A nome di Fondazione Arena di Verona, il Sovrintendente Cecilia Gasdia esprime il più profondo cordoglio per la perdita di Gianfranco Mariotti, amico e fondatore del Rossini Opera Festival, di cui è stato Sovrintendente per 38 anni, quindi Presidente onorario.
Gianfranco Mariotti, bolognese di nascita, pesarese d’adozione, ha studiato e praticato Medicina, coltivando da sempre grande conoscenza e amore per il teatro musicale. Fu lui a creare a Pesaro, città natale del compositore, il Rossini Opera Festival nel 1980, attirando i massimi artisti dell’epoca, dando impulso alla formazione di giovani cantanti specializzati nel repertorio, alla riscoperta critica delle partiture rossiniane, curate e pubblicate con Casa Ricordi. Si è spento ieri a 91 anni nella sua casa, poco lontano dall’amata Pesaro, di cui pochi mesi fa gli era stata conferita la cittadinanza onoraria, nell’anno in cui la città ha festeggiato la nomina a Capitale della Cultura.
«La scomparsa di Gianfranco mi addolora molto – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena – perché è una perdita grandissima non solo personale, mia come di tantissimi colleghi, ma per l’intero mondo musicale e culturale, italiano e internazionale. Almeno tre generazioni di artisti, di studiosi e di appassionati devono a lui la magnifica invenzione del Rossini Opera Festival, che ha guidato per quasi quarant’anni dalla prima ideazione alle delicate trasformazioni istituzionali in Fondazione. Gianfranco Mariotti è stato un faro in questo mondo, un padre per tutti noi che muovevamo i primi passi in un repertorio quasi o del tutto sconosciuto, che è stato riscoperto proprio grazie a lui e alla sua capacità di mettere insieme forze e talenti diversissimi per guidarli verso risultati condivisi. Il mondo se ne è accorto già nel 1984, il mondo a cui ha donato la riscoperta de Il Viaggio a Reims, con Claudio Abbado, Luca Ronconi, Gae Aulenti e un cast di meravigliosi colleghi, incantato da Rossini e radunato grazie a Gianfranco. Affabilissimo, sempre presente, appassionato, riusciva a trasformare quelli che sembravano solo sogni in realtà, grazie al suo entusiasmo, la competenza, la concretezza, il lavoro indefesso con cui riusciva a unire le persone e a tirarne fuori il meglio. Alla fine dei suoi 38 anni da Sovrintendente, mi dispiacque: un’era finiva, ma il passaggio naturale era avvenuto, con la sua presenza come “nume tutelare” tangibile per tutti, come la sua dedizione al Festival, ma soprattutto con un lascito artistico vivo e palpitante di persone, spettacoli, pubblicazioni. Anche negli ultimi mesi, ormai ritiratosi dalla vita pubblica, era un piacere conversare con lui al telefono. Sono davvero grata, felice e onorata di averlo incontrato in questa vita, e tutti dobbiamo essergli riconoscenti. A nome mio e di tutta la Fondazione Arena di Verona, mi stringo ai suoi figli e alla sua famiglia con le più sentite e commosse condoglianze».
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