Il Teatro dell’Opera di Roma
aprirà con Les vêpres siciliennes la stagione lirica 2019-2020.
L’opera di Giuseppe Verdi manca nel nostro teatro dal gennaio 1997,
quando fu per la prima volta eseguita al Costanzi nella lingua originale,
come avverrà anche in questa occasione (le precedenti tre versioni, 1940, 1956
e 1964 furono eseguite in italiano).
Il Sovrintendente Carlo
Fuortes ha sottolineato come questa produzione sia legata a tre debutti
“In un certo senso è tale quello di Daniele Gatti, che inizia infatti la sua
prima stagione come direttore musicale. Alla regia abbiamo chiamato Valentina
Carrasco, che debutta al Costanzi, ma che aveva messo in scena la Proserpina di
Wolfgang Rihm al Teatro Nazionale e, con grande successo, la Carmen a
Caracalla. Terzo debutto è quello di Richard Peduzzi, scenografo di fama e
carriera internazionali, che non è mai stato nel nostro Teatro, ma che dal 2002
al 2008 è stato direttore dell’Accademia di Francia a Villa Medici. Abbiamo
scelto una produzione impegnativa, la versione in lingua originale, integrale
con due intervalli e la presenza dei balletti. Ci sembra infatti che l’opera
inaugurale di un teatro debba investire su un titolo forse anche meno
frequente, ma che proponga un’opera importante. In questo caso Les vêpres
impegnano davvero tutte le forze del teatro e anche per questo ci è sembrata
una proposta significativa e davvero degna di un titolo inaugurale”.
“A margine della
presentazione di quest’opera – ha dichiarato Fuortes – mi fa piacere
comunicarvi che l’incasso dalla vendita dei biglietti per la stagione appena
terminata ammonta a circa 15milioni di euro. E’ dunque più che raddoppiata la
cifra che, nel 2013, ammontava a meno di 7milioni: e questo a parità dei
prezzi, che non sono mai aumentati. Questo significa innanzitutto una maggiore
presenza e gradimento da parte del pubblico: agli spettatori che vengono in
teatro guardiamo come al nostro vero azionista. Se è vero che il contributo
pubblico, fornito da Stato, Regione e Comune, copre la maggior parte dei costi
(il 64%), non dobbiamo dimenticare che questi soldi provengono, in ultima
istanza, dai cittadini: è a tutti loro che, idealmente, andrebbe aperto il
Teatro. Mentre cerchiamo di perseguire questo scopo, ad esempio con
incoraggiamenti anche tariffari al pubblico giovanile, teniamo soprattutto a
non aumentare i prezzi, proprio per non scoraggiare una maggiore affluenza di
spettatori”.
“Les vêpres siciliennes è il
primo incontro di Verdi con il grand-opéra, un tipo d’opera con caratteristiche
molto diverse da quella italiana – ha spiegato il direttore musicale dell’Opera
di Roma Daniele Gatti – . Se abbiamo nelle orecchie i tre titoli
immediatamente precedenti (Rigoletto, Trovatore, Traviata) ladifferenza è
evidente. Uno spettacolo grandioso, in cinque atti, con presenza di balletti e
grande sfarzo scenico. Personalmente – ha proseguito il Maestro – mi sono
formato tenendo accanto a me le opere più care di Verdi; non esito a dirvi che
Les vêpres non era tra questa. Tuttavia man mano mi è venuta la curiosità di
approfondirla, grazie anche alla proposta di Fuortes e Vlad. Forse mi ha
convinto ad accettare la sfida proprio l’incontro con un lavoro che per me non
è immediato, ma che mi è costato uno sforzo per coglierne il significato e la
forza drammatica. Mi ha aiutato poi il fatto che nelle sue lettere Verdi stesso
manifesti una sua fatica a entrare in contato con questo tipo di drammaturgia,
così lontano dall’immediatezza che amava, e questo mi ha fatto sentire più
vicino a questo nostro grande compositore”.
La regista Valentina
Carrasco ha precisato innanzitutto che: “Ho trovato collaboratori ideali.
Daniele Gatti, con cui si è realizzata l’intesa indispensabile tra direttore e
regista, ha avuto un’attenzione davvero particolare nelle prove, durante le
quali è stato ricco di osservazioni e consigli. Richard Peduzzi, che
naturalmente conoscevo di fama, ho voluto incontrarlo a Parigi prima di
accettare questa proposta, così inattesa, di Carlo Fuortes e Alessio Vlad.
Quello con Peduzzi è stato un incontro assolutamente non formale, molto intenso
e risolutivo per me, e ho capito che avrei trovato in lui lo scenografo che
avrebbe realizzato al meglio lo spettacolo. Per mio conto – ha concluso la
Carrasco – ho cercato di immaginare la fatica di Verdi nell’affrontare questa
pagina così inconsueta per lui: è un po’, se mi passate il paragone, come se un
regista di teatro europeo dovese affrontare il musical di Braodway. Deve
affrontare un mondo con regole completamente diverse. Qui anche Verdi è dovuto
sottostare a regole diverse dalle sue solite: ad esempio il Bolero nel finale,
bellissimo musicalmente, non ha un’urgenza dal punto di vista drammaturgico, ma
è un “numero” che il pubblico attendeva e che appartiene al genere del
grand-opéra. Dunque Verdi lo ha fatto e noi lo dobbiamo mettere in scena,
capendo il suo significato all’interno del lavoro”.
Direttore de Les vêpres
siciliennes sarà Daniele Gatti che, nuovamente alla guida dell’Orchestra
del Teatro dell’Opera di Roma, inaugura la stagione lirica e anche il suo nuovo
ruolo di direttore musicale della Fondazione capitolina. Il maestro
Gatti salirà poi sul podio del Costanzi in altre tre occasioni, per I
Capuleti e i Montecchi di Bellini in gennaio e, in ottobre, per The
Rake’s Progress e per l’ Oedipus rex di Stravinskij.
La regia del nuovo
allestimento dei Vêpres siciliennes è affidata a Valentina
Carrasco, già apprezzata dal nostro pubblico per una sua Carmen a
Caracalla (2017). La scenografia sarà opera del francese Richard Peduzzi,
celebre, tra gli altri lavori, per il Ring realizzato da
Boule/Chéreau a Bayreuth nel 1976. Il maestro Peduzzi debutta in questa
occasione a Roma, dove ha in passato diretto l’Accademia di Francia fra il 2002
e il 2008. Le luci saranno di Peter van Praet e i costumi di Luis
F. Carvalho. Le coreografie del balletto “Le quattro stagioni”, parte
integrante del terzo atto di questo grand-opéra, saranno di Valentina
Carrasco e Massimiliano Volpini.
Tra i principali interpreti Roberto
Frontali nel ruolo di Guy de Montfort in alternanza con Giorgio
Caoduro (17 dicembre), Dario Russo in quello de Le sire de
Béthune. Hélène sarà cantata da Roberta Mantegna e Anna
Princeva (17 dicembre); la prima è nata nel progetto “Fabbrica” Young
Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma ed ha già intrapreso una
brillantissima carriera internazionale. Nel cast ci saranno anche John
Osborn e Giulio Pelligra (17 dicembre) nel ruolo di Henri, Michele
Pertusi e Alessio Cacciamani (17 dicembre) in quello di Jean
Procida, Francesco Pittari (Daniéli), Saverio Fiore (Thibault)
e Alessio Verna (Robert). Dalla seconda edizione del progetto
“Fabbrica” vengono Andrii Ganchuk, che interpreta Le comte de Vaudemont, e Irida
Dragoti, Ninetta. Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è diretto dal
Maestro Roberto Gabbiani. In scena anche il Corpo di Ballo del Teatro
dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato. Con la
partecipazione degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera
di Roma diretta da Laura Comi.
Les vêpres siciliennes (1855)
è la prima opera scritta da Verdi espressamente per Parigi, la piazza teatrale
più ambita da un compositore dell’epoca. Lo spunto storico è quello del moto
antifrancese, che nel 1282 si allargò da Palermo a tutta la Sicilia e che
avrebbe generato una serie di guerre terminate solo novant’anni dopo. Il
soggetto consentiva vaste scene di massa, quadri grandiosi e danze, elementi
tipici del grand-opéra parigino. In questa dimensione spettacolare Verdi ha
saputo disegnare quello che maggiormente caratterizza il suo teatro: il
contrasto fra il ruolo “politico” dei vari personaggi (molti dei quali
protagonisti della reale vicenda storica) e quello intimo delle loro vicende
sentimentali. Origine del moto siciliano era stata un’offesa da parte di un
militare francese a una nobildonna palermitana, ma l’ampia rivolta contro lo
straniero oppressore che ne seguì, forniva un eccellente spunto a tematiche
risorgimentali. Non a caso la censura si mosse e, per la prima italiana avvenuta
a Parma nel dicembre dello stesso 1855, l’opera ebbe il titolo cambiato in
Giovanna di Guzman con l’azione spostata da Palermo al Portogallo.
Dopo la “prima” di martedì 10
dicembre (ore 18.00), trasmessa in diretta daRai Radio3 e
ripresa da Rai5, su cui andrà in onda giovedì 5 marzo 2020, Les
vêpres siciliennes di Verdi sarà replicata venerdì 13 (19.00), domenica 15
(ore 16.30), martedì 17, (ore 19.00), giovedì 19 (ore 19.00) e domenica 22 (ore
16.30).
Per informazioni:
operaroma.it
Anche nella nuova stagione
2019-20 proseguono al Costanzi gli appuntamenti che precedono le “prime”. Sabato
7 dicembre, alle ore 18.00, ci sarà l’Anteprima Giovani riservata ai minori
di 26 anni. Lunedì 9 dicembre, alle ore 20.00, ci sarà la “Lezione di Opera” tenuta
dal maestro Giovanni Bietti. Aperta a tutti nasce per soddisfare domande e
curiosità del pubblico che viene accompagnato verso la comprensione dell’opera
con un linguaggio semplice e accessibile, con l’ausilio di un gran numero di
esempi musicali sia dal vivo, che registrati. Costo del biglietto euro
8,00. Per informazioni e prenotazioni: 0648160/312/532/533;
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