Madama Butterfly, 2019,
bozzetto scenografico per l’atto I © Dario Gessati
Domenica 15 dicembre 2019
alle 15.30 al Teatro Filarmonico debutta un nuovo allestimento di Madama
Butterfly, coprodotto da Fondazione Arena e l’Opera Nazionale croata, per la
regia di Andrea Cigni e la direzione di Francesco Ommassini. Col capolavoro
pucciniano si concludono la stagione 2019 della Fondazione Arena di Verona e il
percorso nella grande Opera italiana tracciato dalla rassegna autunnale Viaggio
in Italia, con un cast ricco di nomi affermati e giovani di talento da tutto il
mondo.
Repliche:
martedì 17 dicembre, ore
19.00
giovedì 19 dicembre, ore
20.00
domenica 22 dicembre, ore
15.30
La tragedia giapponese di
Puccini, intima e appassionata, è titolo anche areniano (l’ultima produzione è
quella realizzata nel 2004 da Franco Zeffirelli e successivamente ripresa in 4
successive edizioni del Festival lirico) ma sul palcoscenico del Filarmonico è
comparsa di rado: solo nel 1982 e nel 1991 il pubblico veronese ha potuto
apprezzare in uno spazio raccolto la vicenda della fragile eppur coraggiosa
Cio-Cio San, e in entrambi i casi con cast di assoluto rilievo (tra i nomi
impegnati vale la pena citare Raina Kabaiwanska, Mietta Sighele, Veriano
Luchetti, Mario Malagnini). Dopo diciotto anni dall’ultimo allestimento,
Fondazione Arena ha prodotto questo nuovo spettacolo insieme
alla Hrvatsko Narodno Kazalište di Zagabria che va in scena domenica 15
dicembre, con cui fanno il loro esordio veronese il regista Andrea Cigni e
il team creativo composto da Dario Gessati (scenografo) e Valeria
Donata Bettella (costumista), insieme all’areniano Paolo Mazzon alle
luci.
La produzione, come ha
dichiarato lo stesso regista, «nasce da un’attenta riflessione sia sul
significato di geisha (dal considerarla una figura attuale all’interrogarsi
sulla sua funzione odierna), sia sulla storia raccontata, valutandone bene gli
elementi narrativi (proposti in chiave contemporanea) affinché si possano
cogliere le affinità della vicenda col mondo moderno, senza però tradire quegli
usi e costumi tradizionali che fanno ancora parte della civiltà nipponica». Si
tratta quindi di un accurato lavoro di ricerca e di confronto che ha preso in
esame anche un altro elemento fondante la cultura giapponese: il concetto
di Ikigai, sintetizzabile nella passione che anima la vita e le scelte di
ogni individuo. Per approfondire la dimensione narrativa dell’opera così intima
e legata al concetto di solitudine, Cigni sceglie di ambientare la vicenda in
un bosco poiché «nella cultura nipponica il contatto con la natura
(tramite case isolate, costruite al centro di piccoli laghi, in cima a colline
remote o nascoste tra i boschi) e la presenza della natura stessa sono un
ottimo “contenitore” di vicende personali e di complesse situazioni affettive o
sociali. Credo che ambientare Madama Butterfly in una foresta
giapponese restituisca appieno queste sensazioni. Nella regia si lavora
sull’evocazione, sulle sensazioni e sugli stati d’animo, dunque anche cercare
l’atmosfera giusta per lo svolgimento di un’azione diventa un lavoro delicato e
prezioso».
La vicenda di Madama
Butterfly è nota: la quindicenne Cio-Cio San viene presa in moglie,
acquistata insieme alla casa giapponese, dal marinaio F.B. Pinkerton, il quale
ripartirà presto per gli Stati Uniti per ritornare Un bel dì dalla
sua “tenue farfalla” solo tre anni dopo, con un colpo fatale per la speranza di
lei. Il tragico epilogo nulla toglie al fascino del lungo duetto d’amore che
conclude l’atto primo, per molti critici il più bello di tutta la produzione
pucciniana. Il compositore conobbe il soggetto dal nuovissimo lavoro teatrale
di David Belasco, ispirato a sua volta dal racconto di J. L. Long, mentre si
trovava a Londra per la prima inglese di Tosca, e subito conquistato si
mise al lavoro coi fedeli Giacosa e Illica: la Butterfly vide la luce
nel 1904 alla Scala di Milano (tra gli interpreti vi erano Rosina Storchio e il
tenore Zenatello, che avrebbe fondato il Festival areniano nove anni dopo).
Alla prima però l’opera non piacque (più per rivalità con l’autore che per
l’effettivo valore della composizione) e Puccini si rimise al lavoro per far
rinascere la storia di Cio-Cio San al Teatro Grande di Brescia, pochi mesi
dopo. Il grande musicista lucchese, perfezionista come pochissimi altri nella
storia dell’opera lirica, ritoccò la partitura in altre quattro occasioni fino
al 1920 ma in sostanza l’opera che si conosce oggi è quella che trionfò a
Brescia, grazie anche alle minuziose ricerche del genio lucchese sul Giappone e
sulla cura della realizzazione scenica, per cui lasciò ampi e dettagliati
scritti.
È proprio il soprano
giapponese Yasko Sato (nella foto) a vestire i panni della protagonista Cio-Cio
San sul palcoscenico veronese (15, 19, 22/12) alternandosi con Daria
Masiero (17/12). Debutta al Filarmonico il tenore Valentyn
Dytiuk (15, 17/12) che insieme a Raffaele Abete (19, 22/12) dà
voce a F. B. Pinkerton; tornano gli acclamati baritoni Mario
Cassi (15, 22/12) e Gianfranco Montresor (17, 19/12) come
Console Sharpless accanto alla Suzuki di Manuela
Custer e al Goro di Marcello Nardis. Completano il
cast Lo zio Bonzo di Cristian Saitta, Il Principe
Yamadori di Nicolò Rigano, Lorrie Garcia come Kate
Pinkerton, Salvatore Schiano di Cola come Commissario
imperiale, Maurizio Pantò come Ufficiale del registro, Sonia
Bianchetti (15, 22/12) e Emanuela Simonetto (17, 19/12)
come Madre di Cio-Cio-San e Manuela Schenale come Cugina
di Cio-Cio-San. Il Coro, preparato da Vito Lombardi, insieme
all’Orchestra della Fondazione Arena, è guidato dal maestro Francesco
Ommassini, più volte apprezzato sul podio dei complessi artistici veronesi.
Con Madama Butterfly prosegue
l’iniziativa Ritorno a Teatro rivolta al mondo della Scuola all’interno
della proposta Arena Young 2019-2020: martedì 17 dicembre alle ore
18.00 e giovedì 19 dicembre alle ore 19.00 gli studenti delle
scuole primaria e secondaria, i loro familiari, gli insegnanti, i dirigenti
scolastici e il personale ATA potranno assistere allo spettacolo a prezzo
speciale: € 6,00 per gli studenti e € 12,00 per gli adulti.
L’incontro propone anche un Preludio all’Opera, momento introduttivo
durante il quale viene spiegata la trama e vengono forniti ai ragazzi elementi
utili per la comprensione dello spettacolo, grazie alla partecipazione di
alcuni dei protagonisti; segue quindi un aperitivo nel Bar del Teatro.
Per informazioni e
prenotazioni:
Ufficio Formazione della
Fondazione Arena di Verona
tel. (+39) 045 8051933 - fax
(+39) 045 590638 - scuola@arenadiverona.it
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