lunedì 8 dicembre 2025

“Portare il Messiah sulla terra”: Fabio Biondi guida l’Orchestra Sinfonica di Milano

SINFONICA DI MILANO
Stagione sinfonica
Venerdì 12 dicembre 2025 ore 20
Domenica 14 dicembre 2025 ore 16
 
Auditorium di Milano, Largo Mahler
 

Georg Friedrich Händel
Messiah HWV 56
Oratorio in tre parti per soli, coro e orchestra
 
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano
Giulia Semenzato Soprano
Lorrie Garcia Contralto
Jorge Navarro Colorado Tenore
Fabrizio Beggi Basso
Massimo Fiocchi Malaspina Maestro del Coro
Fabio Biondi Direttore
 
Con il contributo del Ministero della Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno di Fondazione Cariplo 

L’Orchestra Sinfonica di Milano rinnova uno degli appuntamenti più attesi e tradizionali della stagione per celebrare il periodo dell’Avvento: il Messiah di Georg Friedrich Händel torna all’Auditorium con la direzione di Fabio Biondi, tra i più autorevoli interpreti del repertorio barocco a livello internazionale. Con lui un cast vocale di grande prestigio – Giulia Semenzato soprano, Lorrie Garcia contralto, Jorge Navarro Colorado tenore, Fabrizio Beggi basso – che porta sul palco una delle pagine più amate e rappresentative della storia della musica occidentale, un oratorio che da anni rappresenta un appuntamento immancabile per il pubblico di Largo Mahler, capace di emozionare e coinvolgere a ogni esecuzione con la sua forza viva e spirituale. Per Biondi, il Messiah va letto però nella sua dimensione più umana e concreta, lontano dall’idea di sacralità monumentale: «Il Messiah non è un monumento immobile né un atto mistico. È un oratorio estremamente terreno, nato per un concerto benefico a Dublino che doveva sostenere le famiglie colpite dalla guerra. È un’opera viva, piena di energia, costruita anche con materiali precedenti: un “patchwork” geniale che racconta un momento vero della vita di Händel». Questa prospettiva guida l’intera lettura: «L’Alleluia non è rivolto al cielo, ma all’evento che accade nella storia. Portare il Messiah sulla terra significa restituirgli la sua forza originale, il suo essere un atto umano prima che trascendente». Una visione che trasforma ogni esecuzione in un’esperienza viva, in cui l’oratorio diventa un incontro diretto e partecipativo tra musica, interpreti e pubblico. Il Messiah ha un legame profondo con l’Italia. Dopo la sua prima esecuzione a Dublino nel 1741, all’estero fu proprio lo stivale italico ad accogliere quest’opera (celebre è la prima esecuzione a Firenze nel 1768). Nei secoli successivi, l’oratorio è stato eseguito con continuità, tra adattamenti, versioni integrali e proposte concertistiche. L’opera ha inoltre esercitato un fascino duraturo su generazioni di compositori, ispirando figure come Mozart (la cui versione del Messiah in tedesco è stata eseguita proprio lo scorso anno in Auditorium), Haydn e Beethoven, che ne riconobbero la straordinaria inventiva melodica e la potenza drammatica. Il concerto diretto da Fabio Biondi si inserisce dunque in una tradizione lunga oltre duecento anni, che rinnova ogni volta il legame tra Milano e uno dei capolavori più luminosi della musica barocca, un legame ulteriormente consolidato dalle esecuzioni regolari del Messiah da parte delle formazioni della Sinfonica di Milano sin dal 2007.

Venerdì 12 dicembre alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva nel Foyer della Balconata, Cesare Fertonani dialoga con Fabio Biondi su I significati del Messiah di Händel dalla genesi della composizione alla storia dell’interpretazione. In un dialogo tra il direttore d'orchestra e il musicologo si affronteranno i diversi significati del Messiah di Händel, uno dei capisaldi del repertorio della musica corale, dalla genesi della composizione dell’oratorio nel 1741, attraverso le due prime esecuzioni (a Dublino nel 1742 e poi a Londra nel 1743 con il titolo A New Sacred Oratorio) sino alla sua ininterrotta fortuna sino ad oggi, toccando temi come il rapporto tra la prassi esecutiva storicamente informata –  ispirata ai principi dell’Early Music – e quella moderna attualizzante e i cambiamenti di gusto occorsi nella storia dell’interpretazione.


Nessun commento:

Posta un commento