venerdì 29 novembre 2024

Va in scena mercoledì 4 dicembre 2024 alle 20.30 in prima italiana per la rassegna Danza Autunno al Teatro Comunale di Modena REQUIEM(S) creato da Angelin Preljocaj per la sua compagnia.

 

Uno dei maggiori coreografi di oggi, Angelin Preljocaj torna al Teatro Pavarotti-Freni con il suo ultimo spettacolo nel contesto di una tournée e di una grande coproduzione internazionale che comprende l’Opéra Royal de Versailles, il Teatros del Canal di Madrid e La Villette di Parigi. In scena saliranno venti danzatori del suo rinomato “Ballet Preljocaj”, fondato nel 1985 e residente dal 2006 al Pavillon Noir di Aix-en-Provence. La compagnia si esibisce in circa 120 date all’anno, in Francia e all’estero.
Nella sua nuova, coinvolgente coreografia, Angelin Preljocaj costruisce una serie di rituali immaginari che rimandano alla ricchezza di emozioni che ci attraversano quando perdiamo una persona cara. Nel suo progetto, danze rituali che spaziano dal dolore più profondo alla gioia dell'esistenza vogliono disinnescare i pericoli che minacciano la nostra ragione di fronte alla morte. Ad accompagnare i danzatori, un tessuto sonoro che copre mille anni di musica, dai canti medievali a György Ligeti, da Wolfgang Amadeus Mozart a Hildur Guonadóttir.  
Danzatore e coreografo francese di origini albanesi, Preljocaj ha firmato oltre sessanta creazioni entrate nel repertorio di prestigiose compagnie come il Ballet de l’Opéra National de Paris, il Teatro alla Scala di Milano e il New York City Ballet.
Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il “Benois de la danse” nel 1995, il “Bessie Award” nel 1997, le “Victoires de la musique” nel 1997, il “Globe de Cristal” per Biancaneve nel 2009 e il “Samuel H. Scripps Prize” nel 2014. Nel febbraio 2023 ha creato Birthday Party al Théâtre National de Chaillot, su commissione di Aterballetto. Successivamente, Torpeur al Montpellier Danse Festival nel giugno 2023. Requiem(s), la sua ultima produzione, è stata presentata a maggio 2024 al Grand Théâtre de Provence. 


“Non volevo creare la coreografia di un requiem - spiega l’autore - come quello di Mozart, di Fauré o di Ligeti, ma proporre una struttura musicale eterogenea e aggiungervi delle creazioni sonore. Si tratta piuttosto di requiem(s) in coreografia, una processione di corpi per cercare di dare un’idea del mosaico di sentimenti provati dopo una perdita. Nel 2023 ho perduto mio padre, mia madre e molti amici cari. Queste circostanze hanno fatto emergere in me la voglia più profonda e remota di creare una coreografia sui sentimenti legati alla perdita dei nostri cari. Ne Le forme elementari della vita religiosa il sociologo Emile Durkheim mostra come la civiltà prenda corpo nei rituali della memoria. Il requiem segue questa derivazione e questa dimensione strutturante della nostra società e della nostra collettività”.


(foto di Didier Philispart)

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