giovedì 28 novembre 2024

MICHELE MARIOTTI E SERGIO RUBINI INSIEME PER LEOPARDI ALL'OPERA DI ROMA

 
VOLTI DEL POTERE
STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA | CONCERTI
TEATRO COSTANZI
domenica 8 dicembre ore 20.00

FRANZ SCHUBERT ENTR’ACTE N. 3 da Rosamunde
GUSTAV MAHLER KINDERTOTENLIEDER
LUDWIG VAN BEETHOVEN SINFONIA N. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica”
 
Baritono Markus Werba
Direttore Michele Mariotti
con la partecipazione straordinaria di
Sergio Rubini che legge Giacomo Leopardi
 
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
 

Le malinconie, le speranze e le disillusioni di Giacomo Leopardi incontrano la musica di alcuni tra i più grandi compositori. Dopo aver diretto il Simon Boccanegra, Michele Mariotti torna sul podio del Costanzi domenica 8 dicembre, alle ore 20.00, per il suo primo concerto della Stagione 2024/25. Per l’occasione, il Direttore musicale della Fondazione Capitolina ha ideato un programma incentrato su Giacomo Leopardi, in cui brani di Schubert, Mahler e Beethoven saranno intervallati dalla lettura di alcuni testi del poeta, recitati dal vivo per l’occasione da Sergio Rubini, per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma. Una partecipazione straordinaria, quella dell’attore e regista, che anticipa la messa in onda su Rai1 della miniserie evento in due puntate, da lui diretta, dal titolo Leopardi - Il poeta dell’infinito, prevista per il 7 e 8 gennaio 2025. Riflessioni tratte dallo Zibaldone, dai Canti e dalle Operette morali di Leopardi si alternano dunque all’esecuzione dell’Entr’acte n. 3 di Schubert dal dramma Rosamunde, al ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler (baritono solista è Markus Werba) e alla Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Beethoven. Prima del concerto, sarà proiettato su uno schermo un estratto dalla miniserie diretta da Rubini. 
 
«Volevo costruire un programma capace di dialogare con una serie di letture e di racconti tratti dagli scritti di Leopardi, - racconta Michele Mariotti - cercando di trovare corrispondenze ed echi di certi temi poetici nella musica della sua epoca, come in Schubert e Beethoven, o in autori come Mahler, che pur lontani nel tempo sembrano condividere la sua sensibilità e la sua visione del mondo. Ad esempio Schubert, come Leopardi, viene ancora oggi spesso considerato come un compositore languido, melanconico, mentre era un uomo con una forza interiore incredibile. Mahler condivide invece con il poeta un immenso amore per la vita, che si lega al contempo a una lucida e terribile consapevolezza della tragedia insita nella stessa». 
 
«Così come ho lavorato con i miei sceneggiatori alla serie televisiva, insieme al maestro Mariotti, che ha voluto questa serata di dialogo tra musica e poesia, ho scelto di raccontare un Leopardi diverso da quello tramandato da una tradizione a volte schematica. – dice Sergio Rubini (nella foto di Dario Garofalo, courtesy Saverio Ferragina)– Leopardi non era un uomo fragile e triste, schiacciato dalla gobba e ingrigito dalla malinconia. Il suo pessimismo era piuttosto il riflesso di un immenso amore per la vita che lo portava a difendere la libertà, la bellezza, la dignità dell’essere umano contro il potere schiacciante del mondo e della Natura - temi di fronte ai quali il sempre giovane recanatese si rapporta con la forza e il coraggio di un titano. Nel tentativo di far emergere questi aspetti, ho voluto legare alcune riflessioni dello Zibaldone a una serie di letture poetiche tratte dai Canti - alcuni molto noti, come Il passero solitario e Le ricordanze, e altri meno conosciuti, penso a Il sogno -, nonché al racconto a braccio di una delle Operette morali, dove emerge un Leopardi sorprendentemente brillante e spietatamente comico. Il pensiero leopardiano, frutto di un’infaticabile e appassionata indagine sull’animo umano, inviso ai conformisti e incompreso dai suoi contemporanei, risuona straordinariamente attuale per noi uomini del Duemila grazie alla visionarietà di uno dei nostri massimi poeti, patrimonio della storia del nostro Paese, da considerarsi vera e propria icona pop». 
 

 

 

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