Venerdì 29 novembre 2024 alle 20 e domenica 1° dicembre alle 15:30 Così fan tutte, titolo immortale dell’opera comica settecentesca, perla del catalogo mozartiano, va in scena al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena in uno spettacolo che ha debuttato con successo lo scorso ottobre a Jesi. L’allestimento è frutto di una coproduzione italo francese partita dalla Fondazione Pergolesi Spontini che vede coinvolti i teatri lirici di Pisa, Modena, Rovigo e Metz.
Fra le novità dello spettacolo spiccano le scene e i costumi su disegno di Milo Manara, uno dei nostri fumettisti più noti, che in questa occasione ha dedicato il suo lavoro per la prima volta al palcoscenico dell’opera lirica regalando al pubblico immagini di ninfe, cupidi e satiri attraverso un sistema bidimensionale di fondali, quinte e pannelli scorrevoli come da tradizione del teatro all’italiana. La messa in scena firmata da Stefano Vizioli, regista fra i più affermati, fa leva sulla forza drammatica dei personaggi e sulla leggerezza della musica, ambientando la scena in uno spazio senza tempo con costumi settecenteschi e arredi essenziali. La parte musicale dello spettacolo è affidata ad Aldo Sisillo, alla guida dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Modena, del Coro Lirico di Modena preparato da Giovanni Farina, e da un cast che vedrà in scena la Fiordiligi di Maria Mudryak, Dorabella di Lilly Jørstad, Guglielmo di Jiri Rajnis, Ferrando di Antonio Mandrillo, Despina di Francesca Cucuzza e il Don Alfonso di Emanuele Cordaro.
Giovedì 28 novembre alle 18, nel Ridotto del Teatro (ingresso libero da via Goldoni 1), il giornalista Luca Baccolini terrà una guida all’opera per la serie presentata in collaborazione con gli Amici dei Teatri Modenesi (durata 60 minuti).
Si ricorda anche che fino al 12 gennaio, presso il Museo della Figurina a Palazzo Santa Margherita, è possibile visitare l’esposizione di Milo Manara “Così fan tutte. Le metamorfosi d’Amore. Mostra dei bozzetti delle scene e dei costumi dell’opera di Mozart”.
“Così fan tutte è l’opera più emblematica e inafferrabile della trilogia Mozart-Da Ponte - commenta il regista dello spettacolo -. La trama è basata su una scommessa per accertare l’infedeltà delle donne (ma anche degli uomini, non per nulla il sottotitolo la scuola degli amanti è più pertinente e meno misogino): il raffinato gioco di ambiguità e di apparenti geometrie si dipana grazie ad un libretto di cristallina semplicità e ad una partitura di metafisica bellezza. È un’opera che mischia disinvoltamente comicità a tragedia, malinconia ad erotismo sottile, filosofia e labirinti di passioni. Il Così va amato per la sua sublime incoerenza fintamente mascherata dal gioco di geometrie cartesiane, è anche un titolo che per più di un secolo ha sofferto la patente di trama frivola e sciocchina e che solo negli ultimi quarant’anni è considerata la più profonda e insondabile di Mozart. Il compositore e Lorenzo da Ponte non giudicano, ma dall’alto di una divina indulgenza capiscono la fragilità dell’essere umano, le leggi del desiderio, i rischi dell’incoscienza emotiva”
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