mercoledì 13 novembre 2024

TCBO: DMITRY KORCHAK È WERTHER AL NOUVEAU. Riccardo Frizza dirige per la prima volta il capolavoro di Massenet. Dal 19 al 24 novembre torna l’allestimento firmato da Rosetta Cucchi

 

È un rinomato interprete del belcanto come il tenore Dmitry Korchak il protagonista del Werther di Jules Massenet, che torna in scena al Comunale Nouveau - da martedì 19 novembre alle 20, con repliche fino al 24 novembre - nella produzione firmata da Rosetta Cucchi nel 2016 per la Sala Bibiena. Affronta per la prima volta il capolavoro di Massenet Riccardo Frizza, Direttore musicale del Donizetti Opera Festival, che sarà impegnato sul podio bolognese anche a gennaio 2025 con La fanciulla del West di Puccini per l’inaugurazione della Stagione lirica. «Quest’opera mi incanta per vari motivi - commenta Frizza - principalmente perché, come aveva annotato Massenet, “Dans la partition de Werther, l’orchestre représente symboliquement le principal personnage”. Il “personaggio principale”, l’orchestra, qui è un formidabile amplificatore delle emozioni dei personaggi grazie ad un uso inconsueto dello strumentale. Ma è tutta la nuance orchestrale del Werther a plasmare un dramma di inconfondibile sensibilità francese. Il protagonismo tenorile fa di Werther “altro” rispetto all’originale goethiano, colorando la sua breve esistenza di passione, bellezza, altruismo e nostalgia di una giovinezza perduta tragicamente».

Rosetta Cucchi riadatta strutturalmente l’allestimento per rispettare le caratteristiche del Nouveau, dando vita visivamente a un effetto Cinemascope: «Ho affrontato questo Werther - dice - in una sorta di piano sequenza sia dal punto di vista del protagonista sia da quello dello sviluppo narrativo con un percorso quasi più cinematografico che teatrale». Non è cambiato, però, il senso dello spettacolo originale che partiva da un quesito: «Qual è il sogno di Werther? - si chiedeva Cucchi - Una vita con Charlotte fatta di piccoli gesti quotidiani. Una casa che inesorabilmente si allontana, lasciandolo nudo in una natura che passo a passo muore con lui. […] Werther è vittima di un sogno rovesciato che contiene ordine, razionalità, prevedibilità. Ecco perché da una poltrona collocata in primo piano, durante ciascun inizio d’atto, come in un piano sequenza, lo accompagniamo negli attimi che precedono il suicidio. Il gesto estremo che lo condurrà finalmente dove desidera». La regista pesarese, che è Direttrice artistica del Wexford Festival Opera, è nuovamente al Comunale dopo l'Adriana Lecouvreur di Cilea del 2021, nata in versione film-opera e successivamente in scena per il pubblico. 
 
Accanto a Korchak, il mezzosoprano Annalisa Stroppa nei panni di Charlotte per un doppio debutto: quello scenico nella parte - che ha da poco cantato in forma di concerto a Dortmund - e al TCBO. Nel ruolo di Werther e nella parte di Charlotte si avvicendano con loro nel cast alternativo Kazuki Yoshida e Aoxue Zhu (nelle date del 20 e 22 novembre). Completano la compagine vocale Tommaso Barea come Albert in alternanza con Matteo Guerzè (il 22 e 24 novembre), Claudia Ceraulo come Sophie in alternanza con Silvia Spessot (il 20 e 22 novembre), e ancora Alessio Verna (Le Bailli), Xin Zhang (Schmidt), Dario Giorgelè (Johann), Yuri Guerra (Brühlmann) e Giulia Alletto (Kätchen). L'Orchestra e il Coro delle Voci Bianche (preparato da Alhambra Superchi) sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Le scene sono curate da Tiziano Santi, i costumi da Claudia Pernigotti (ripresi da Massimo Carlotto) e le luci da Daniele Naldi. Presenting partner dello spettacolo è Pelliconi.
 

Concluso nel 1886 e andato in scena per la prima volta il 16 febbraio 1892 alla Hofoper di Vienna (oggi la Wiener Staatsoper) - l'Opéra Comique di Parigi l'aveva inizialmente rifiutato - Werther è considerato il capolavoro di Jules Massenet, scritto dopo i successi di Manon e Hérodiade. Il libretto, di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, è tratto dal celebre romanzo epistolare di Goethe Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther), scritto nel 1774 e considerato il simbolo della corrente romantica denominata Sturm und Drang che dilagò in Europa alla fine del XVIII secolo. Massenet lo conobbe nella traduzione francese, e fu questo a spingerlo verso quelle sonorità morbide e dolci tipiche della sua lingua madre, nel tentativo di realizzare una perfetta contiguità della linea melodica con il verso francese. Nelle sue memorie (Mes souvenirs), Massenet racconta il suo incontro con il romanzo di Goethe: dopo aver ascoltato il Parsifal a Bayreuth, insieme al suo editore Hartmann si recò a Wetzlar, la città dove aveva vissuto Werther. “Trovarmi proprio in quella casa che Goethe aveva reso celebre ambientandovi l'amore del suo eroe, m'impressionò profondamente. Uscendo di là Hartmann mi disse: 'Ho di che completare l'emozione che provate'. E nel dire queste parole trasse dalla tasca un libretto ingiallito dal tempo. Era la traduzione francese del romanzo di Goethe... Come ebbi in mano quel libro, avido di leggerlo, entrammo in una di quelle immense birrerie che si trovano ovunque in Germania... Non riuscivo a staccarmi dalla lettura più appassionante... Tanto delirio di passione e di estasi mi fece salire le lagrime agli occhi. Che scene emozionanti, che quadri avvincenti potevano venirne fuori! Era Werther...” .
 
Le recite saranno precedute - circa 45 minuti prima dell’inizio - da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

(foto di Andrea Ranzi)

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