sabato 30 novembre 2024

“PAGLIACCI” AL CENTRO DELL’ULTIMO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA “IN CONTROLUCE”. L’opera verista esplorata da Giovanni Bietti e Giovanni Carlo Federico Villa, con la partecipazione di Stefano Bolognini- Mercoledì 4 dicembre alle 20.30, Auditorium Manzoni

 

Si intitola “Pagliacci. Il Gran Teatro della Vita” e si sviluppa attorno al rapporto tra realtà e finzione l’ultimo appuntamento dell’anno della rassegna “In Controluce” che - con il musicologo Giovanni Bietti, lo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa e la partecipazione dello psichiatra e psicoanalista Stefano Bolognini - racconta Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, mercoledì 4 dicembre alle 20.30 all’Auditorium Manzoni. L’opera sarà poi in scena dal 15 al 22 dicembre al Comunale Nouveau. 
“La commedia è finita”, “Acta est fabula, plaudite”: così termina il capolavoro di Leoncavallo, che anticipa tante tendenze artistiche e letterarie novecentesche; così pronunciava in letto di morte l’imperatore Augusto. Sono la vita e il teatro, la realtà e la finzione a confondersi in un gioco di “specchiature” che da sempre affascina l’animo umano e che il compositore napoletano restituisce nello spirito verista del suo tempo.
Nell’appuntamento bolognese, Bietti e Villa propongono un viaggio che intreccia la vita di Leoncavallo con la storia della sua opera più celebre, tutta riassunta nell’aria Vesti la giubba. Questa, registrata da Enrico Caruso, divenne il primo disco al mondo a toccare il milione di copie vendute, oltre a essere ripresa in moltissimi film e serie tv, cartoni animati e musica pop. Il racconto fatto di immagini, suoni e parole si conclude con una riflessione di Bolognini.
Ad arricchire la serata anche due pagine di Pagliacci nell’interpretazione degli allievi della Scuola dell’Opera del TCBO: "Qual fiamma avea nel guardo", l’aria di Nedda, è cantata dal soprano Anna Cimmarrusti (nella foto a destra), protagonista, insieme al baritono Hosung Lee, anche nel duetto "Nedda! Silvio!...E allor perché" , con l’accompagnamento al pianoforte di Claudia D'Ippolito. I montaggi e le video creazioni sono di INNOVIO Arts.
 
La rassegna “In Controluce - Percorsi d’Opera, tra Arte e Storia”, a cura di Barbara Abbondanza, è realizzata dal Teatro Comunale di Bologna in collaborazione con INNOVIO. Questo appuntamento vede il contributo del consulente finanziario Alessandro Andreoli. 


IUC: 3 DIC - Quartetto di Cremona - Ciclo Schumann Bartók

 
Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
80a Stagione 2024 | 2025
Martedì 3 dicembre  - ore 20.30

Ciclo Schumann Bartók (I) 


Quartetto di Cremona
Cristiano Gualco - violino Nicola Amati, Cremona 1640
Paolo Andreoli - violino Paolo Antonio Testore, Milano ca. 1758 (Kulturfonds Peter Eckes)
Simone Gramaglia - viola Gioachino Torazzi, ca. 1680 (Kulturfonds Peter Eckes)
Giovanni Scaglione - violoncello Dom Nicola Amati, Bologna 1712 (Kulturfonds Peter Eckes)        


Béla Bartók Quartetto n. 3 
Robert Schumann Quartetto in la maggiore op. 41 n. 3 
Béla Bartók Quartetto n. 4


Nella sezione della programmazione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti dedicata ai quartetti d’archi non poteva mancare il Quartetto di Cremona, eccellenza cameristica mondiale legata alla IUC da un rapporto decennale in esclusiva su Roma. Dopo tanti progetti monografici, per questa 80esima stagione propongono un nuovo doppio ciclo di integrali dei quartetti di Schumann e Bartók: nel primo concerto eseguiranno il terzo e il quarto di Bartok alternati al terzo di Schumann. Nel corso della stagione offriranno anche un secondo concerto in cui presenteranno L’Arte della Fuga di Bach in una speciale versione eseguita con sette strumenti.
L’idea di intraprendere l’integrale dei quartetti di Bartók, 
- racconta Cristiano Gualco - un must nella vita di un quartetto d’archi, è stata dettata dall’esigenza di cimentarsi con la complessità di un autore il cui virtuosismo strumentale e compositivo vanno affrontati con la maturità musicale acquisita dal nostro quartetto in un quarto di secolo insieme, e con una forza anche fisica che, per ora, non accenna a scemare. La difficile vita di Bartók, la sua ritrosia nell’insegnare composizione e quindi l’impegno e la solitudine che trovò nel lavoro, si riflettono appieno nei suoi quartetti, erroneamente considerati da molti come brani aggressivi e incomprensibili.  In Bartók la ricerca della complessità è perfettamente bilanciata da uno sguardo poetico spesso impareggiabile, che si traduce in pagine di musica di una varietà sonora, ritmica e di una profondità impressionanti. Lo studio minuzioso ed estensivo che fece sulla musica popolare della sua regione, che considerava al primo posto per qualità rispetto a quella degli altri paesi, ci fa entrare in un mondo che è insieme “folk” e altamente programmato, strutturato ed esatto al tempo stesso. Molto più che in altri casi, nei quartetti di Bartók la scrittura è così avanzata, contrappuntistica e complessa che la parte dei singoli strumenti non ha senso senza il dialogo con gli altri.  Mentre un appassionato di Bartók potrebbe ascoltare in continuazione i suoi sei quartetti, ho sempre avuto l’impressione che per la maggior parte del pubblico ci sia bisogno di un tempo fisiologico per poter “digerire” tutte le informazioni che la sua musica fornisce.  Da qui l’idea di affiancare ai suoi lavori i tre magnifici quartetti Op.41 di Schumann, normalmente poco eseguiti e che funzionano perfettamente nell’economia del nostro progetto, per creare una sorta di “cuscinetto poetico” tra le coppie di lavori di Bartók che presenteremo ad ogni concerto. Si tratterà quindi di una doppia integrale, dopo i cicli beethoveniano e mozartiano già presentati alla IUC. L’ascolto di Schumann non solo servirà per recuperare le energie (nostre e del pubblico) prima di un secondo Bartók, ma ritengo verrà apprezzato e goduto ancora di più per le caratteristiche proprie della sua musica: slancio romantico e irrazionalità del sentimento, pur all’interno di una scrittura classica e quindi ben misurata, posti in netto contrasto con il resto del programma. Spero che l’avvicinamento di questi mondi così lontani sottolinei le peculiarità di entrambi e crei in ogni concerto il bisogno dell’uno per amare di più l’altro.


Fin dalla propria fondazione nel 2000, il Quartetto di Cremona si è affermato come una delle realtà cameristiche più interessanti a livello internazionale. 
Tra gli impegni più rilevanti delle passate stagioni, concerti al Concertgebouw (Amsterdam), alla Elbphilharmonie (Amburgo), alla Konzerthaus Berlin, alla Wigmore Hall (Londra), a Stoccolma, Mumbai, Ginevra, Salisburgo, per il Festival Schubertiade, la Chamber Music Society del Lincoln Center di New York e per i principali festival e società di concerto italiani. Nella stagione 23/24, l’acclamato debutto alla Carnegie Hall (ottobre 2023) è stato seguito dal re-invito al Lincoln Center (marzo 2024). Nella stagione 24/25 festeggerà i 25 anni di carriera con concerti in Italia, Giappone, Olanda, Germania, Svizzera, Taiwan e Cina, una tournée in Spagna e due in Nord America. Verrà anche pubblicato un nuovo CD: L’Arte della Fuga di Bach, eseguita con sette strumenti per non alterare la scrittura originaria della partitura (Orchid Classics). Tra le precedenti incisioni, tutte accolte con grande interesse dalla critica internazionale: “Italian Postcards” (2020, Avie Records); un doppio CD dedicato a Schubert (2019, Audite); l’integrale dei Quartetti di Beethoven (2018, Audite). Il Quartetto di Cremona è titolare della cattedra del “Corso di Alto Perfezionamento per Quartetto d’Archi” presso l’Accademia Walter Stauffer di Cremona ed è regolarmente invitato a tenere masterclass in Europa, America, Asia.


venerdì 29 novembre 2024

Il 30 novembre ore 21 all’Auditorium Polo Scolastico “M.L. King” a Moie di Maiolati Spontini, appuntamento con la conferenza spettacolo “A Parigi con Spontini. Poesia, arte e musica alla corte di Napoleone”

 

Non un concerto ma una straordinaria conferenza-spettacolo quella che, sabato 30 novembre ore 21 all’Auditorium del Polo Scolastico “M.L. King” di Moie di Maiolati Spontini (Via Venezia 14), racconta l'ascesa al potere di Napoleone Bonaparte da sconosciuto militare a Imperatore dei francesi. Oltre alle battaglie e alle strategie politiche, l’evento è un’immersione nella passionale storia d'amore di Napoleone e Giuseppina e nella vita della Parigi di inizio Ottocento dove Napoleone fu mecenate di poeti, pittori, scultori e compositori. Qui il marchigiano Gaspare Spontini, maestro delle opere buffe italiane, diventò “Compositeur particulier de la chambre de S. M. l’Imperatrice Josèphine”, affermando il proprio talento, e conquistando rapidamente il pubblico parigino e non solo.
A guidare l’incontro, dal titolo “A Parigi con Spontini. Poesia, arte e musica alla corte di Napoleone”, sono Costantino D’Orazio, storico dell’arte attualmente direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, Davide Rondoni, poeta, scrittore, drammaturgo, Virginia Barrett attrice eclettica e musicista, e Cristian Carrara compositore e direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini.
Una serata unica per respirare, attraverso i linguaggi dell’arte, i profumi di un periodo storico denso di idee e nuovi capolavori.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti disponibili. È consigliata la prenotazione

Va in scena mercoledì 4 dicembre 2024 alle 20.30 in prima italiana per la rassegna Danza Autunno al Teatro Comunale di Modena REQUIEM(S) creato da Angelin Preljocaj per la sua compagnia.

 

Uno dei maggiori coreografi di oggi, Angelin Preljocaj torna al Teatro Pavarotti-Freni con il suo ultimo spettacolo nel contesto di una tournée e di una grande coproduzione internazionale che comprende l’Opéra Royal de Versailles, il Teatros del Canal di Madrid e La Villette di Parigi. In scena saliranno venti danzatori del suo rinomato “Ballet Preljocaj”, fondato nel 1985 e residente dal 2006 al Pavillon Noir di Aix-en-Provence. La compagnia si esibisce in circa 120 date all’anno, in Francia e all’estero.
Nella sua nuova, coinvolgente coreografia, Angelin Preljocaj costruisce una serie di rituali immaginari che rimandano alla ricchezza di emozioni che ci attraversano quando perdiamo una persona cara. Nel suo progetto, danze rituali che spaziano dal dolore più profondo alla gioia dell'esistenza vogliono disinnescare i pericoli che minacciano la nostra ragione di fronte alla morte. Ad accompagnare i danzatori, un tessuto sonoro che copre mille anni di musica, dai canti medievali a György Ligeti, da Wolfgang Amadeus Mozart a Hildur Guonadóttir.  
Danzatore e coreografo francese di origini albanesi, Preljocaj ha firmato oltre sessanta creazioni entrate nel repertorio di prestigiose compagnie come il Ballet de l’Opéra National de Paris, il Teatro alla Scala di Milano e il New York City Ballet.
Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il “Benois de la danse” nel 1995, il “Bessie Award” nel 1997, le “Victoires de la musique” nel 1997, il “Globe de Cristal” per Biancaneve nel 2009 e il “Samuel H. Scripps Prize” nel 2014. Nel febbraio 2023 ha creato Birthday Party al Théâtre National de Chaillot, su commissione di Aterballetto. Successivamente, Torpeur al Montpellier Danse Festival nel giugno 2023. Requiem(s), la sua ultima produzione, è stata presentata a maggio 2024 al Grand Théâtre de Provence. 


“Non volevo creare la coreografia di un requiem - spiega l’autore - come quello di Mozart, di Fauré o di Ligeti, ma proporre una struttura musicale eterogenea e aggiungervi delle creazioni sonore. Si tratta piuttosto di requiem(s) in coreografia, una processione di corpi per cercare di dare un’idea del mosaico di sentimenti provati dopo una perdita. Nel 2023 ho perduto mio padre, mia madre e molti amici cari. Queste circostanze hanno fatto emergere in me la voglia più profonda e remota di creare una coreografia sui sentimenti legati alla perdita dei nostri cari. Ne Le forme elementari della vita religiosa il sociologo Emile Durkheim mostra come la civiltà prenda corpo nei rituali della memoria. Il requiem segue questa derivazione e questa dimensione strutturante della nostra società e della nostra collettività”.


(foto di Didier Philispart)

“FERRARA - AL RIDOTTO”DOMENICA 1° DICEMBRE CON IL DUO PIANISTICO DEGAS



Domenica di rilievo per "Ferrara Musica al Ridotto" che il 1° dicembre alle 10.30 ospita per la prima volta il Duo Degas. Lo formano Gala Chistiakova e Diego Benocci, pianisti entrambi dal ricco e prestigioso curriculum, costituiti in duo dal 2014, mentre stavano perfezionandosi all’Accademia Pianistica Internazionale di Imola.
Il concerto - terzo del Ferrara Piano Duo Festival 2024 promosso dal Conservatorio Frescobaldi - si aprirà tra Classicismo e Romanticismo con due rarità del repertorio ottocentesco. Il primo brano è la versione a due pianoforti della celeberrima Sonata in do maggiore K. 545 di Mozart. Venne rielaborata da Grieg nel 1876 per il suo amico poeta John Paulsen (1851–1924), assieme ad altre tre composizioni dello stesso genere e dello stesso autore, con l’aggiunta di una parte per il secondo pianoforte, che conferisce un carattere romantico soprattutto al primo movimento. Farà seguito la Suite per due pianoforti composta da Anton Arenskij tra il 1885 e il 1888 in tre movimenti, tipici pezzi caratteristici del XIX secolo. Il secondo, Valse, rimane una delle opere più note di un compositore che scrive nel segno di Rimskij-Korsakov e Čajkovskij , ma che è noto soprattutto come grande didatta, maestro tra gli altri di Skrjabin a Rachmaninov. La seconda parte del recital si inoltra invece nel Novecento, a partire dal celebre Concertino per due pianoforti op. 94 di Dmitri Šostakovič, breve ma impegnativa composizione nata nel 1953 per un duo col figlio Maxim, allora studente sedicenne: un unico movimento in tre sezioni, scritto in forma di primo tempo di Sonata, con alternanza tra vivacità e lirismo, sarcasmo e bonarietà. Faranno seguito al Concertino i tre Preludi per pianoforte di George Gershwin, tra i suoi capolavori indiscussi, un concentrato di cinque minuti di jazz in chiave classica. Eseguiti per la prima volta al Roosevelt Hotel di New York nel 1926, questi brevi brani vengono proposti nella versione a due pianoforti realizzata da Gregory Stone. E nel medesimo stile terminerà il concerto del Duo Degas, grazie alla brillantissima Jazz Suite di Alexander Tansman, jazzista ucraino grande ammiratore di Gershwin (sua la prima esecuzione in Russia della Rhapsody in Blue), e come Šostakovič protagonista e vittima a fasi alterne della politica culturale sovietica.

Ingresso interi 3 euro, ridotti under 20 e allievi di Conservatorio 1 euro, in vendita alla Biglietteria del Teatro e online. Tel. 0532/202675.


Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano | Der Messias: Mozart rilegge Händel | 13-15 dicembre | Auditorium di Milano

 
Venerdì 13 dicembre 2024 ore 20
Domenica 15 dicembre 2024 ore 16
Auditorium di Milano, Largo Mahler


Georg Friedrich Händel / Wolfgang Amadeus Mozart
Der Messias K 572
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano

Anna Prohaska Soprano
Chiara Tirotta Mezzosoprano
Ilker Arcayürek Tenore
Liviu Holender Baritono

Massimo Fiocchi Malaspina Maestro del Coro
Christoph Koncz Direttore

E’ una pietra miliare del repertorio quella che vede impegnati Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano venerdì 13 (ore 20) e domenica 15 dicembre (ore 16): Der Messias K 572, adattamento di Wolfgang Amadeus Mozart del celebre oratorio inglese composto quasi 50 anni prima da Georg Friedrich Händel, con Anna Prohaska (soprano), Chiara Tirotta (mezzosoprano), Ilker Arcayürek (tenore), Liviu Holender (baritono), sotto la direzione di Christoph Koncz, direttore di estrema versatilità, definito dalla critica “puro genio dalla incredibile presenza, che combina il virtuosismo con un'espressione straordinaria.”
Continua così (con l’interessante variazione della versione mozartiana) la tradizione della Fondazione di eseguire il grande capolavoro della musica sacra in occasione del sopraggiungere del Natale, una tradizione iniziata nel 2007 con la bacchetta di Neville Marriner e consolidatasi negli ultimi venti anni.
Per l’occasione sale sul podio Christoph Koncz (nella foto a sinistra), musicista di lungo corso e fine conoscitore del repertorio operistico e sinfonico, con particolare attenzione alla musica di Mozart e dei suoi contemporanei. Da segnalare la sua registrazione dei Concerti per violino di Mozart con Les Musiciens du Louvre per Sony nel 2020. Accompagnano in questo capolavoro le voci soliste di Ilker Arcayürek (tenore), Liviu Holender (baritono), Chiara Tirotta (mezzosoprano) e Anna Prohaska (soprano). Quest’ultima è oramai accreditata come una delle più importanti e interessanti voci del panorama internazionale e ha vinto recentemente, nel 2024, il prestigioso premio “Opus Klassik Female Singer of the Year”.

Mozart ascoltò per la prima volta il Messiah di Händel a Londra nel 1764 o 1765, e poi a Mannheim nel 1777. Carl Philipp Emanuel Bach fu il primo ad eseguire l'oratorio in tedesco: lo presentò nel 1775 ad Amburgo, su libretto tradotto da Friedrich Gottlieb Klopstock e Christoph Daniel Ebeling. La rielaborazione del Messiah händeliano risale però al 1789, un periodo particolarmente proficuo per la creatività mozartiana. Oltre l’oratorio, il compositore avrebbe rielaborato anche Aci e Galatea, Alexander's Feast e Ode for St Cecilia's Day.
Insieme a Christoph Koncz e a un cast stellare, l’Orchestra Sinfonica e il Coro Sinfonico di Milano (diretto da Massimo Fiocchi Malaspina - nella foto a destra) propongono un grande classico del repertorio sacro, nell’interessante adattamento di Mozart in lingua tedesca. Un altro appuntamento imperdibile della Stagione 2024/2025, un cartellone ricco di debutti, come quello, appunto, di Koncz.
Accanto a pagine immortali come il Concerto per oboe K 314 di venerdì 29 novembre e domenica 1° dicembre, il Concerto per flauto, arpa e orchestra K 299 (in programma venerdì 31 gennaio e domenica 2 febbraio), la Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, fagotto, corno e orchestra K 297b (prevista per venerdì 14 e domenica 16 febbraio), una selezione di Arie per soprano e orchestra in programma per venerdì 21 e domenica 23 febbraio, continua con Der Messias una Stagione sinfonica 2024/2025 che vede particolarmente centrale la produzione del genio salisburghese, perfettamente rappresentata dalla prima esecuzione italiana dell’appena scoperta Ganz kleine Nachtmusik, nel mese di ottobre.

Con il contributo del Ministero della Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza
Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno di Fondazione Cariplo.

Maggio Fiorentino: Il Maggio annuncia il balletto "Roberto Bolle in Caravaggio" in scena il 9, 10, 11 maggio 2025 nell'ambito dell'87esimo Festival del Maggio Musicale

 

Finalmente, per la prima volta in Italia, lo straordinario balletto Caravaggio di Mauro Bigonzetti, atteso come evento speciale il 9, 10, 11 maggio 2025 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – nell’ambito dell’87° edizione dell’omonimo Festival - e subito dopo – dal 15 al 21 maggio - al TAM Teatro Arcimboldi di Milano.
Promotore del progetto nonché interprete protagonista di Caravaggio è l’Étoile scaligera Roberto Bolle (foto Archivio Giovanni Gastel), ambasciatore della cultura italiana nel mondo e portavoce della diffusione del balletto come forma d’arte accessibile e dedicata a tutti. Accanto a lui, alcuni tra i migliori danzatori solisti di caratura internazionale, insieme ad un corpo di ballo creato per l’occasione tramite audizione, che comprenderà circa 30 giovani ballerini liberi professionisti.
Un progetto, quindi, tutto italiano – creato nel 2008 per lo Staatsballett Berlin diretto da Vladimir Malakhov - pensato da Mauro Bigonzetti, acclamato coreografo italiano del panorama contemporaneo, su musica del compositore e direttore d’orchestra Bruno Moretti, che ha dato una nuova orchestrazione sinfonica a brani di Claudio Monteverdi tratti dall’Orfeo – dal Combattimento di Tancredi e Clorinda, dall’ Incoronazione di Poppea e dal Settimo libro dei madrigali.
L’opera è potente e memorabile e si ispira alle opere del pittore italiano Caravaggio, Michelangelo Merisi (1571-1610), di cui Bigonzetti mette in risalto la complessità della figura, celebrandone gli aspetti che compongono l’uomo e l’artista. Da un lato il suo travagliato mondo interiore, mosso da un animo particolarmente inquieto, e dall’altro il racconto attraverso l’espressione della sua arte. Caravaggio, seguendo l’interrelazione di questi due aspetti, diventa pertanto un balletto psicologico e drammatico, che dal punto di vista drammaturgico ha le sue “note” ricorrenti nel solo, nei duetti, terzetti e quartetti, inframmezzati da scene corali che allentano la tensione e imprimono il moto a un’azione sostanzialmente incentrata sull’io caravaggesco. Grazie all’essenziale arredo scenografico e disegno luci, sapientemente creati da Carlo Cerri, l’unione tra i due mondi si ramifica, esaltando il pensiero coreografico e valorizzando il movimento dei corpi.
 
Il balletto Caravaggio, coreografia di Mauro Bigonzetti, è una produzione in collaborazione tra la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e ARTEDANZA SRL, con il supporto del Ministero della Cultura e il contributo di Intesa Sanpaolo.

Andrea Battistoni è il nuovo Direttore musicale del Teatro Regio di Torino

 

A partire da destra: Mathieu Jouvin Sovrintendente Teatro Regio Torino, Andrea Battistoni Direttore Musicale Teatro Regio Torino, Cristiano Sandri Direttore Artistico Teatro Regio Torino.
Foto Daniele Ratti.

Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.
 
Stefano Lo Russo, Presidente della Fondazione Teatro Regio e Sindaco della Città di Torino commenta: «Annunciamo con piacere la nomina di Andrea Battistoni, cui diamo il benvenuto, come Direttore musicale del Teatro Regio. Siamo certi che la sua presenza e la sua guida non potranno che rafforzare la capacità del Regio di rinnovarsi e sperimentare attraverso un’offerta artistica di grande qualità, consolidando il percorso che lo sta riportando a essere punto di riferimento nel panorama culturale nazionale e internazionale. Siamo certi che il nuovo Direttore, che ha già un legame di collaborazione consolidato con il nostro Teatro, proseguirà nel cammino intrapreso verso una proposta culturale trasversale e inclusiva, aperta a tutte e a tutti».
 
Il Sovrintendente Mathieu Jouvin afferma: «La nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale del Teatro Regio rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di rilancio intrapreso oltre due anni fa, con l’obiettivo di riportare il nostro Teatro al livello artistico che gli compete: il più alto. Siamo orgogliosi di accogliere un artista così giovane e già straordinariamente affermato, il cui talento e visione musicale sapranno arricchire la nostra proposta artistica e rafforzare il ruolo del Regio come punto di riferimento nel panorama lirico internazionale. La costante disponibilità di Andrea ad avvicinare la musica classica a un pubblico sempre più ampio, rendendola accessibile e coinvolgente, rispecchia un obiettivo fondamentale per la direzione del Teatro. È proprio questa sintonia di intenti che ha reso naturale e convinta la scelta di Andrea Battistoni come nuovo Direttore musicale e sono certo che, insieme, potremo costruire un percorso entusiasmante per il nostro pubblico e per il Teatro stesso».
 
Il Direttore artistico Cristiano Sandri aggiunge: «La scelta di Andrea Battistoni come Direttore musicale riflette pienamente la nostra volontà di tracciare un nuovo percorso per il Teatro Regio. Il Maestro è un direttore di straordinaria preparazione e sensibilità musicale, profondamente legato al nostro Teatro, che conosce bene. La sua capacità di unire l’esplorazione del grande repertorio italiano a nuove sperimentazioni rappresenta un valore aggiunto per il nostro progetto artistico. Naturalmente la nomina di un Direttore musicale costituisce una tappa cruciale per un teatro in quanto significa offrire all’orchestra e al coro una guida artistica di riferimento. Lo accogliamo con grande entusiasmo».
 
Andrea Battistoni: «Sono profondamente onorato ed emozionato di essere stato chiamato a ricoprire il ruolo di Direttore Musicale del Teatro Regio di Torino. È per me un privilegio e una grande responsabilità poter contribuire alla storia di una delle Istituzioni musicali più prestigiose a livello internazionale. Ringrazio vivamente il Sovrintendente Jouvin ed il Direttore Artistico Sandri per la fiducia accordatami. Mi impegnerò al massimo per onorare questa nomina, con spirito di servizio e dedizione nei confronti delle maestranze artistiche che sono un patrimonio inestimabile di talento e professionalità e che tutto il mondo ci invidia. Insieme, cercheremo di costruire un percorso che metta sempre più in luce le loro preziose e straordinarie qualità in modo da offrire al pubblico torinese ed internazionale un'esperienza artistica sempre più ricca e coinvolgente».
 
Andrea Battistoni ha costruito un rapporto profondo con i complessi artistici del Teatro Regio, segnato da appuntamenti significativi sia in Italia sia all’estero. Dopo il debutto nel 2011 con il Concerto per la Festa della Repubblica in piazza San Carlo, ha diretto L’elisir d’amore di Donizetti, in teatro e al Festival di Wiesbaden nel 2014, portando il nome del Regio in una prestigiosa manifestazione internazionale. Tra i suoi ritorni a Torino, spiccano La bohème nell’ambito del progetto The Best of Italian Opera per EXPO 2015, fino al dittico con La giara di Casella e Cavalleria rusticana di Mascagni con la regia di Gabriele Lavia nel 2019. Più recentemente, nel gennaio 2023, ha diretto la Messa da Requiem di Verdi e, a ottobre, La bohème, opera con cui il Regio ha inaugurato le celebrazioni pucciniane. Queste tappe hanno costruito e consolidato il suo rapporto con il Teatro e i suoi organici artistici, ponendo basi solide e condivise per la scelta del suo nuovo incarico.
 
Il maestro Battistoni dirigerà almeno due produzioni liriche per ogni Stagione, oltre a diversi concerti. In linea con la Direzione del Teatro, il maestro interpreterà sia opere del grande repertorio italiano, di cui è profondo conoscitore, sia titoli meno frequentati e da riscoprire, con l’intento di rinnovare e ampliare le prospettive artistiche del Regio. Il primo impegno sul podio del Regio sarà con Andrea Chénier di Umberto Giordano, in scena dal 18 al 29 giugno. L’opera vede il ritorno di artisti di grande statura vocale e interpretativa come Gregory Kunde, Maria Agresta e Franco Vassallo, ed è proposta in un nuovo spettacolare allestimento firmato da Giancarlo del Monaco. Ancor prima, il Direttore musicale sarà già coinvolto nelle procedure di concorso per i professori d’orchestra. Uno dei punti cardine del suo mandato sarà inoltre la divulgazione culturale, con un’attenzione particolare verso i giovani. Andrea Battistoni, già autore del libro Non è musica per vecchi, si impegnerà a rendere la musica classica e la lirica sempre più accessibili e amate da un pubblico ampio e intergenerazionale: «per innamorarsi della sinfonica, appassionarsi a quei meravigliosi romanzi cantati che sono le opere liriche, entrare nella vita dell’orchestra e svelare i segreti che hanno ispirato i grandi compositori».
 
Andrea Battistoni, nato a Verona nel 1987, si è imposto come uno dei direttori più preparati e versatili della sua generazione. A soli 27 anni è stato il più giovane direttore a debuttare sul podio del Teatro alla Scala, un record che ha segnato la sua precoce affermazione nel panorama musicale internazionale. Dirige regolarmente alla Deutsche Oper di Berlino e al Teatro dell’Opera di Sydney; a luglio di quest’anno ha debuttato con successo al Covent Garden di Londra con Tosca ed è atteso con grande interesse per il debutto all’Opéra di Parigi, dove dirigerà Rigoletto a maggio 2025. Tra gli incarichi della sua carriera, ricordiamo il ruolo di Primo Direttore Ospite del Teatro Regio di Parma, ricoperto dal 2010 al 2013, e quello di Direttore Principale del Teatro Carlo Felice di Genova, che ha svolto dal 2013 al 2019. Un altro traguardo di rilievo è stato l'importante sodalizio artistico con la Tokyo Philharmonic Orchestra, che pochi mesi dopo l’inizio della collaborazione lo ha nominato Chief Conductor per numerose stagioni, ruolo che occupa un posto di primo piano nella sua carriera attuale. Oltre a un’intensa attività nei principali teatri e con le orchestre sinfoniche più prestigiose del mondo, Battistoni si distingue anche come compositore. Questa sera, 29 novembre, l’Opéra Royal de Wallonie-Liège presenterà in prima mondiale Pucciniana, cantata per soprano, tenore, coro e orchestra, commissionata al maestro Battistoni. L’opera, concepita come un dialogo musicale articolato in cinque tableaux, rende omaggio al genio di Giacomo Puccini.
 
La nomina di Andrea Battistoni viene annunciata in una data di forte valore simbolico: il 29 novembre 2024, 100° anniversario della scomparsa di Giacomo Puccini. Questa ricorrenza chiude idealmente un anno di celebrazioni dedicate al grande compositore, iniziate con lo stesso maestro Battistoni alla conduzione della Bohème e concluse oggi con la sua nomina, dunque con l’inizio di una nuova fase per il Teatro Regio.
Con rigore e passione, Battistoni affronta ogni progetto con uno studio accurato e una preparazione meticolosa, dimostrando una straordinaria dedizione alla musica. Questo approccio rappresenta un valore prezioso, che contribuirà a costruire un percorso di crescita condiviso. Con la sua energia, visione artistica e impegno verso il futuro, Andrea Battistoni si prepara a guidare l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio verso nuove sfide, rafforzandone il ruolo di eccellenza musicale e culturale a livello internazionale.
 
Il Teatro Regio di Torino, insieme ai suoi artisti, lavoratori e pubblico, rivolge ad Andrea Battistoni i migliori auguri per un percorso ricco di successi e soddisfazioni nel suo nuovo incarico di Direttore musicale. Con entusiasmo e fiducia, tutto il Regio lo accoglie in questa nuova e stimolante avventura artistica.


'OMAGGIO A MARTHA GRAHAM' AL TEATRO NAZIONALE CON LE STELLE DELLA SCUOLA DI DANZA

 
“Danzatrice del secolo” per la rivista ‘TIME’, “Icona del secolo” per ‘People’, “Tesoro nazionale” per il Presidente Gerald R. Ford, Martha Graham (1894-1991) è una pioniera della danza moderna, tra le più importanti coreografe americane del XX secolo. A lei è dedicato Omaggio a Martha Graham, in scena in anteprima per le scuole martedì 3 dicembre alle 11.00 e poi per tutti dal 4 dicembre (ore 20.00) al Teatro Nazionale. Protagoniste le giovani stelle della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato. Il programma della serata, inedita per la Fondazione capitolina, si compone di due parti: nella prima la “Tecnica Graham” viene presentata con una lezione dimostrativa tenuta da Jacqueline Bulnes (nella foto a destra).
Nella seconda viene proposto un trittico di coreografie di Graham, che firma anche i costumi, riprese dalla Bulnes stessa con Lorenzo Pagano: Steps in the street, Prelude to Action (entrambe da Chronicle, 1936) e Panorama (1935). I balletti, creati quando l’ombra della guerra incombeva sull’Europa, sono particolarmente d’impatto, rappresentativi dello stile della coreografa e portatori di un suo chiaro pensiero e messaggio politico.
Dopo la recita riservata alle scuole martedì 3 dicembre (ore 11) e il debutto di mercoledì 4 (ore 20), Omaggio a Martha Graham torna in scena giovedì 5 (ore 20.00), venerdì 6 (ore 17.00 e ore 20.00) e sabato 7 dicembre (ore 18.00).
 

Steps in the street e Prelude to Action fanno parte di un’opera più ampia, Chronicle, presentata per la prima volta al Guild Theatre di New York il 20 dicembre 1936. È la risposta di Martha Graham alla tragedia della guerra che minacciava l’Europa, una delle sue coreografie più popolari e d’impatto, oltre che esplicitamente politica. In Steps in the Streets ritrae l’oppressione nei confronti degli ebrei, il dolore delle persone e la devastazione dello spirito, non tanto attraverso una rappresentazione realistica degli eventi, quanto con l’evocazione di immagini. L’intento è di universalizzare la tragedia della guerra. 


Prelude to Action è un’esortazione all’unità, all’azione e alla fiducia nella nostra capacità di lavorare insieme per un futuro migliore. La musica dei due pezzi è di Wallingford Riegger; quella di Steps in the Street vede la nuova orchestrazione di Justin Dello Joio. Le luci originali, di Jean Rosenthal per Steps in the Street e di Steven L. Shelley per Prelude to Action, sono riprese da Giulia Bandera.
 

Panorama è andato in scena per la prima volta nel 1935, nel ritiro estivo di Bennington, nel Vermont. Allora fu considerato sperimentale. Su una partitura “d’avanguardia” di Norman Lloyd, Graham ha voluto creare un balletto che evocasse il potere del popolo di operare un cambiamento. È la sua chiamata all’azione politica, il suo tentativo di risvegliare la coscienza sociale. Le luci originali di David Finley sono riprese da Giulia Bandera.
 
Martha Graham (Pittsburgh 1894 - New York 1991) ha fondato la prima compagnia e la scuola nel 1926, in un minuscolo studio della Carnegie Hall nel centro di Manhattan. La sua tecnica di formazione è stata terreno fertile per artisti come Erick Hawkins, Merce Cunningham, Paul Taylor e Twyla Tharp. Ha fornito a ballerini e attori un innovativo vocabolario studiato per aumentare l’attività emotiva del corpo, rendendolo strumento espressivo. Il suo approccio ha rivoluzionato la danza, influenzando e modificando questa forma d’arte in tutto il mondo. La visione e il genio creativo unicamente americani di Martha Graham le sono valsi numerosi riconoscimenti e premi. Accanto a quelli artistici figurano anche la Medaglia presidenziale della libertà conferitagli dal Presidente Gerald R. Ford e la Medaglia Nazionale delle Arti degli Stati Uniti da Ronald Reagan.

VOLTI DEL POTERE
STAGIONE 2024/2025 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
 
Omaggio a Martha Graham
 
PRIMA PARTE
Lezione Dimostrativa Tecnica Graham con Jacqueline Bulnes
 
SECONDA PARTE
Coreografie e costumi Martha Graham
Coreografie riprese da Lorenzo Pagano, Jacqueline Bulnes
Luci riprese da Giulia Bandera
 
 
Steps in the Street
da Chronicle
Musica Wallingford Riegger
Nuova orchestrazione Justin Dello Joio
Luci originali Jean Rosenthal
 
Prelude to Action
da Chronicle
Musica Wallingford Riegger
Luci originali Steven L. Shelley
 
Panorama
Musica Norman Lloyd
Luci originali David Finley
 
ALLIEVI DELLA SCUOLA DI DANZA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA 
5°, 6°, 7°, 8° CORSO e CORSO PREPARATORIO PROFESSIONALE
 
ALLESTIMENTO TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
 
Musiche su base registrata
 
TEATRO NAZIONALE
martedì 3 dicembre, ore 11.00 (recita riservata alle scuole)
mercoledì 4 dicembre, ore 20.00
giovedì 5 dicembre, ore 20.00
venerdì 6 dicembre, ore 17.00
venerdì 6 dicembre, ore 20.00
sabato 7 dicembre, ore 18.00
 


All’Aquila per la Cinquantesima Stagione ISA il duo Di Bacco-Mazzoccante con 'From Paris to New York'

 

È partito ieri da Salerno il tour che vede i professori dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese impegnati in otto concerti in sei regioni, da Matera a Senigallia, da Ferrazzano a Reggio Emilia, e che passerà per l’Abruzzo, a Lanciano, Domenica 1° dicembre e poi ancora nel fine settimana dell’Immacolata all’Aquila e Tortoreto.
Va comunque avanti la cinquantesima stagione dei concerti dell’ISA all’Aquila che domani, sabato 30 novembre, ospita alle 18.00 sul palco del Ridotto del Teatro Comunale due protagonisti del panorama musicale abruzzese e nazionale: Gaetano Di Bacco al sassofono e Giuliano Mazzoccante al pianoforte con un concerto, From Paris to New York, che ripercorre l’affascinante evoluzione del sassofono brevettato da Monsieur Adolphe Sax, fabbricante di strumenti musicali di origine belga, a Parigi nel 1846. Spiega Di Bacco: “Non tutti sanno che il sassofono è nato in pieno clima della Grand-Opera. Tanti i compositori che hanno dedicato in quel momento opere a questo strumento: Belioz, Massenet, Meyebeer, Bizet, Thomas e Rossini. Con l’avvento, nel secolo successivo, della musica da ballo e del Jazz questo strumento, dalle mille sfumature, è stato travolto da questa nuova corrente musicale diventando uno degli strumenti più rappresentativi”.
“Il programma del concerto – continua Di Bacco - rappresenta le due anime del sassofono: quella parigina dove ha avuto origini, con tre compositori che rappresentano tre aspetti della musica francese del 900 (Decruck, Milhaud e Boutry), e quella americana dove il sassofono ha avuto la sua massima diffusione con due compositori: Paul Creston, all’anagrafe Giuseppe Guttoveggio nato in America figli di emigrati siciliani, prettamente impregnato della musica americana in uno stile neoclassico e George Gershwin con una fantasia della famosissima Rapsodia in Blu, di cui ricorrono 100 anni dalla sua prima esecuzione”.

Gaetano Di Bacco è uno dei più attivi sassofonisti italiani, inserito nel panorama concertistico internazionale dal 1984. Ha realizzato con il Quartetto di Sassofoni Accademia e come solista una rilevante attività concertistica con oltre 1600 concerti all’attivo in Italia e all’estero. Ha collaborato come solista con diverse orchestre sinfoniche e si è esibito con artisti come C. Delangle, B. Canino, M. Damerini, L. Castellani e con importanti compositori italiani (E. Morricone, A. Gentile, F. Mannino). Docente di sassofono nel Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara, ha tenuto master in Italia, Europa e Sud America. Ha partecipato a quattro edizioni del World Saxophone Congress. Dedicatario di oltre 70 composizioni di cui ha tenuto la prima esecuzione.  Ha inciso 12 dischi per Nuova Era, Dynamic, ha pubblicato arrangiamenti e studi per sassofono.

Giuliano Mazzoccante, teatino, è riconosciuto a livello internazionale come uno dei migliori pianisti italiani della sua generazione. Ha tenuto masterclasses di alto perfezionamento Europa e in America,   ed è vincitore di oltre cinquanta Concorsi nazionali ed internazionali. Si è esibito in tutta Europa, Asia e Stati Uniti, ha suonato come solista con importanti orchestre e collabora stabilmente con musicisti di chiara fama quali K. Leister (storico Primo clarinetto dei Berlin Philarmonic), F. Manara e F. Meloni (Primo violino e Primo clarinetto del Teatro alla Scala di Milano), D. Schwarzberg, M. Bouchkov, P. Berman. Ha inciso per Dynamic, Wide Classique, DAD Records, Camerata Tokyo, Radio Vaticana, Phoenix Classics, Da Vinci Records. È fondatore e Direttore Artistico della Music and Art International Academy di Chieti e dal 2022 è Direttore Artistico della Deputazione Teatrale Teatro Marrucino – Teatro lirico d’Abruzzo. Attualmente è docente di pianoforte principale presso il Conservatorio Statale di Musica “L. D’Annunzio” di Pescara. 

Musica tradizionale dalla Calabria il 4 dicembre per Roma Sinfonietta presso Università di Roma "Tor Vergata"

 

La musica tradizionale della Calabria mercoledì 4 dicembre 2024 alle 18.00 nell’ambito della stagione concertistica di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). È una nuova tappa della serie “Musiche dalle Regioni d’Italia”, a cura del Prof. Giorgio Adamo, docente di Etnomusicologia presso il secondo Ateneo romano.
Questa volta si ascolteranno tarantelle, canti e sonate alla zampogna, organetti, tamburelli, chitarra battente e lira calabrese, nonché canti religiosi della tradizione arbëreshë della minoranza linguistica albanese, da secoli stanziata nell’Italia meridionale e insulare, che conserva gelosamente i costumi e le tradizioni del suo paese d’origine.
Il concerto presenterà dunque un ampio panorama degli stili vocali e strumentali propri delle varie aree della Calabria, dal Pollino a Nord all’area dell’Aspromonte a Sud, e in particolare dei diversi modi di interpretare la musica-danza della tarantella, che trova in Calabria la sua più raffinata e virtuosistica espressione, in una grande varietà di formazioni strumentali. Ad eseguirle saranno musicisti rimasti fedeli a queste antiche e preziose tradizioni, così come saranno autentici gli strumenti da loro usati. Il Phaleg Trio unisce la voce a chitarra battente, lira, pipita, surdulina, zampogna, organetto, zucu, fischiotti e tamburello. L’Associazione Zampognari di Cardeto (RC) suona vari tipi di zampogna. All’Uso Antico suona una vasta gamma di strumenti quali zampogne, organetti, chitarre battenti, surdulina, tamburelli e bottiglia percossa. E un gruppo di cantori farà ascoltare canti liturgici e paraliturgici della tradizione arbëreshë.



La violinista Anna Tifu incontra il direttore Valentina Peleggi: due grandi musiciste con l’Orchestra Haydn tra Khachaturian e Čajkovskij

 


Per il quinto appuntamento della Stagione sinfonica 2024/25, la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento si colorerà di rosa grazie alla presenza di due tra le più acclamate e apprezzate musiciste italiane sul piano internazionale. Martedì 3 dicembre 2024 alle ore 20.00 presso l’Auditorium di Bolzano, l’Orchestra Haydn accoglierà il gradito ritorno della violinista Anna Tifu, considerata una delle migliori interpreti della sua generazione, consacrata dopo la vittoria del prestigioso Concorso Internazionale George Enescu di Bucharest nel 2007. Molto atteso è anche il debutto sul podio dell’Orchestra Haydn di Valentina Peleggi, attuale Direttore musicale della Richmond Symphony (Virginia, USA), nonché prima donna italiana ad accedere al programma di direzione d'orchestra della Royal Academy of Music di Londra.
Il programma accoglierà il Concerto per violino e orchestra di Aram Khachaturian, lavoro caratterizzato da inebriante vitalità alternata a languide inflessioni che ricordano la musica popolare armena. Il lavoro è stato scritto appositamente per David Oistrakh, autentica leggenda dell'arte del violino del ventesimo secolo. Con uno dei suoi cavalli di battaglia, Anna Tifu tornerà così a suonare con l’Orchestra Haydn a seguito di una serie di appuntamenti che hanno visto impegnata la grande violinista italiana in alcune città europee, tra cui Stoccarda e Ludwigsburg.
Il Concerto di Khachaturian sarà accostato alla Sinfonia n. 6 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Scritta nell'ultimo anno di vita dell'autore e universalmente nota con il titolo di Patetica, il capolavoro può essere considerato una biografia artistica con finale di disperazione. Sulla Patetica Čajkovskij si espresse così scrivendo al fratello nell'agosto del 1893: «La ritengo la migliore, e precisamente la più compiuta delle mie opere. L'amo, come fino ad ora non ho mai amato nessun'altra delle mie creature». La prima esecuzione fu diretta dallo stesso autore a Pietroburgo il 28 ottobre di quell'anno. A fine novembre Čajkovskij moriva ufficialmente di colera.
Il concerto verrà replicato il giorno successivo a Trento, mercoledì 4 dicembre alle ore 20.30 all’Auditorium Santa Chiara della città.


Dopo aver iniziato lo studio del violino all’età di sei anni sotto la guida del padre, e ad aver debuttato come solista con l’Orchestra National des Pays de la Loire, Anna Tiu all’età di 12 anni debutta al Teatro alla Scala di Milano con il Concerto n. 1 di Max Bruch, vince il 1° premio al Concorso Internazionale Viotti Valsesia e nello stesso anno il 1° premio al Concorso Internazionale M. Abbado di Stresa all’età di 14 anni, oltre al prestigioso concorso internazionale George Enescu di Bucharest nel 2007, diplomandosi appena quindicenne al Conservatorio di Cagliari con il massimo dei voti e la Menzione d’Onore. Da allora ha studiato con Salvatore Accardo all’Accademia Walter Stauffer di Cremona, all’Accademia Chigiana di Siena, dove ottiene il Diploma d’Onore, al Curtis Institute di Philadelphia con Aaron Rosand, Shmuel Ashkenazy e Pamela Frank, perfezionandosi a Parigi dove ottiene il diploma superiore di Concertista.
Anna Tifu si è esibita con alcune tra le più prestigiose Orchestre Nazionali e Internazionali, dall’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia all’Orchestra Nazionale della RAI di Torino, dalla Stuttgarter Philarmoniker all’Israel Philharmonic soloists, al fianco d’importanti direttori quali Yuri Temirkanov, Gustavo Dudamel, Diego Matheuz, David Afkham, Juraj Valcuha e Christoph Poppen.
Si esibisce frequentemente al George Enescu Festival di Bucharest, con l’Orchestra RAI di Torino, anche in tournée in Russia, abbracciando il famoso violino Guarneri del Gesù detto “IL CANNONE” appartenuto a Niccolò Paganini. Ha collaborato inoltre con musicisti del calibro di Maxim Vengerov, Yuri Bashmet, Ezio Bosso, Enrico Dindo, Julien Quentin, Giuseppe Andaloro, Pekka Kuusisto, Mario Brunello, Michael Nyman, Boris Andrianov, l’Etoile Carla Fracci, l’attore John Malkovich e Andrea Bocelli, il quale nel 2011 ha invitato Anna come solista ospite in numerosi concerti in Italia, Egitto e Stati Uniti. Anna Tifu suona il violino Giovanni Battista Guadagnini 1783 “Kleynenberg” della fondazione Canale di Milano.


Valentina Peleggi è Direttore musicale della Richmond Symphony (Virginia, USA) dalla Stagione 20/21 e ha recentemente rinnovato il contratto fino all'estate 2028. Oltre a concentrarsi sullo sviluppo del suono dell'orchestra, ha lanciato nuovi formati di concerto, ha aderito a collaborazioni nazionali di co-commissione, ha avviato un programma triennale di residenza per compositori, ha lanciato masterclass di direzione d'orchestra in collaborazione con le università locali e ha sostenuto compositori trascurati provenienti da contesti diversi. 
Peleggi è stata ospite in Nord America delle orchestre sinfoniche più importanti, e debutterà nella Stagione in corso le sinfoniche di Indianapolis, Pacific e Vancouver. Oltre al debutto con L’Orchestra Haydn, gli impegni europei della prossima stagione includono debutti con la London Philharmonic e la Bournemouth Symphony, e visite di ritorno alle orchestre Residentie Orkest, Liege Philharmonic e Opera North. In precedenza ha diretto la Royal Philharmonic, la BBC National Orchestra of Wales, l'Ulster Orchestra, la Filarmonica di Bruxelles, la Sinfonica di Anversa, i Sinfonici di Norimberga, l'Orchestra Gulbenkian e la Sinfonica di Norrkoping, solo per citarne alcune.
Nel 2021 è uscito il suo primo CD con opere a cappella di Villa Lobos in una nuova edizione critica per Naxos, curata da Peleggi ed eseguita dal Coro Sinfonico di San Paolo, dove è tornata nel 2023 per dirigere un concerto a cappella. Prima donna italiana ad accedere al programma di direzione d'orchestra della Royal Academy of Music di Londra, si è diplomata con Distinction e ha ricevuto il DipRAM per l'eccezionale concerto finale, oltre a numerosi altri premi, ed è stata recentemente insignita del titolo di Associate. Ha vinto il Premio di direzione d'orchestra 2014 al Festival International de Inverno Campos do Jordão, ha ottenuto una borsa di studio della Fondazione Bruno Walter al Cabrillo Festival of Contemporary Music in California e ha ricevuto la Taki Concordia Conducting Fellowship 2015-2017 con Marin Alsop.
Peleggi ha inoltre collaborato alla produzione in diretta mondiale e in DVD della Cenerentola di Rossini con l'Orchestra Nazionale della RAI. Dal 2005 al 2015 è stata Direttore Principale e Direttore Musicale del Coro Universitario di Firenze, di cui è tuttora Direttore Onorario e per il quale ha ricevuto un premio speciale dal Governo nel 2011. Peleggi è appassionata di arte e ha conseguito un Master in Letteratura Comparata.


“INVITO ALL’OPERA”: CONCERTI DELL’ACCADEMIA D’ARTE LIRICA IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FERMO

 

L’Accademia d’Arte Lirica di Osimo propone due concerti nel Fermano, con le voci dei suoi giovani solisti: “Invito all’Opera, da Rossini a Puccini.”
Il primo evento si terrà a Monterubbiano, sabato 30 novembre alle ore 21.15, nella cornice del Teatro Vincenzo Pagani, un piccolo gioiello, con una sala a ferro di cavallo e tre ordini di palchi. Venerdì 13 dicembre alle ore 21.15, il concerto si terrà nell’Oratorio San Giovanni di Montegranaro, un edificio settecentesco in stile neoclassico, che oggi ospita attività culturali.
I soprani Antonella Granata e Laura Khamzatova, il tenore Wooseok Choi, il baritono Agshin Khudaverdiyev, il basso Aleksandr Utkin eseguiranno arie, duetti e terzetti dei più celebri autori dell’Ottocento: pagine dal Barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell di Rossini, Elisir d’Amore di Donizetti,
Pagliacci di Leoncavallo e dalle più celebri opere di Giacomo Puccini, del quale si celebra il centenario della morte.
Due i pianisti, entrambi di grande prestigio: Alessandro Benigni a Monterubbiano ed Ettore Papadia a Montegranaro.
Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, che ha consentito all’Accademia di ampliare l’azione di diffusione della lirica nel territorio regionale, una delle “mission” della storica istituzione osimana, promuovendo la valorizzazione dei teatri storici e dei siti culturali della provincia di Fermo.

giovedì 28 novembre 2024

IL 4 DICEMBRE AL PARCO DELLA MUSICA IL NATALE DEI KING’S SINGERS, DA GRIEG ALLA DISNEY



 Mercoledì 4 dicembre ore 20.30
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Sinopoli
 
The King’s Singers
 
Carols from King’s
Gauntlett, Once in Royal David’s city
Chilcott, The Shepherd’s Carol
Robert de Pearsall, In dulci jubilo
 
Northern Lights
Gjeilo, Northern Lights
Ingemann, Ole Faurschou Deilig er jorden
Grieg, Ave maris stella
 
The New World
Ramirez, La peregrinación
Tradizionale, Riu, riu, chiu
de Victoria, O magnum mysterium
Gutiérrez de Padilla, A siolo flasiquiyo
 
Finding Harmony at Christmas
Guaraldi, Christmas Time is here
Gruber, Stille Nacht
Blane and Martin, Have yourself a merry little Christmas
Tradizionale, God rest ye merry, gentlemen
Saint-Saëns, Sérénade d’hiver
 
Celebrating 100 Years of Disney
Harline, When you wish upon a star
Selezione di brani per celebrare la magia dei 100 anni della Disney
 
The Christmas Stocking
I classici delle feste e nuove sorprese dalla celebre collezione Closeharmony

La stagione natalizia arriva all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugurata dal concerto dei King’s Singers, storico coro inglese che mercoledì 4 dicembre (Auditorium Parco della Musica) proporrà un programma che spazia dalla musica antica, fino a una selezione di classici Disney, riarrangiati in veste corale. A partire dalle ore 20.30 in Sala Sinopoli, l’ensemble si esibirà in una selezione di brani tra loro molto diversi, ma tutti legati da un filo rosso a cui sono riconducibili, il Natale.
Definiti dal Gramophone come «incantevoli all’ascolto, dalla prima all’ultima nota», i King’s Singers continuano a essere il gruppo vocale più acclamato al mondo, in grado di distinguersi per il carisma e i virtuosismi vocali. L’ensemble vanta ormai oltre mezzo secolo di carriera, che li ha condotti nelle più importanti e famose sale da concerto di tutto il mondo, dando sfoggio di un vasto repertorio che va dalla musica antica a quella contemporanea, pur mantenendo sempre quella brillantezza esecutiva che li contraddistingue.
Per il loro ritorno all’Accademia di Santa Cecilia, proporranno un programma in sei tappe, contraddistinte da elementi diversi. Si inizia con i Christmas’ Carols della tradizione inglese, una selezione di cori provenienti dal repertorio tradizionale, per poi passare alle musiche di tre compositori nordeuropei (Gjeilo, Ingemann e Grieg), i cui brani sono densi di immagini legate alla stagione invernale e al Natale. La seconda metà del concerto si apre con musiche del ‘nuovo mondo’ (The New World), che introdurranno il pubblico al variegato repertorio corale sudamericano, a cui seguirà una selezione di cori natalizi che si chiuderanno sulle note di una serenata di Saint-Saëns. 
Concluderà la serata una selezione di classici della Disney e delle festività, sulle cui note il pubblico dell’Accademia saluterà i King’s Singers, in attesa del prossimo concerto dedicato alla stagione natalizia, in cui direttore Gustavo Dudamel eseguirà Lo Schiaccianoci di Čajkovskij in forma di concerto.
 

I King’s Singers nascono nel 1968, quando alcuni studenti, membri del famoso Coro del King’s College di Cambridge, decisero di riunirsi in un ensemble ispirata a formazioni vocali quali i Platters o i Comedian Harmonist che, tra gli anni ’30 e ’60, avevano rivoluzionato il genere ‘a cappella’. La formazione iniziale comprendeva sei voci maschili, suddivise in due controtenori, un tenore, due baritoni e un basso – una struttura interna che si rivelò efficace, tanto da rimanere immutata fino ad oggi. Nei primi anni di attività, il coro è riuscito ad accrescere la propria fama anche grazie a partecipazioni in programmi come il Nana Moskouri Show, il Ronnie Corbett, il Royal Variety Show, ma anche il Tonight Show. Fra queste apparizioni televisive, degno di nota è uno special natalizio (che in seguito vinse anche un Premio Emmy) in cui i King’s Singers condividevano il palco con noti nomi del canto pop e classico, come Julie Andrews e Placido Domingo.
Negli ultimi anni, l’attività del gruppo si è distinta per l’incisione di alcuni album che, in linea con il loro vasto e variegato repertorio, vantano musiche tra loro molto diverse: dai madrigalismi di compositori inglesi (Thomas Weelkes e William Byrd), a musiche dal repertorio romantico, passando per un album dedicato al centenario della Disney. Il loro contributo all’industria discografica si è rivelato negli anni determinante, tanto da essere selezionati come uno dei due soli gruppi vocali presenti sulla Grammophone Hall of Fame, a riprova della loro unicità.
Ma l’impegno dei King’s Singers verso la musica non si esaurisce in concerti e incisioni: l’ensemble ha, infatti, commissionato nel tempo oltre 200 nuove opere a numerosi compositori di indubbia fama, quali György Ligeti, Krzysztof Penderecki, Luciano Berio, Richard Rodney Bennett, Gunther Schuller, Giancarlo Menotti o Steve Martland.
 
 


AL PARCO DELLA MUSICA IL 3 DICEMBRE FEINSTEIN E THIBAUDET IN OMAGGIO A GERSHWIN


Martedì 3 dicembre ore 20.30
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Santa Cecilia
 
Pianoforte e voce Micheal Feinstein
pianoforte Jean-Yves Thibaudet
 
Two Pianos: Who Could Ask for Anything More?
Celebrazione della musica di Gershwin e del suo mondo

Due pianoforti e quattro mani per omaggiare George Gershwin e la musica statunitense: martedì 3 dicembre alle ore 20.30, Micheal Feinstein e Jean-Yves Thibaudet si esibiranno sul palcoscenico della Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica) con un programma tanto innovativo quanto eccentrico, che alterna brani eseguiti a quattro mani, momenti solistici e duetti fra voce e pianoforte.
Feinstein, pianista e cantante, artista multiplatino vincitore del Tony Honor 2022, e Thibaudet, pianista di fama internazionale e vincitore di molteplici premi, hanno realizzato uno spettacolo in cui il mondo della musica classica si incontra e si intreccia con quello della tradizione popolare. Il risultato è Two Pianos: Who Could Ask for Anything More?, un programma che permetterà di ripensare e omaggiare il repertorio musicale statunitense, con particolare attenzione alla figura di George Gershwin e alcuni dei suoi brani più amati, come Rhapsody in Blue, affiancati da sue musiche meno note al grande pubblico, appositamente selezionate poiché composte originariamente proprio per due pianoforti. Accanto a Gershwin figureranno compositori quali Cole Porter, Leonard Bernstein, Richard Rodgers e Alec Wilder, intermezzati da standard jazz del ventesimo e ventunesimo secolo, provenienti dal noto Great American Songbook. 
L’incontro tra Feinstein e Thibaudet, avvenuto durante il Festival Napa Valley del 2021, ha permesso loro di scoprire passioni e obiettivi comuni da cui partire per realizzare l’ambizioso e particolare progetto. La particolarità della serata – che fu definita dal Financial Times “uno spettacolo da cinque stelle”, dopo un’esecuzione alla Carnegie Hall di New York nel 2023 – sarà proprio l’elemento sorpresa del programma, che sarà rivelato nella sua interezza dai due pianisti solo il giorno stesso.