Sabato 18 novembre, alle 20.30, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo sarà la seconda tappa del viaggio della Trilogia d’Autunno fra i capolavori Verismo in musica (repliche 19 e 25, sempre alle 20.30). Il trittico d’opere che conclude la XXVIII edizione di Ravenna Festival è infatti dedicato a tre titoli composti “sull’orlo del Novecento”; si completerà con Tosca il 19, 23 e 26 novembre, mentre Cavalleria tornerà sul palcoscenico il 21 e il 24. Anche la serata di sabato si aprirà con uno speciale remix: come accade per Cavalleria, tutte le recite di Pagliacci saranno precedute da una libera rilettura dell’opera nei linguaggi della nuova generazione, protagonisti ragazzi dagli 8 ai 18 anni al primo incontro con il teatro in musica e il cui sguardo può rivelare prospettive sorprendenti per freschezza e invenzioni.
Se nella scrittura di Ruggero Leoncavallo e nel riferimento al fatto di cronaca Pagliacci ha luogo in Calabria, al Teatro Alighieri si rinuncia al dettaglio geografico: ben più importante la natura ambigua dell’opera, l’oscillazione fra realtà e finzione che alimenta i sentimenti, li distorce, ne fa un’arma per il duplice omicidio che si consuma sotto l’occhio degli ignari spettatori. Tutto in Pagliacci raddoppia, il pubblico che è in sala ma anche sulla scena, il tradimento e la rabbia, il delitto che si compie per finta e per davvero. A Ravenna anche il circo si trasfigura e lascia spazio alle tracce di un set cinematografico, perché se è vero che “non esiste rito più rito del circo e nel circo si svolge quasi una liturgia”, come nota la regista Cristina Mazzavillani Muti, il cinema ha qui sostituito il circo in qualità di grande rito collettivo profano - d’altronde il cinema muove i primi passi proprio a cavallo del Novecento.
Vestono i panni dei giovani amanti Nedda e Silvio Estibaliz Martyn e Igor Onishchenko: entrambi classe ’93, al Teatro Alighieri vivranno il proprio debutto in ruoli protagonisti, a conferma della capacità della Trilogia di trasformare il teatro in palestra e trampolino per giovani interpreti. Ne sa qualcosa Kiril Manolov, Tonio in questa produzione, che con il Falstaff della Trilogia 2013 si è imposto all’attenzione del pubblico italiano. Il geloso Canio sarà invece interpretato da Diego Cavazzin, tornato prontamente sul palcoscenico pur reduce da un infortunio al braccio durante le prove, mentre Beppe ha la voce di Giovanni Sala. Immersa in un bianco e nero che evoca gli albori del muto, la scena è costruita per sciabolate di luci: ideazione spazio e luce portano la firma di Vincent Longuemare, che affianca la regia di Cristina Muti, mentre i costumi sono di Alessandro Lai. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Cherubini Vladimir Ovodok: il giovane direttore si è formato all’Italian Opera Academy di Riccardo Muti. Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è preparato da Corrado Casati, mentre le voci bianche del coro Ludus Vocalis sono dirette da Elisabetta Agostini.
Anche per Pagliacci le Giovani Energie Creative - un gruppo di ragazzi fra gli 8 e i 18 anni chiamati a scoprire i capolavori di Leoncavallo e Mascagni e lasciarsene emozionare - hanno creato uno speciale remix, un racconto originale delle celebri storie d’opera. In questo caso il ritmo della narrazione è affidato al rapper Nicola Russo, che è autore dei propri testi. Sono autori di musiche e testi originali anche i fratelli Elena e Francesco Faggi, oltre che di rielaborazioni dei temi di Leoncavallo, al pari di Alessandro Salaroli al sax. Al piano, nel canto e nella danza, oltre ai Faggi, si esibisce anche Giulia Bisanti. Fra i ballerini Carlotta Severi e Luca Sangiorgi (hip hop, break dance), mentre sui pattini a rotelle Melissa Balaj. Il piccolo “coro” che accompagna e commenta gli eventi è composto da Lucia Gardelli, Matilde Liotta, Thu Thuy Romoli, Giulia Sanasi, Gjoka Lucrezia Noa Venturi, Andrea Zannini.
Se nella scrittura di Ruggero Leoncavallo e nel riferimento al fatto di cronaca Pagliacci ha luogo in Calabria, al Teatro Alighieri si rinuncia al dettaglio geografico: ben più importante la natura ambigua dell’opera, l’oscillazione fra realtà e finzione che alimenta i sentimenti, li distorce, ne fa un’arma per il duplice omicidio che si consuma sotto l’occhio degli ignari spettatori. Tutto in Pagliacci raddoppia, il pubblico che è in sala ma anche sulla scena, il tradimento e la rabbia, il delitto che si compie per finta e per davvero. A Ravenna anche il circo si trasfigura e lascia spazio alle tracce di un set cinematografico, perché se è vero che “non esiste rito più rito del circo e nel circo si svolge quasi una liturgia”, come nota la regista Cristina Mazzavillani Muti, il cinema ha qui sostituito il circo in qualità di grande rito collettivo profano - d’altronde il cinema muove i primi passi proprio a cavallo del Novecento.
Vestono i panni dei giovani amanti Nedda e Silvio Estibaliz Martyn e Igor Onishchenko: entrambi classe ’93, al Teatro Alighieri vivranno il proprio debutto in ruoli protagonisti, a conferma della capacità della Trilogia di trasformare il teatro in palestra e trampolino per giovani interpreti. Ne sa qualcosa Kiril Manolov, Tonio in questa produzione, che con il Falstaff della Trilogia 2013 si è imposto all’attenzione del pubblico italiano. Il geloso Canio sarà invece interpretato da Diego Cavazzin, tornato prontamente sul palcoscenico pur reduce da un infortunio al braccio durante le prove, mentre Beppe ha la voce di Giovanni Sala. Immersa in un bianco e nero che evoca gli albori del muto, la scena è costruita per sciabolate di luci: ideazione spazio e luce portano la firma di Vincent Longuemare, che affianca la regia di Cristina Muti, mentre i costumi sono di Alessandro Lai. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Cherubini Vladimir Ovodok: il giovane direttore si è formato all’Italian Opera Academy di Riccardo Muti. Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è preparato da Corrado Casati, mentre le voci bianche del coro Ludus Vocalis sono dirette da Elisabetta Agostini.
Anche per Pagliacci le Giovani Energie Creative - un gruppo di ragazzi fra gli 8 e i 18 anni chiamati a scoprire i capolavori di Leoncavallo e Mascagni e lasciarsene emozionare - hanno creato uno speciale remix, un racconto originale delle celebri storie d’opera. In questo caso il ritmo della narrazione è affidato al rapper Nicola Russo, che è autore dei propri testi. Sono autori di musiche e testi originali anche i fratelli Elena e Francesco Faggi, oltre che di rielaborazioni dei temi di Leoncavallo, al pari di Alessandro Salaroli al sax. Al piano, nel canto e nella danza, oltre ai Faggi, si esibisce anche Giulia Bisanti. Fra i ballerini Carlotta Severi e Luca Sangiorgi (hip hop, break dance), mentre sui pattini a rotelle Melissa Balaj. Il piccolo “coro” che accompagna e commenta gli eventi è composto da Lucia Gardelli, Matilde Liotta, Thu Thuy Romoli, Giulia Sanasi, Gjoka Lucrezia Noa Venturi, Andrea Zannini.
Nessun commento:
Posta un commento