzo di Puškin, Čajkovskij ne realizza anche il libretto con l'aiuto del fratello Modest e di Konstantin Stepanovič Šilovskij. creando un collage del romanzo. E ne fa un manifesto della sua idea di teatro: la messa in scena di un’opera, a suo avviso, non deve avvalersi di storie complesse, esotismi e colpi di scena per colpire i sentimenti del pubblico, ma affidarsi piuttosto all’umanità e all’interiorità dei personaggi, tanto più convincenti quanto più reali e veri. «Voglio comporre un dramma interiore forte, basato su situazioni e conflitti che ho provato e visto, che mi tocchino sul vivo - dirà - Chi ritiene l'azione scenica condizione primaria di un'opera, non sarà soddisfatto della mia opera. Chi invece cerca la riproduzione musicale di sentimenti normali, universali, lontani dalla tragicità esteriore, dalla teatralità, saranno (spero) contenti». Nell’opera di Puškin Čajkovskij trova anche la possibilità di coniugare l’atmosfera serena e lenta della campagna, con l’uso di canzoni popolari, e danze dell’alta società, in particolare il valzer che è uno dei suoi segni distintivi anche nei balletti e nelle sinfonie. La vicenda di Onegin infatti è ambientata a San Pietroburgo e nella campagna circostante intorno al 1820. E ruota intorno al giovane e inquieto protagonista, incapace di amare, annoiato e smanioso di un altrove irraggiungibile, sempre alla ricerca di nuove prospettive che non realizzerà mai.
Onegin disdegna la società di provincia e l’amore della giovane Tatiana, macchiandosi della morte in duello dell’amico Lenskij (sorte a cui sarà destinato lo stesso Puškin), finendo per rimpiangere le proprie scelte e l’amore perduto.
“Evgenij Onegin di Čajkovskij è una delle opere che amo di più – dice il direttore musicale del Teatro Massimo Omer Meir Wellber (nella foto) – sia perché è proprio con Onegin che ho iniziato la mia collaborazione con Daniel Barenboim - e questo mi riempie ancora di nostalgia - ma anche perché è un’opera che affronta con grande profondità il tema del destino. «Ogni giorno che passa non torna» diceva mio padre, e ognuno di noi paga un prezzo molto alto per scelte da cui non è possibile tornare indietro. Uno scrittore israeliano che mi sta a cuore scriveva che «in letteratura la vera tragedia non è racchiusa in una storia triste ma nello spazio tra quello che è successo e quello che avrebbe potuto succedere. E più grande è questo spazio, più profonda è la tragedia». Onegin per me è tutto questo”.
Evgenij Onegin sarà in scena venerdì 19 maggio, ore 20:00 (turno Prime); sabato 20:00, ore 18:30 (turno Opera); domenica 21, ore 17:30 (turno D); martedì 23, ore 18:30 (turno C); mercoledì 24, ore 18:30 (turno Scuola); giovedì 25, ore 18:30 (turno B). La “prima” di venerdì 19 maggio sarà disponibile dalle 20:00 anche in diretta streaming sulla Web Tv del Teatro, diretta da Gery Palazzotto con la regia di Antonio Di Giovanni e l’editing di Davide Vallone.
Lo spettacolo ha una durata di 3 ore circa con un intervallo
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